Scaramucci, 10 fanfaronate in 10 giorni
I10
giorni di Anthony Scaramucci alla Casa Bianca: non entreranno nella storia come “I 10 giorni che sconvolsero il Mondo” di John Reed, ma un segno nelle cronache Usa lo lasciano di sicuro. Per il vanitoso finanziere vale, riadattato, il motto di Plinio il Vecchio: “Nessun giorno senza una castroneria”. Esordì il 21 luglio con una conferenza stampa senza acuti, a parte “l’amore” per il presidente Trump. Il 22 attuò l’‘operazione trasparenza’ – così la definì – sul suo account twitter, cancellando i tweet in cui ad esempio esprimeva sostegno a Hillary Clinton o era a favore del controllo delle armi: “Le opinioni evolvono e quelle superate non devono costituire una distrazione”, spiegò. Domenica 23, la passò facendo il giro dei talk show delle tv d’America.
LUNEDÌ 24, gli nacque James, il secondo figlio: lui lo seppe da un sms della moglie, mentre stava col presidente a mille chilometri di distanza, con i boy scout in
West Virginia. Martedì 25, si dimette Michael Short, un assistente che lui intendeva cacciare: “Licenzierò tutti, se non cessano le fughe di notizie”. Il giorno dopo, c’è una cena con gente della Fox, di cui la stampa viene a sapere, mentre Politico pubblica, utilizzando informazioni disponibili, i suoi dati finanziari. Anthony perde le staffe: telefonata furibonda a un giornalista del New Yorker, insulti e minacce con linguaggio postribolare a mezza Casa Bianca, “licenzio tutti” e“chiamo l’Fbi”. Quella di cancellare i tweet diventa un’abitudine: ci ricasca il 27, eliminando i messaggi più coloriti del giorno prima. Il 28, se ne va Priebus il nemico e si viene a sapere che la moglie ha chiesto il divorzio. Anthony passa il giorno dopo combattendo contro i media sulle questioni familiari. Chissà se capisce che l’arrivo di Kelly al posto di Priebus è la sua fine: l’uomo che voleva licenziare tutti è licenziato, più in fretta di tutti.