Riscatto della laurea: più sei ricco, maggiore è il risparmio
Non è ancora chiaro se e come il governo intenda intervenire sul tema del riscatto della laurea. Il meccanismo che permette di contare gli anni di studio universitario come periodo lavorativo, rendendoli quindi utili al calcolo della pensione, è oggi molto costoso e commisurato al reddito. Farlo diventare gratuito sta stuzzicando l'esecutivo che spera di recuperare consensi tra i più giovani. Il comitato #RiscattaLaurea ha lanciato una campagna sui social e anche i sindacati, impegnati nelle trattative sulla fase due del pacchetto previdenza, stanno spingendo in tal senso. A Palazzo Chigi c'è diversità di vedute, qualcuno preferisce la “pensione di garanzia”, ma il sottosegretario al-
l'Economia Pier Paolo Baretta porta avanti una battaglia personale sul riscatto gratuito. In un'intervista a Repubblica, ha fornito dettagli sulla sua idea.
I BENEFICIARIsarebbero solo i futuri laureati; chi ha già conseguito il titolo avrà al massimo uno sconto. Né, naturalmente, chi ha già pagato per farlo potrà essere rimborsato. “Farlo in maniera retroattiva – ha spiegato Baretta – sarebbe troppo costoso”. La proposta creerebbe dunque un divario generazionale al contrario: più tardi sei nato, più sei fortunato. Facciamo un esempio, riportando quelli pub- blicati sul sito dell'Inps. Una lavoratrice di 27 anni, che nell'ultimo anno ha guadagnato 21.500 euro, oggi deve a versare 28.500 euro per il riscatto della sua laurea. Una persona immatricolata nel 2018, e che tra otto anni si troverà in identiche condizioni, non dovrà invece spendere un centesimo. Il problema delle carriere discontinue e della conseguente bassa aspettativa pensionistica riguarda però chi già in questo momento è nel mondo del lavoro. Con la proposta di Baretta, i lavoratori di oggi non avrebbero tuttavia nessun vantaggio. Altra questione: il sottosegretario non ha ipotizzato distinzioni tra diversi livelli di red- dito. Chiunque, insomma, godrebbe della procedura gratuita. Così facendo, un uomo di 40 anni con reddito annuo da 52.300 euro, sgravato dell'intero costo del suo riscatto, risparmierebbe ben 60 mila euro. Confrontando questo caso con il precedente esempio, si capisce che non c'è progressività: più sei ricco, più alto sarà il risparmio. È stato il giuslavorista Luca De Vecchi – intervenuto sulla rivista Strade– a definire “fortemente regressiva” l'idea circolata. Il legale ha anche fatto notare come il riscatto della laurea non risolva il problema delle pensioni future, perché se è vero che il mercato del lavoro si rivela ostico anche per chi è dottore in qualcosa, le difficoltà maggiori – come testimoniato dai dati - restano a carico di chi è solo diplomato.