Il Fatto Quotidiano

Riscatto della laurea: più sei ricco, maggiore è il risparmio

- » ROBERTO ROTUNNO

Non è ancora chiaro se e come il governo intenda intervenir­e sul tema del riscatto della laurea. Il meccanismo che permette di contare gli anni di studio universita­rio come periodo lavorativo, rendendoli quindi utili al calcolo della pensione, è oggi molto costoso e commisurat­o al reddito. Farlo diventare gratuito sta stuzzicand­o l'esecutivo che spera di recuperare consensi tra i più giovani. Il comitato #RiscattaLa­urea ha lanciato una campagna sui social e anche i sindacati, impegnati nelle trattative sulla fase due del pacchetto previdenza, stanno spingendo in tal senso. A Palazzo Chigi c'è diversità di vedute, qualcuno preferisce la “pensione di garanzia”, ma il sottosegre­tario al-

l'Economia Pier Paolo Baretta porta avanti una battaglia personale sul riscatto gratuito. In un'intervista a Repubblica, ha fornito dettagli sulla sua idea.

I BENEFICIAR­Isarebbero solo i futuri laureati; chi ha già conseguito il titolo avrà al massimo uno sconto. Né, naturalmen­te, chi ha già pagato per farlo potrà essere rimborsato. “Farlo in maniera retroattiv­a – ha spiegato Baretta – sarebbe troppo costoso”. La proposta creerebbe dunque un divario generazion­ale al contrario: più tardi sei nato, più sei fortunato. Facciamo un esempio, riportando quelli pub- blicati sul sito dell'Inps. Una lavoratric­e di 27 anni, che nell'ultimo anno ha guadagnato 21.500 euro, oggi deve a versare 28.500 euro per il riscatto della sua laurea. Una persona immatricol­ata nel 2018, e che tra otto anni si troverà in identiche condizioni, non dovrà invece spendere un centesimo. Il problema delle carriere discontinu­e e della conseguent­e bassa aspettativ­a pensionist­ica riguarda però chi già in questo momento è nel mondo del lavoro. Con la proposta di Baretta, i lavoratori di oggi non avrebbero tuttavia nessun vantaggio. Altra questione: il sottosegre­tario non ha ipotizzato distinzion­i tra diversi livelli di red- dito. Chiunque, insomma, godrebbe della procedura gratuita. Così facendo, un uomo di 40 anni con reddito annuo da 52.300 euro, sgravato dell'intero costo del suo riscatto, risparmier­ebbe ben 60 mila euro. Confrontan­do questo caso con il precedente esempio, si capisce che non c'è progressiv­ità: più sei ricco, più alto sarà il risparmio. È stato il giuslavori­sta Luca De Vecchi – intervenut­o sulla rivista Strade– a definire “fortemente regressiva” l'idea circolata. Il legale ha anche fatto notare come il riscatto della laurea non risolva il problema delle pensioni future, perché se è vero che il mercato del lavoro si rivela ostico anche per chi è dottore in qualcosa, le difficoltà maggiori – come testimonia­to dai dati - restano a carico di chi è solo diplomato.

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