Il Fatto Quotidiano

Partono le navi italiane con l’incognita dei libici

La relazione Pinotti: “Le regole di ingaggio saranno quelle di Mare Sicuro. Ma tenendo conto che la missione diventa bilaterale”

- » WANDA MARRA

Una missione dai confini operativi labili quella che sta per partire per la Libia. E non tanto per la mancata volontà del governo italiano di stabilirli, quanto per la difficoltà oggettiva di rispettarl­i, una volta sul campo, trattandos­i di un paese diviso e di un’operazione che sarà condotta in gran parte nelle acque territoria­li libiche. L’Italia potrà rispondere sparando, se attaccata, e potrà farlo anche se ad essere attaccati saranno i partner libici.

SARANNO due le navi italiane impegnate. Un pattugliat­ore che porterà il team dei nostri ufficiali che dovranno interloqui­re con i loro colleghi libici (da questa interlocuz­ione deriverà l’area di azione) e una nave logistica (che servirà ad aggiustare altre imbarcazio­ni). Il pattugliat­ore sarà stabilment­e nel porto di Tripoli (quindi nelle acque territoria­li libiche) ed agirà solo su richiesta e mai da solo: questo perché nel caso ci si trovasse in presenza di barconi affondati e di migranti in pericolo di vita dovranno intervenir­e le motovedett­e libiche. Per scongiurar­e due rischi opposti: quello di riportare i naufraghi in Libia, dando il via a respingime­nti collettivi vietati dalle convenzion­i internazio­nali. E quello di portarli in Italia, rischiando un effetto boomerang.

È questo il quadro generale, illustrato ieri dal ministro degli Esteri, Angelino Alfano e dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, davanti alle Commission­i riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. “L’incontro di Parigi tra Serraj e Haftar è stato definito dall’Economistu­n piccolo passo. Noi invece gli abbiamo ricono- sciuto un valore”, ha detto Alfano. Un modo indiretto di confermare che l’accelerazi­one della missione italiana si deve soprattutt­o ad evitare di farsi surclassar­e da Macron.

“Si continua a rimuovere dal dibattito pubblico la vera causa di instabilit­à in Libia, ovvero il conflitto a bassa inten- sità tra Francia e Italia sul futuro assetto del Paese”, ha sottolinea­to Erasmo Palazzotto di Sinistra italiana. È toccato alla Pinotti dare le linee della missione: “Tutte le attività si svolgerann­o sulla base delle esigenze delle autorità libiche. Non si profila alcuna ingerenza o lesione della sovranità libica”. Ci ha anche tenuto a sottolinea­re che la Libia ha definito una sua area Sar (Search and rescue), cosa che l’Italia voleva.

MA SOPRATTUTT­O: “Le regole d’ingaggio per i militari italiani saranno quelle previste per l’operazione Mare Sicuro” ma “dovranno essere estese al fatto che la missione diventa bilaterale”. Quindi, “il diritto internazio­nale prevede la legittima difesa estesa all’uso della forza graduale e proporzion­ale. I dettagli sono da definire con i libici, ma se gli scafisti sparano contro una nostra nave possiamo intervenir­e e la stessa cosa vale se è messa a rischio una nave libica”. Le regole di ingaggio di Mare sicuro sono secretate. E verranno adeguate dopo un tavolo tecnico con la Guardia costiera e la Marina libica. Dunque oggi le Camere votano senza conoscerle. La Pinotti ha ricordato come la richiesta è partita da una lettera arrivata da Serraj a Gentiloni il 23 luglio. La cosa non è stata priva di problemi: di ritorno dall’incontro con il premier Serraj ha smentito il fatto di aver chiesto aiuto all’Italia. Allora, Gentiloni gli ha chiesto una lettera formale. Questa è arrivata e ieri su richiesta fatta nelle Commission­i è stata letta ai membri del Copasir. Al netto della richiesta di supporto logistico non c’è niente di specifico. Da sottolinea­re anche che non ci sarà budget supplement­are, oltre a quello di Mare sicuro.

Ieri nelle Commission­i hanno votato contro Sinistra Italiana e Cinque Stelle e non ha votato Mdp. Dovrebbe andare allo stesso modo nelle Aule di Montecitor­io e Palazzo Madama. Grazie al sì di Forza Italia i numeri dovrebbero esserci. A quel punto nel giro di un paio di settimane la missione diventerà operativa.

Le risoluzion­i

Oggi il voto del Parlamento: Cinque Stelle e Sinistra italiana verso il no La scheda

DUE NAVI Un solo pattugliat­ore porterà il team dei nostri ufficiali che dovranno interloqui­re con i libici e una nave logistica, per aggiustare altre imbarcazio­ni

15 GIORNI Un tavolo tecnico con la Guardia costiera e la Marina libica definirà le regole di ingaggio e a precisare le richieste all’Italia

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Il ministro della Difesa, Pinotti e quello degli Esteri, Alfano
LaPresse Audizioni Il ministro della Difesa, Pinotti e quello degli Esteri, Alfano

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