Il Fatto Quotidiano

“Altro che socialismo: Maduro come Renzi, ha dato solo elemosine”

Il docente: “Solo la Chiesa può salvare il Paese, il governo non la può sconfessar­e”

- » PIERFRANCE­SCO CURZI

“Nicolas Maduro non è Hugo Chavez, il Paese ha iniziato a scricchiol­are proprio durante il passaggio di consegne tra i due leader bolivarian­i. Morto e santificat­o il comandante, la presidenza di Maduro è coincisa col crollo del petrolio”.

Antonio Moscato, docente di Storia Contempora­nea e del Movimento Operaio, scrittore e profondo conoscitor­e della realtà latinoamer­icana, analizza il caos venezuelan­o.

C’è altro dietro alla deriva attuale?

La responsabi­lità va data ad un leader incapace, magari meno corrotto, ma in balìa di un ‘cerchio magico’ capeggiato da soggetti come Diosdado Cabello ( presidente dell’Assemblea nazionale, ndr).

L’economia del paese è al collasso, cosa sta accadendo?

Proteggere la popolazion­e, specie le sacche di povertà, con pacchi di alimenti e borse di studio gratis non è un modo per andare avanti. Si tratta di elemosine verso chi soffre... La borghesia e i ceti medio-alti come reagiscono?

I ricchi continuano a vivere bene e a lamentarsi. In tanti hanno sguazzato nel benessere, adesso e sotto il chavismo, mentre la gente continua a frugare tra l’immondizia. C’è poi l’aspetto politico: secondo lei Maduro ha ancora la maggioranz­a dei venezuelan­i dalla sua parte? Assolutame­nte no, ha perso almeno 2,5 milioni di voti, non necessaria­mente finiti all’opposizion­e. Il colpo più duro glielo ha inferto la procuratri­ce generale, Luisa Ortega Diaz, chavista e legata a Cabello, che gli ha voltato le spalle.

Come giudica il voto per l’Assemblea Costituent­e di domenica scorsa?

Una buffonata. La decisione è stata presa lo scorso primo maggio, studiata a tavolino e presentata come uno show. Il modo più grottesco per sciogliere il parlamento e sostituirn­e i membri. Si parla di sanzioni e ingerenze degli Stati Uniti, addirittur­a di un attacco diretto: è uno scenario realistico?

Tutt’altro, gli Usa, in questa fase, non hanno alcun interesse ad affondare il colpo. Sono già rimasti scottati durante il golpe contro Chavez nel 2002. Le minacce verso Maduro, inoltre, potrebbero rivelarsi un boomerang.

Tra le sanzioni si parla anche della questione petrolio. Perché dovrebbero farlo? Il Venezuela, attraverso la compagnia Pdvsa, vende a Washington petrolio di buona qualità con il 70% di sconto e concede agli States di sfruttare i giacimenti dell’arco minero dell’Orinoco. Ma allora le storie sulla nazionaliz­zazione dell’oro nero?

Tutte balle. L’impresa privata sotto Chavez è cresciuta. Il Venezuela non è mai stato un Paese socialista come si pensa, ha distribuit­o bonus, un po’ come gli 80 euro di Renzi. Il fallimento dell’esperienza bolivarian­a mette in crisi il pensiero di sinistra?

La discussion­e sulla crisi generale della sinistra mondiale e sul manifesto socialista non è mai partita, in America Latina e tanto meno in Venezuela. In fondo non c’è mai stata neppure dopo il crollo dell’Urss.

Il voto per la nuova Costituent­e, gli scontri, le vittime e i diritti umani calpestati: come vede il futuro di breve periodo in Venezuela? Vorrei avere qualche settimana di tempo per capire le conseguenz­e del voto, non sono bravo a predire il futuro. Maduro, tuttavia, sa bene di essersi indebolito, per questo o cerca un accordo generale e se ne va dal Venezuela o si potrebbero aprire scenari peggiori della guerra civile.

Chi dovrà mediare?

Il ruolo tocca alla chiesa, perché Maduro non la può sconfessar­e, certo non a paesi come Colombia, Messico e tanto meno gli Usa.

Come giudic a i l compor tamento e l a sostanza dell’opposizion­e politica Venezuelan­a? Sono rozzi, trogloditi, mentitori come chi governa, inoltre non hanno nulla da proporre. Rappresent­ano i resti della socialdemo­crazia più alcuni gruppi di destra e cercano solo di impossessa­rsi delle ricchezze. Da qui a dire che sono dei nazisti però ce ne passa.

Proteggere le sacche di povertà con pacchi di cibo e borse di studio gratis non è un modo per andare avanti Il voto per l’Assemblea costituent­e è solo un brutto show, il modo più grottesco per sciogliere il Parlamento Washington compra petrolio con il 70% di sconto, gli Usa non hanno interesse ad affondare il colpo con vere sanzioni

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