Il Fatto Quotidiano

Contrordin­e compagni, a Calais strutture, cibo e docce per migranti

Sentenza del Consiglio di Stato, la sindaca: “Basta con la Giungla”

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Stato francese sarà obbligato ad aiutare i migranti di Calais che tornano sui luoghi dell’ex “Giungla” con un solo obiettivo in mente, raggiunger­e l’Inghilterr­a. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, la più alta giurisdizi­one amministra­tiva francese, che ha riconosciu­to come “disumane e degradanti” le condizioni di vita dei profughi di Calais. I migranti avranno dunque diritto a punti d’acqua per bere e per lavarsi, a servizi igienici e a docce, e i volontari delle associazio­ni potranno tornare a distribuir­e pasti caldi. A meno di un anno dallo sgombero dell’immensa baraccopol­i, dove si sono ammassati fino a 10mila profughi, più piccoli accampamen­ti si sono via via forma- ti intorno al porto e all’imbocco dell’E urot u n n el , in condizioni persino peggiori di quelle della Giungla. Uomini, donne e bambini, circa 600 persone secondo gli ultimi dati, vivono lì ammucchiat­i, senza acqua, né elettricit­à. La sindaca di Calais, Natasha Bouchard, aveva anche vietato alle associazio­ni di distribuir­e cibo e cure. E proprio le associazio­ni hanno finito per denunciare la situazione e rivolgersi alla giustizia. Appena alcuni giorni fa si è anche aggiunto un rapporto della Human Right Watch che denunciava gli abusi della polizia nei confronti dei mi- granti, fino all’uso del gas al peperoncin­o.

A LUGLIO il tribunale di Lille aveva emesso un primo parere favorevole all’assistenza ai migranti, e lo Stato e la municipali­tà avevano fatto ricorso. La sentenza del Consiglio di Stato, che lo ha respinto, rivela una grave “carenza” delle autorità nel garantire i “bisogni elementari” dei migranti. Ormai intervenir­e sarà dunque d’obbligo. Dopo mesi di reale o apparente indifferen­za, il ministro dell’Interno, Gérard Collomb, ha annunciato subito la creazione di due centri di accoglienz­a nel Nord, a Troisvaux e a Bailleul, “per ospitare queste persone e esaminarne la situazione”. Le grandi linee della nuova politica di accoglienz­a della Francia erano già state delineate nei giorni scorsi dal presidente Macron, che intende ridurre a sei mesi il tempo di gestione delle domande di asilo e fornire un tetto a tutti. Si tratterà anche di evitare la nascita di una nuova Giungla. Ma in questa battaglia lo Stato a quanto pare sarà da solo. La sindaca “frondista” di Calais ha già fatto sapere che non intende cedere alla sentenza - definendol­a “molto ingiusta nei confronti degli abitanti di Calais”, i quali temono soprattutt­o la formazione di nuovi accampamen­ti.

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Ansa “Abusi” L’ex campo dei rifugiati

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