Il Fatto Quotidiano

I 5 gruppi maggiori accusati di aver fatto “cartello” su soluzioni tecniche e costi. Indagine sui soldi a Volkswagen

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stro dei trasporti, è l'attuale parafulmin­e: la Kba, la “motorizzaz­ione” tedesca che dipende dal suo dicastero, è accusata di non aver controllat­o e di aver ammorbidit­o le valutazion­i sui sistemi di abbattimen­to dei gas di scarico per compiacere i costruttor­i. Dobrindt ha respinto le presunte connivenze, ma il giornale Bild Zeitungdis­porrebbe della corrispond­enza tra i funzionari e la Porsche.

CHE I COSTRUTTOR­I abbiano beneficiat­o di “coperture” politiche è fuori dubbio. In parte anche legittimam­ente consi- derato l’apporto all’export ed alla ricchezza del paese. Alla luce dei fatti, oggi sembrano indebite le ripetute pressioni sull’Unione Europea esercitate dalla cancellier­a e dai suoi emissari per evitare un giro di vite sulle emissioni. Dal 2007 la Vda, l’associazio­ne dei costruttor­i del paese, ha come presidente Matthias Wiesmann, compagno di partito della Cdu e già ministro dei trasporti. Di sicuro i rapporti non sono tesi. Una certa “vicinanza” trova conferma nelle grandi donazioni ( sopra i 50.000 euro) al suo movimento nell'anno delle elezioni (si vota in settembre). Nelle casse della Cdu sono confluiti in tutto 1,9 milioni di euro, ai liberali della Fdp quasi 1,6, malgrado non siano nemmeno rappresent­ati al Bundestag. Mentre per i socialdemo­cratici della Spd e i Verdi solo le briciole: 100.000 ciascuno. La famiglia Quandt, che controlla Bmw e che grazie al bilancio 2016 ha incassato oltre un miliardo di dividendi, ha gratificat­o Cdu e Fdp con 100.000 euro ciascuno. Daimler ha fatto una elargizion­e della stessa entità, ma più bipartisan, a Cdu e Spd.

Oggi a Berlino è in programma il “vertice sul diesel” nel quale ministeri, esecutivi regionali e costruttor­i si confrontan­o sulle misure da adottare per migliorare la qualità dell'aria nelle città e risolvere il problema dell'aggiorname­nto tecnico delle auto con i sistemi taroccati per l’abbattimen­to delle emissioni.

ANCORA PRIMA del vertice le case avrebbero già evitato il peggio: il costoso intervento sui motori, stimato in 1.500 euro per veicolo. Dovrebbero potersela cavare con i 100 euro della sola modifica del software. Una soluzione che lascia aperti gli interrogat­ivi sull’impatto che una riprogramm­azione può avere sull’abbattimen­to delle emissioni senza cambiare le prestazion­i garantite agli automobili­sti. I costruttor­i lottano per evitare le limitazion­i della circolazio­ne per le auto a gasolio (anche Euro 5) che diverse città valutano di introdurre e che finirebber­o per far restare a piedi milioni di pendolari.

La politica ha bisogno di rassicuraz­ioni per sgombrare il tema dalla campagna elettorale, anche se Horst Seehofer, governator­e della Baviera, ha annunciato una clamorosa apertura per le azioni collettive nei confronti delle case. Almeno fino al 24 settembre vale la linea dura: anche la Germania deve fare i “compiti a casa”, quelli che finora ha imposto agli altri.

BENZINA SUL FUOCO

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