Sequestrata l’Ong-taxi tedesca “Non diamo foto degli scafisti”
TRAPANI I giudici bloccano la nave Jugend Rettet: “Favoreggiamento alla clandestinità”
■ I pm di Trapani contestano alla organizzazione trasbordi di migranti “non in pericolo di vita”. Le intercettazioni: “Non contribuiamo a identificare le persone e non collaboriamo alle indagini”. A prua la scritta “Fuck Roma”. Perquisita l’imbarcazione
Non erano salvataggi in mare di persone in imminente pericolo – per la Procura di Trapani – ma “passaggi”, trasbordi di migranti dai gommoni dei trafficanti alla più comoda nave Iuventa della organizzazione non governativa tedesca Jugen Rettet: dopo gli allarmi, reiterati nelle commissioni Difesa e Schengen, del procuratore catanese Carmelo Zuccaro contro il ruolo “an o ma l o ” delle ong nel Mediterraneo, si muovono i magistrati di Trapani, per qualche giorno ancora guidati da Ambrogio Cartosio. Il reato contestato è “favoreggiamento dell’i mm ig raz io ne clandestina”, commesso “non a fini di lucro, ma per ragioni umanitarie”: sostiene lo stesso Cartosio.
La Procura di Trapani svela una “prassi”: i pm hanno sequestrato ieri la nave tedesca, bloccata di notte a largo di Lampedusa dalla Guardia costiera e poi scortata nel porto dell’isola. La Ong tedesca è tra quelle, come Medici senza frontiere, che non hanno firmato il Codice di condotta proposto dal Viminale, ma non c’è alcuna relazione tra il provvedimento e il giro di vite imposto dal ministero dell’Interno con il protocollo proposto alle ong e le conseguenze per chi ha deciso di non firmarlo: la richiesta della procura al gip Emanuele Cersosimo risale, infatti, al 17 luglio scorso, quando il protocollo non esisteva.
TRE GLI EPISODI, tra giugno e settembre scorsi (“il 18 giugno un vero rendez vous tra trafficanti e Iuventa”, scrive il gip), in cui membri dell’equipaggio della nave ancora ignoti hanno trasferito a bordo migranti “non in pericolo di vita” rendendosi responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; ma il sospetto, al di là degli episodi, è che per la Ong tedesca quella dei trasbordi sia una prassi, come aveva detto Luigi Di Maio riferendosi genericamente alle ong come “taxi del mare”; la nave, infatti, ha detto ieri il pro- curatore, è stata sequestrata per evitare la “reiterazione del reato”: “Siamo consapevoli di esporci a critiche e strumentalizzazioni – ha detto il procuratore capo Cartosio – ma riteniamo che sia una consuetudine”. Reato commesso, ha precisato sempre il procuratore, “per ragioni umanitarie e non per fini di lucro”, almeno allo stato delle indagini attuali condotte anche attraverso intercettazioni telefoniche satellitari.
GIUNTA IN PORTOa Lampedusa, la Iuventa è stata perquisita da agenti della squadra mobile di Trapani e da investigatori dello Sco che hanno interrogato i sedici membri dell’e q u ipaggio: “Siamo stati interrogati, ci sono state poste delle domande sia sull’ultima missione che sulle precedenti – ha detto Tommaso Gandini, attivista della campagna #o v e r t h e f o rtress lanciata dai membri del progetto Melting Pot – abbiamo chiesto di nominare un avvocato ma siamo stati informati che l’indagine è nei confronti di ignoti”. “Il codice non segue principi umanitari, la Iuventa non è stata confiscata, l’equipaggio non è stato arrestato. Quello che è successo è una procedura standard. Aspettiamo altre informazioni”, fanno sapere dall’ong tedesca.
Dall’esplosione del caso Ong nelle commissioni Schengen e difesa, era noto, e confermato dallo stesso Cartosio, al di là delle sue rassicuranti affermazioni di principio (“le Ong svolgono un’attività umanitaria preziosa di fronte alla quale tutte le persone civili che hanno senso di umanità devono essere grate”) che oltre alla procura di Catania guidata da Zuccaro, autore di dichiarazioni assai esplicite nelle sedi parlamentari con riferimenti alle fonti di finanziamento non chiare di alcune Ong, anche quella di Trapani conduceva un’indagine che andava avanti dall’ottobre scorso. Da quando, cioè, alcuni migranti sbaracati nel porto trapanese avevano messo a verbale presunte intese tra i trafficanti libici e alcuni membri della organizzazione non governativa tedesca. Quelle prime dichiarazioni avevano avuto qualche timida conferma nei tabulati satellitari, anche se poi i riscontri, evidentemente, non sono stati ancora trovati.
È stata raggiunta, invece, per la procura la prova di tre interventi in mare non finalizzati al salvataggio di persone in pericolo imminente ma al semplice trasbordo di migranti avvenuto senza un sos dei potenziali naufraghi o una richiesta di intervento delle autorità italiane, che per la legge italiana, in assenza di condizioni di pericolo, si configura come favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
L’operazione nella notte L’imbarcazione è stata perquisita da Sco, mobile di Trapani e Guardia costiera Riteniamo fosse possibile la reiterazione del reato, commesso non a fini di lucro ma, a mio parere, per motivi umanitari Escludiamo collegamenti tra l’ong e i libici
AMBROGIO CARTOSIO