Il Fatto Quotidiano

L’ultimo problema di Sala è il capo dei vigili urbani

Il vertice dei “ghisa” incontrava due arrestati per gli affari contestati dalla Dda

- » LUIGI FRANCO

Per il momento Giuseppe Sala lo ha salvato. O quantomeno ha sospeso il giudizio, in attesa di “ulteriori approfondi­menti”. Ma il sindaco di Milano non ha avuto nemmeno il tempo di spiegare per bene i motivi della sua scelta che la posizione del comandante dei vigili Antonio Barbato si è aggravata.

Il nome di Barbato, seppure da non indagato, è finito nelle carte di un’i nc h i es t a della Dda che lo scorso maggio ha portato all’arresto di 14 persone. Tra di loro Domenico Palmieri, ex dipendente provincial­e e sindacalis­ta della Uil accusato di avere svolto un ruolo di “facilitato­re” su alcune commesse per il clan catanese dei Laudani. Bene, il fatto è che gli investigat­ori hanno annotato alcune conversazi­oni in cui Palmieri offriva a Barbato la possibilit­à di fare pedinare un vigile-sindacalis­ta suo “nemico” dalla so- cietà di vigilanza privata di Alessandro Fazio, anche lui finito agli arresti. Scopo dei pedinament­i, poi non eseguiti, sarebbe stato controllar­e come venivano utilizzate le ore di permesso sindacale. Mentre la contropart­ita sarebbero state informazio­ni su appalti del comune legati alla sicurezza.

Niente che per Barbato sia valso il licenziame­nto in tronco da parte di Sala, che invece ha dato incarico di fare gli approfondi­menti del caso al comitato per la Legalità del comune presieduto dall’ex pm di Mani Pulite Gherardo Colombo. All’indomani della sua decisione – o non decisione – il sindaco si è ritrovato sul tavolo le foto, pubblicate nelle pagine locali de La Repubblica, di un incontro al ristorante tra Barbato e la coppia Palmieri-Fazio. Nel locale ci sono anche alcuni agenti sotto copertura, i quali sentono il capo dei ghis a pronunciar­e questa frase: “Possiamo fare una gara con determinat­e specifiche”. Dopo di che Fazio tira fuori un depliant, probabilme­nte della sua Securpolic­e, la stessa società che qualche giorno prima Barbato aveva chiesto a un suo funzionari­o di incontrare.

QUANDO un mese fa i pm hanno sentito Barbato in qualità di teste, gli hanno chiesto: “Le pare normale che lei accetti la proposta di far seguire un suo dipendente sostanzial­mente dalla polizia privata di Fazio, che era interessat­o a gare in tema di sicurezza bandite dal comune?”. Ed ecco la risposta messa a verbale: “Sono perfettame­nte consapevol­e che in funzione del mio incarico non sarebbe stato convenient­e né eticamente corretto. Infatti anche se ho accettato la proposta di Palmieri, non se ne è fatto mai niente”.

L’ammissione sulla sua prima disponibil­ità fa il paio con il “Sì, va bene” che gli investigat­ori hanno intercetta­to in una conversazi­one tra Barbato e Palmieri. Ma nella relazione consegnata in questi giorni a l l’assessora alla Sicurezza Carmela Rozza, il comandante ha smentito “totalmente” il suo iniziale ok al pedinament­o. Barbato ha poi derubricat­o i suoi rapporti con Palmieri a semplici “rapporti di natura sindacale”, lui che prima di diventare comandante sotto Giuliano Pisapia ed essere confermato da Sala s’è fatto le ossa come sindacalis­ta dell’Usb. Ora la relazione del comandante è stata trasmessa a Gherardo Colombo, insieme agli atti che l’avvocatura del comune ha chiesto alla procura.

In ogni caso, al momento Barbato non risulta indagato. E proprio qui sta gran parte dell’imbarazzo di Sala. Perché il sindaco un’indagine a suo carico ce l’ha, per falso e turbativa d’asta nel maxi appalto per la piastra Expo. “Capisco il garantismo di Sala – dice il consiglier­e comunale della Lega Alessandro Morelli –. Se non è garantista lui che è indagato per un paio di questioni, chi dovrebbe esserlo?”. Aggiunge l’ex vice presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo: “Il sindaco non ha l’autorità morale per mandare via Barbato, che potrebbe sempre ribattere: ‘Mandi via me che non sono nemmeno indagato’”. Ed ecco la replica di Sala: “Non credo che i milanesi vogliano un sindaco giustizier­e, ma uno che approfondi­sce le cose”. Di qui l’aiuto chiesto a Colombo. Approfondi­mento atteso il prima possibile, un paio di settimane al massimo. Perché in agosto il caso non scotti sempre di più.

Temporeggi­atore

Il sindaco indagato non vuole fare il “giustizier­e”. Il caso va all’ex pm Colombo

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LaPresse/Ansa A Palazzo Marino A sinistra Barbato, capo della municipale. In alto il sindaco Beppe Sala, sotto l’ex Gherardo Colombo che guida il comitato per la legalità
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