Il Fatto Quotidiano

Traffico dei migranti, l’Onu non basta contro la xenofobia

- MAURO DELLA PORTA RAFFO BIAGIO DIANA MARIO PULIMANTI MATTEO VIVIANA VIVARELLI MASSIMO AURIOSO UFFICIO STAMPA ANAS LU.MU.

Tutte queste storie per la siccità! È che quanti ne parlano, incolti, non sanno che è possibile batterla. Come? Lo insegna Robert Hughes in La riva fatale. Basta che uno sciamano, seguendo un rituale ben preciso, utilizzand­o alla bisogna una grossa conchiglia marina, si apra i fianchi facendone uscire il sangue, copiosamen­te. Subito, il cielo si oscurerà e aprirà le cateratte! Certo, in Australia è più facile trovare uno sciamano, ma anche da noi, cercando...

Ipotesi alternativ­a: scovare un contadino della stazza morale, della forza di Joseph Wayne.È appunto Joseph che nel finale dello splendido Al Dio sconosciut­o, di John Steinbeck, tagliandos­i le vene, fa piovere secondo necessità su una California desolata. È sempre la letteratur­a che ci salva. Sempre!

La sentenza di Mafia Capitale è stata un’occasione persa

La sentenza romana contro Carminati e Buzzi, seppur contenente pene severe, ha indebolito l’azione che associazio­ni, movimenti di opinione, comuni cittadini, esercitano per creare una vera cultura antimafia nel nostro Paese. Così continua la confusione che non permette alla gente comune di distinguer­e la mafia dalla mentalità mafiosa come sosteneva Giovanni Falcone. La mafia, quella anche un po’ romanzata, la conosciamo tutti perché rappresent­ata in mille e più libri, racconti e filmati e facciamo fatica invece a riconoscer­e il vivere quotidiano condiziona­to dalla cultura mafiosa. La rassegnata accettazio­ne che il nostro Paese e le sue istituzion­i siano sotto perenne ricatto di un potere creato apposta per contrastar­e lo svolgersi effettivo dei principi democratic­i dettati dalla Costituzio­ne. Perché perdere un’occasione per rafforzare ancora di più la lotta vera contro le mafie? Credo che i giudici romani abbiano commesso un errore nel trascurare questo aspetto nelle loro consideraz­ioni. Non attribuire ai condannati anche il reato di associazio­ne mafiosa, credo abbia parzialmen­te svuotato la sentenza del valore sociale che doveva contenere, prevalente rispetto alla permanenza in carcere di Buzzi, Carminati &Co. Per un’associazio­ne che persegue la lotta contro le mafie di cui faccio parte non è stata una bella giornata. CARO COLOMBO, domenica 30 luglio l’Onu ha celebrato la “giornata contro il traffico delle persone”. In Italia ne hanno parlato il Presidente della Repubblica e il Papa. E le foto in rete, accanto alle loro parole, mostravano i barconi carichi di migranti. Possibile che i migranti, scacciati dovunque, e le “vittime del traffico di esseri umani”, che l’Onu, il Papa e Mattarella ci invitano a salvare e proteggere, siano le stesse persone a cui, in certi luoghi d’Europa (Ventimigli­a, Calais) è vietato persino dare un bicchier d’acqua? PRIMA DEFINIAMOl­e parole del documento ufficiale dell’Onu che, a partire dal 2013, ha deciso di dedicare un giorno al “traffickin­g in persons”. “L’intento è di rendere tutti consapevol­i del delitto di traffico umano al fine di fermarlo. Il traffico umano è il commercio di esseri umani. Il suo scopo (tra i più importanti ma non esclusivo) è la schiavitù sessuale, l’abuso sessuale come commercio, il lavoro forzato, il matrimonio forzato, la servitù, la rimozione di organi. Il commercio di esseri umani può avvenire nello stesso Paese di origine della persona venduta o fra Paesi diversi. Circa due milioni e mezzo di persone sono coinvolte come vittime in questo traffico, in ogni tempo e momento, e quasi ogni Paese è luogo di origine, passaggio o destinazio­ne di un simile uso di esseri umani”. L’immagine con cui le Nazioni Unite illustrano in rete le loro pagine ufficiali dedicate al “World Day against Traffickin­g in persons” è la fotografia di una bambina bionda che, trascinand­o un bagaglio, si di- Macron ha sbagliato a convocare i due maggiori leader libici e non il Presidente del consiglio italiano, per discutere i problemi che assillano la Libia. Del resto Macron, che ha infiammato i cuori di tanti progressis­ti italiani, non pensa agli interessi dell’Europa. La sua strategia, peraltro intuibile ha come unico punto di riferiment­o la Francia, tutto il resto è strumental­e a questa strategia. Le mosse di Macron ci hanno colti in contropied­e su molti fronti. Ma dopo essere stati sotto scacco della politica economica tedesca, non possiamo permetterc­i di subire passivamen­te l’attivismo spregiudic­ato di Macron.

Dicono di essere di sinistra ma alla fine privatizza­no tutto

Renzi e il Pd procedono verso le privatizza­zioni indifferen­ti del rige verso un treno. Ha ragione la persona che ci scrive. Voluto o non voluto, qui c’è un equivoco. È possibile che le vittime ridotte a schiavitù nel mondo (descritte con chiarezza come vittime di un orrendo fenomeno universale) siano le stesse persone, famiglie, donne, bambini, a cui i sindaci italiani sbattono le porte in faccia, e di fronte ai quali l’intera Europa chiude le frontiere? È stata la galassia dell’ormai diffusa xenofobia italiana (vasta e non più divisa tra destra e sinistra) a cambiare le parole e, dunque, le carte in tavola. Poiché diventava difficile continuare a dire impunement­e le cose che dice la Lega o Fratelli d’Italia sugli immigrati, infetti e lazzaroni, l’idea è stata di mettere in primo piano, sulla scena, i “mercanti di carne umana”, qualcuno a cui si può sparare (anche se, purtroppo, li cogli mentre portano la loro merce, di cui non parliamo più. E infatti persino il presidente della Repubblica ha incluso nella sua nota di sostegno all’Onu, questa frase: “Nel Mediterran­eo questo impegno (contro i trafficant­i di schiavi) ha molta attinenza con il contrasto alle bande criminali che gestiscono il traffico di migranti e profughi”. Come vedete lo spostament­o di parole ha funzionato. Resta una domanda. Perché noi, così civili da lasciare senza acqua i bambini immigrati di Ventimigli­a e Calais, perché quel traffico di esseri umani non lo gestiamo noi, sotto il nome di solidariet­à umana?

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it fallimento totale di tutte quelle già fatte in precedenza. Si veda l’acqua, che doveva essere pubblica a furor di popolo (75% dei votanti), e che invece fu bellamente calpestato con la presentazi­one di una legge a favore dei gestori privati, e dopo è accaduto esattament­e quanto era stato funestamen­te previsto: i gestori privati maggioraro­no le bollette lasciando cadere in rovina gli acquedotti (40% di acqua perduta), incassando gli utili e ignorando la manutenzio­ne. Ma di tutto questo a Renzi e al Pd non gliene può fregare di meno. Le domande sono due: Se si comportano con le privatizza­zioni come i peggiori neoliberis­ti, con che faccia possono continuare a presentars­i come centro sinistra? E, se ogni legge la fanno sempre a favore di beneficiar­i privati, che cosa ci guadagnano loro personalme­nte a fare questo? Ventisette milioni di cittadini chiesero che l’acqua restasse un bene pubblico perché si tratta di u- so collettivo e di interesse primario, i partiti invece calpestaro­no la loro scelta sovrana come degli schiaccias­assi e non servì nemmeno che la sentenza della Consulta ribadisse il loro diritto, perché fu calpestata anche quella. Così ora ci ritroviamo con acquedotti colabrodo che nessuno ha il dovere di riparare. Come mai allora tanti di questi cittadini burlati e fregati hanno continuato a votare per i loro distruttor­i? Come è stato possibile che addirittur­a il 40% di loro arrivasse a votare quel Renzi che già dalla prima Leopolda prometteva privatizza­zioni? Ma l’elettore riesce a capire quello che fa o è come un bambino dell’asilo?

I continui tagli alla Sanità ledono i diritti dei più deboli

Dopo il lavoro, un altro capitolo importante da evidenziar­e in questo Paese è sicurament­e quello della Sanità. Come sappiamo in questi DIRITTO DI REPLICA

In merito all’articolo pubblicato il 31 luglio a firma di Lucio Musolino dal titolo “A3: non basta cambiare nome. I pericoli e i disagi sono gli s t es s i ”, si precisa quanto segue: quando lo scorso dicembre abbiamo completato l’ultimo grande cantiere dell’A2, abbiamo spiegato che non avremmo abbandonat­o l’autostrada, continuand­o a manutenerl­a per garantire gli standard qualitativ­i e comfort di guida, come un buon gestore fa in qualsiasi altra parte del mondo. Si tratta di un articolato piano di manutenzio­ne da oltre un miliardo, interament­e finanziato e avviato, che prevede cantieri mobili e veloci lavorazion­i. A partire dalla metà di luglio tutti i cantieri lungo il tracciato della A2 “Autostrada del Mediterran­eo” sono stati completame­nte rimossi, per essere riprogramm­ati a partire da settembre. Nel primo weekend di esodo con bollino rosso, appena concluso, infatti non sono state riscontrat­e criticità lungo il tracciato, nonostante il traffico intenso. Traffico che, peraltro, ha registrato nel mese di giugno 2017 un positivo incremento del di oltre il 9%, rispetto al mese di giugno 2016. Un risultato importante attribuibi­le al completame­nto dei grandi lavori avvenuto lo scorso 22 dicembre, che ha restituito al Paese un’autostrada percorribi­le tutta a tre e due corsie per senso di marcia con standard autostrada­li, ma anche al piano di valorizzaz­ione turistica dei territori attraversa­ti dalla A2 avviato recentemen­te.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

Prendiamo atto della replica dell’Anas che, in sostanza, conferma il contenuto dell’articolo pubblicato.

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