“Bastava disdire le ferie, non siamo impiegati”
Il capogruppo dei 5Stelle: “Potevamo dare un segnale, con la massima convergenza”
“Cosa
ci voleva a tenere aperto una settimana in più il Senato, a disdire le ferie? Non siamo mica dipendenti pubblici”. Enrico Cappelletti, capogruppo dei 5Stelle in Senato, si infervora anche al telefono. A suo avviso il provvedimento sui vitalizi “è un segnale che dovevamo dare assolutamente al Paese, lo vuole il 99,99 per cento dei cittadini”. Con la procedura d’ urgenza sarebbe davvero bastatau nasettimana per approvare la legge? In Senato il dibattito sulla legge Boccadutri, quella con cui si sono spartiti 50 milioni di finanziamento pubblico, è durato 120 minuti. E anche il decreto banche con cui hanno tolto ai cittadini 17 miliar- di l’hanno approvato praticamente di corsa. In quel caso l’urgenza c’era, evidentemente.
Ma perché tutta questa fretta? In fondo è una legge delicata, e con più tempo si potrà esaminare meglio. Non parliamo di un disegno di legge del M5S ma del Pd, che ha come primo firmatario Matteo Richetti. Per giunta, depositato nel 2015. E proprio loro non vogliono fare in fretta? Hanno detto no anche gli altri partiti, compresi quelli che l ’ aveva no votato alla Camera. Tutti i partiti che si sono espressi contro hanno nelle loro fila persone che prendono o hanno preso il vitalizio, guarda caso.
Lo ammetta, il muro altrui vi fa gioco. Per la vostra propaganda elettorale è ottimo, no? Ma quale propaganda, questa è una nostra battaglia da sempre. Sono quattro anni che proviamo ad abolire i vitalizi. Lo ripeto, potevamo dare un segnale agli italiani, e con la massima convergenza. È un’occasione persa.
La Lega è stato l’unico partito a votare sì alla procedura d’urgenza assieme a voi. La convergenza tra voi e il Carroccio c’è, e anche spesso.
Non posso non notare come nessuno dei leghisti sia intervenuto nella discussione in aula. Dopodiché prendo atto del loro voto.
Più d’uno pone dubbi sulla costituzionalità del ddl. In fondo cancellerebbe diritti acquisiti.
C’è un precedente importante, ed è quello dell’abolizione dei vitalizi per i condannati. Premesso questo, se vogliamo abolire questo privilegio medioevale è possibile che si debba passare attraverso il vaglio della Consulta. Ma è un rischio che possiamo assumerci. E comunque ormai una legge è l’unica via. Ora che farete? Vi dovrete rassegnare ai tempi lunghi.
No, niente affatto. Il ddl arriverà in commissione Affari costituzionali il 5 settembre, e i partiti proveranno mille trucchi per rallentare. Ma noi nella capigruppo del 12 settembre chiederemo di calendarizzare subito il testo in Aula, per imporre alla commissione di fare rapidamente.
Sarà, ma la maggioranza ha anche un problema di numeri a Palazzo Madama. E deve tenersi a galla per fare la legge di stabilità, che è la prima necessità.
E allora lo dicano agli italiani che non hanno i numeri. Glielo dica Matteo Renzi, che la sera del sì della Camera al ddl ha fatto i complimenti a Richetti, dicendo che il provvedimento sui vitalizi è merito del Pd.
È la propaganda. Lui fa la sua, voi la vostra, no?
No, noi siamo coerenti. Oggi ( ieri, ndr) abbiamo anche presentato 32 ordini del giorni per ridurre le spese del Senato. E tranne un paio meno vincolanti, li hanno respinti tutti. Chiedevamo ai senatori di dimezzarsi le indennità, o almeno trasparenza nei rimborsi, rendendo obbligatoria la rendicontazione. Ma non se ne è fatto nulla.
Se il Pd non ha i numeri per far passare il testo lo dica. La Lega ha votato come noi? In Aula è stata zitta