Il fisco sceglie di non cambiare: la lotta ai furbetti fatta alla cieca
▶CAMBIANO
i governi e i vertici del fisco, ma la lotta all’evasione segue sempre le stesse logiche, mentre la macchina amministrativa perde pezzi. Breve riassunto: Matteo Renzi ha deciso che Rossella Orlandi non andava più bene all’Agenzia delle Entrate, e l’ha fatta sostituire con l’“amico” Ernesto Maria Ruffini. Con la Orlandi si sono raggiunti i “record di recupero dell’evasione” con cui Renzi si è baloccato per tre anni: l’ultimo, nel 2016, è stato di 19 miliardi. Un dato gonfiato dai controlli automatici e dal condono sui capitali esteri, mentre i controlli effettivi calavano (così come - ha denunciato Orlandi - i funzionari impiegati nell’accertamento). Senza dare spiegazioni l’ex premier ha preteso il ricambio. Solo che la “rivoluzione del fisco” si è fermata lì. Ieri è stata infatti firmata la convenzione tra il Tesoro e l’Agenzia con gli obiettivi per il triennio. Il più importante è il gettito recuperato: 15,7 miliardi nel 2017 e 15 nel 2018 e 2019. L’ex viceministro all’Economia Enrico Zanetti (Sc), feroce critico della Orlandi, ha notato sconsolato che ripete gli stessi errori delle convenzioni precedenti: “La valorizzazione dei soli dati quantitativi, fatti convergere verso il raggiungimento di obiettivi numerici e di cassa, tali da soddisfare le attese della politica e riempire i comunicati stampa”.
A che serve, per dire, fissare un obiettivo del 94% di controlli con esito positivo se poi quello in termini di vittorie nel contenzioso è del 66%? Significa spingere gli uffici a contestare sempre qualcosa, tanto poi può avere torto una volta su tre e comunque si incassano i premi di risultato, basati sugli stessi obiettivi quantitativi, come se l’evasione fosse tutta uguale. Anche perché la percentuale degli importi decisi in via definitiva a favore dell’Agenzia si ferma al 76%. E quindi il fisco può perdere nel 34% dei casi, perdendo anche il 24% dell’imposta accertata, ma centrare comunque gli obiettivi. Tanto poi arriva sempre un condono a coprire gli ammanchi: guarda caso quest’anno nei 15,7 miliardi di obiettivo possono rientrare anche gli incassi della “rottamazione delle cartelle” di Equitalia. Non è vera lotta all’evasione, ma al governo va bene così.