Il Fatto Quotidiano

De Luca sogna 4 milioni di passeggeri al suo scalo

Salerno Dopo i conflitti, la Gesac di Napoli gestirà l’aeroporto Annuncia: “Basta clientelis­mo”. Ma nel Cda c’era anche lui

- » ANGELA CAPPETTA

La

nuova promessa del governator­e della Campania Vincenzo De Luca al suo “feudo” di Salerno, lanciata il 21 luglio scorso, è fare dell’aeroporto “Salerno- Costa d’Amalfi” uno scalo da quattro milioni di passeggeri all’anno. Cifra irreale se si pensa che Capodichin­o a Napoli ha un traffico di 3,5 milioni, mentre Salerno è arrivata a 1612 passeggeri sui voli commercial­i nel 2015 e ha sfiorato i 2923 nel 2016.

Sabato scorso il primo volo del mattino per Zante del tour operator Balkan Express (che volerà solo nei weekend, fino al prossimo 9 settembre, anche per Croazia e Montenegro) contava una decina di viaggiator­i. Più nutrito invece il gruppo di spettatori che attendevan­o il decollo di uno del Fokker da 50 posti, il cui biglietto costa in media 220 euro. Le prenotazio­ni sono possibili solo on-line perché allo scalo salernitan­o non c’è biglietter­ia. Dal 10 settembre in poi, con la stagione estiva alle spalle, si attende il vero decollo garantito da De Luca dopo l’accordo con la Gesac, la società che gestisce già l’aeroporto napoletano. “C’è fiducia”, volendo riprendere un vecchio slogan elettorale deluchiano, perché “il presidente fa miracoli” dice un signore ben informato sulla storia dell’impianto. Tanto da non poter negare che se finora lo scalo non è decollato “è solo colpa della politica”. Eppure la politica dell’allora sindaco di Salerno Vincenzo De Luca ostacolò l’ingresso della Gesac nella gestione del “Salerno-Costa d’Amalfi”.

ERA IL 2007 quando De Luca, in pieno contrasto con l’allora governator­e Antonio Bassolino (che aveva chiuso un accordo di programma con Gesac per la gestione della rete aeroportua­le campana) tuonò: “Mai i napoletani a Salerno”. E rincarò la dose dicendo che “l’aeroporto di Salerno è l’opera più inutile mai realizzata, sarebbe stato meglio coltivare un campo di patate”. Lo scalo fu così dato in gestione ad una società consortile, for- mata dalla Camera di Commercio di Salerno e da vari comuni, tra cui quello di Salerno. Dal 2000 ad oggi, l’ente camerale ci ha rimesso 30 milioni.

GLI ULTIMI TRE bilanci registrano una perdita di 3,5 milioni e l’aeroporto è sopravviss­uto grazie ai servizi di aereo taxi e ai tanti vip che ne hanno usufruito: da Naomi Campbell, protagonis­ta di una sfuriata al controllo dogana perché si rifiutò di aprire la sua borsa, a Lionel Messi, Leonardo Di Caprio e Monica Bellucci. Dal 2010 al 2012 ci ha guadagnato solo Alitalia firmando un contratto di quattro milioni all’anno, facendo pagare un biglietto andata e ritorno per Milano 600 euro. Ma ecco che a distanza di 10 anni il presidente della Regione Campa- nia cambia idea, investe tre milioni di euro nello scalo, promette un traffico da capogiro e bacchetta ancora la vecchia società. “Sette anni di gestione disastrosa, clientelar­e, demenziale e irresponsa­bile perché l’aeroporto è stato utilizzato più per fare clientela politica che per fare impresa”, ha commentato così De Luca il 22 giugno scorso, dimentican­do forse di essere stato nel cda della società di gestione nel 1996, 2006 e 2009. “Bisogna chiudere il libro e partire da zero” è la ricetta del governator­e. Ma finora gli unici libri sono quelli contabili su cui sta indagando la Corte dei Conti e i milioni visti sono quelli relegati nella voce perdite. Eppure c’è chi promette miracoli.

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Angela Cappetta Nessuno allo scalo

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