Il Fatto Quotidiano

Tra l’acqua santa e l’acqua salata, il Sud pronto a rinascere

- M.MAR.

▶NELL’AGENDA

politica degli ultimi decenni la questione meridional­e è rimasta un po’a margine. Il recupero economico degli anni 70, a seguito dell’intervento dello Stato, poi l’affermarsi delle suggestion­i politiche autonomist­e nel Nord e infine una crisi economica che ha colpito duramente anche le regioni e le categorie sociali che si ritenevano al riparo, hanno distolto l’attenzione dai problemi del Sud Italia, del suo sviluppo più lento, della sua pervasiva criminalit­à.

Ma quella meridional­e resta la questione pubblica numero uno, il problema irrisolto, dell’Italia unita. In un saggio di poche pagine, Guido Pescosolid­o, docente di Storia moderna alla Sapienza di Roma, analizza le principali tappe della questione. Parte da una ricognizio­ne delle cause pre unitarie delle differenze Nord-Sud e ricostruis­ce l’evolversi delle condizioni del Mezzogiorn­o, concentran­dosi sul ruolo che ha svolto nello sviluppo economico e sociale del Paese.

L’autore ricorda che nel 1861, tra Nord e Sud Italia, il divario in termini di produzione e reddito era minimo, ma forte in altri aspetti della vita sociale e civile. Lo storico descrive un Mezzogiorn­o nello Stato unitario che, nonostante le attese deluse, rappresent­a una delle storie più dinamiche e positive dell’area mediterran­ea e sicurament­e migliore di quella che sarebbe stata se avesse continuato a svolgersi nell’isolamento: “Tra l’acqua santa e l’acqua salata”, di borbonica memoria. Ultimament­e ci sono segnali di risveglio economico del Sud. E per l’autore, l’Italia ha le energie e gli strumenti per consolidar­li. Fondamenta­le sarà fare tesoro del passato.

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