Ecco l’ultimo ricatto di Maduro, delfino di Chavez spiaggiato
Presidente “operaio” Scelto dal ‘comandante eterno’ non ne ha mai avuto il carisma. Gli arresti dei familiari per traffico di droga
Presentatosi al mondo come “presidente operaio” per il suo passato di autista della metro di Caracas, Nicolas Maduro in casa agisce come un padrone. La verve megalomane e dispotica l’ha ereditata dal ‘comandante eterno’ Hugo Chavez Frias che sul letto di morte indicò quest’uomo alto due metri e amante della danza sudamericana come suo successore. Il problema è che Maduro non ha mai avuto il carisma, l’i n te ll i ge nza e la credibilità del leader bolivarista scomparso nel 2013; entrò nel cerchio magico di Chavez più di 20 anni fa quando lo conobbe attraverso la moglie, Cilia Flores Maduro, una degli avvocati che ottennero la sua liberazione dopo il fallito golpe militare al quale Chavez prese parte nel 1992.
DOPO DUE ANNI come presidente del Parlamento venezuelano ( 2005- 2006), diventò l’uomo chiave per i rapporti internazionali del governo chavista come ministro degli Esteri dal 2006 al 2013. Nel 2012, già minato dalla malattia, Chavez lo scelse prima come vicepresidente esecutivo e poi - nel suo ultimo accorato discorso televisivo - annunciò la sua decisione “ferma e piena, irrevocabile, assoluta e totale” di designarlo come suo erede politico. Dopo la morte del ‘ c o ma ndante eterno’ però, le cose sono cominciate ad andare male per il suo delfino. Nelle elezioni presidenziali del 2013 riuscì a battere l’oppositore Henrique Capriles per poco più di 200 mila voti - molto meno del milione e mezzo di vantaggio ottenuto da Chavez contro lo stesso Capriles sei mesi prima - e nelle politiche del 2015 fu sonoramente sconfitto dall’opposizione, che conquistò una maggioranza di due terzi nell’Assemblea Nazionale. Da allora, la crisi politica a Caracas si è accelerata e la situazione economica si è degradata rapidamente. Dopo quattro anni di Pil in rosso, l’inflazione più alta del mondo ed enormi problemi di approvvigionamento di cibo e medicine, la popolarità di Maduro è in caduta libera da mesi.
Il leader chavista, però, ha risposto alle insidie che lo accerchiano radicalizzando la sua posizione: prima ha manipolato le elezioni dei membri della Corte Suprema, poi li ha usati per neutralizzare il Parlamento e, malgrado l’onda crescente della protesta di piazza e il progressivo isolamento internazionale del suo regime, ha lanciato una riforma costituzionale il cui obiettivo è quello di smantellare qualsiasi istituzione che si possa opporre al suo potere. La crisi politico-economica del Venezuela è iniziata ben prima della morte del presidente- comandante Hugo Chavez nel 2013, ma a impedire il tracollo dell’economia venezuelana allora c’era l’argine del prezzo del petrolio ancora alto, di cui il paese sudamericano è decisamente ricco.
ORA CHE IL COSTO del petrolio è precipitato, anche il Venezuela potrebbe rovinare nella dittatura e nella guerra civile grazie all’esasperazione della popolazione e alle migliaia di armi fatte distribuire dal presidente ai colectivos, le milizie costituite da civili membri e sostenitori del partito Socialista Unito di cui Maduro è il leader. Inoltre negli ultimi due mesi di quotidiane manifestazioni di piazza, Maduro ha trasferito alle forze armate sempre più potere, compresa la gestione dell’energia elettrica. L’esercito però ha razionato l’elettricità in tutta la federazione, dovendo esserne privilegiata l’esportazione per evitare il default delle casse statali.
Il carattere irascibile e prepotente del delfino di Chavez è stato domato e plasmato dalla moglie, l’unica da cui accetta consigli, ma è dal padre venezuelano (la madre invece era colombiana) nonché uno dei più potenti leader sindacalisti che il ragazzone, per nulla amante degli studi, ha avuto l’imbeccata per trovare un posto di lavoro sicuro e poco impegnativo allo scopo di avere tempo da dedicare alla politica. Dopo aver lasciato la guida dei treni ad altri e anche il sindacato che aveva fondato, la Sitrameca, Maduro entrò nel partito di Chavez fin dagli albori nei primi anni ‘90. Dopo nemmeno dieci anni, nel 1999 venne eletto deputato all’Assemblea Nazionale Costituente per scrivere la nuova Carta, quella che ora vorrebbe cambiare; nel 2006 fu nominato ministro degli Esteri, carica che ha mantenuto fino alla morte di Chavez quando divenne presidente ad interim e quindi presidente il 14 aprile 2013.
Chi è Nicolas Maduro, 54 anni, segue le orme di Hugo Chavez, il leader della “rivoluzione bolivariana”
La carriera Ex autista di mezzi pubblici diventato leader sindacale, Maduro è stato due anni presidente del parlamento e ministro degli Esteri dal 2006 al 2013. Nel 2012 Chavez, già malato, lo nominò suo erede politico con un discorso pubblico
LA SUA SCALATA al vertice della repubblica federale è stata lenta fino alle nozze con l’avvocata Cilia Flores, otto anni in più e al secondo matrimonio. Prima di diventare “first lady” era stata infatti nominata procuratrice generale della repubblica. La coppia presidenziale era finita sotto i riflettori internazionali nel 2015 quando l’agenzia antidroga americana (Dea) e la polizia di Haiti arrestò a Port-au-Prince due nipoti di Cilia, Efrain Campos Flores e Francisco Flores de Freitas, mentre trasportavano 800 chili di cocaina. Efrain Campos Flores è anche figliastro di Nicolás Maduro che lo ha adottato e cresciuto dopo la morte della madre, sorella di sua moglie Cilia.
Entrambi i giovani erano in possesso di un passaporto diplomatico dello Stato venezuelano. Secondo gli Usa il Venezuela chavista è diventato una rotta privilegiata del narcotraffico tra la Colombia e gli Stati Uniti. Accuse a cui Maduro reagisce sostenendo che “si tratta di una manovra americana per destabilizzare il socialismo bolivariano e far tornare al potere i fascisti”.