Londra, Charlie non soffre più: staccato il respiratore
I Gard avevano chiesto di portare il figlio a casa ma il parere dei medici era stato negativo: le ultime ore in clinica
“Ilnostro splendido bambino se n’è andato. Siamo così fieri di te, Charlie”. Charlie Gard è morto ieri, a sette giorni dal suo primo compleanno, in una clinica per malati terminali dove era stato trasferito giovedì. Lo hanno annunciato i genitori, che gli sono sempre rimasti accanto. Connie Yates e Charlie Gard lo scorso lunedì avevano rinunciato alla battaglia legale per portare il bambino negli Stati Uniti, dove gli era stato offerto un trattamento sperimentale per la sua rarissima sindrome genetica. Troppo tardi per migliorare le sue ormai irreversibili condizioni.
Ma avevano chiesto di trascorrere con lui gli ultimi momenti a casa. Richiesta a cui il Great Ormond Street Hospital aveva dato parere negativo, per l’impraticabilità di trasferire il respiratore che teneva in vita il bambino e la certezza che, fuori da un ambiente attrezzato, la fine per lui sarebbe stata troppo dolorosa. Era stato ancora una volta il giudice Francis a decidere per un compromesso: il trasporto in una clinica specializzata. Qui, la macchina è stata staccata e il piccolo se n’è andato.
Si chiude così una vicenda dolorosissima, che ha visto una contrapposizione molto aspra fra il parere dei medici curanti e la volontà dei genitori, sotto gli occhi dei media e dell’opinione pubblica mondiali. Anche all’ultimo, quando è stato chiaro che non sarebbe stato possibile portare il piccolo a casa, Connie Yates aveva puntato il dito contro l’ospedale. “Vogliamo solo un po’ di pace con nostro figlio, niente ospedali, avvocati, tribunali, media solo un po’ di tempo con Charlie”. Il Vaticano si è espresso con monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita: Dio “non stacca la spina”.