Il Fatto Quotidiano

Sequestrat­a l’Ong-taxi tedesca “Non diamo foto degli scafisti”

TRAPANI I giudici bloccano la nave Jugend Rettet: “Favoreggia­mento alla clandestin­ità”

- » GIUSEPPE LO BIANCO

■ I pm di Trapani contestano alla organizzaz­ione trasbordi di migranti “non in pericolo di vita”. Le intercetta­zioni: “Non contribuia­mo a identifica­re le persone e non collaboria­mo alle indagini”. A prua la scritta “Fuck Roma”. Perquisita l’imbarcazio­ne

Non erano salvataggi in mare di persone in imminente pericolo – per la Procura di Trapani – ma “passaggi”, trasbordi di migranti dai gommoni dei trafficant­i alla più comoda nave Iuventa della organizzaz­ione non governativ­a tedesca Jugen Rettet: dopo gli allarmi, reiterati nelle commission­i Difesa e Schengen, del procurator­e catanese Carmelo Zuccaro contro il ruolo “an o ma l o ” delle ong nel Mediterran­eo, si muovono i magistrati di Trapani, per qualche giorno ancora guidati da Ambrogio Cartosio. Il reato contestato è “favoreggia­mento dell’i mm ig raz io ne clandestin­a”, commesso “non a fini di lucro, ma per ragioni umanitarie”: sostiene lo stesso Cartosio.

La Procura di Trapani svela una “prassi”: i pm hanno sequestrat­o ieri la nave tedesca, bloccata di notte a largo di Lampedusa dalla Guardia costiera e poi scortata nel porto dell’isola. La Ong tedesca è tra quelle, come Medici senza frontiere, che non hanno firmato il Codice di condotta proposto dal Viminale, ma non c’è alcuna relazione tra il provvedime­nto e il giro di vite imposto dal ministero dell’Interno con il protocollo proposto alle ong e le conseguenz­e per chi ha deciso di non firmarlo: la richiesta della procura al gip Emanuele Cersosimo risale, infatti, al 17 luglio scorso, quando il protocollo non esisteva.

TRE GLI EPISODI, tra giugno e settembre scorsi (“il 18 giugno un vero rendez vous tra trafficant­i e Iuventa”, scrive il gip), in cui membri dell’equipaggio della nave ancora ignoti hanno trasferito a bordo migranti “non in pericolo di vita” rendendosi responsabi­li del reato di favoreggia­mento dell’immigrazio­ne clandestin­a; ma il sospetto, al di là degli episodi, è che per la Ong tedesca quella dei trasbordi sia una prassi, come aveva detto Luigi Di Maio riferendos­i genericame­nte alle ong come “taxi del mare”; la nave, infatti, ha detto ieri il pro- curatore, è stata sequestrat­a per evitare la “reiterazio­ne del reato”: “Siamo consapevol­i di esporci a critiche e strumental­izzazioni – ha detto il procurator­e capo Cartosio – ma riteniamo che sia una consuetudi­ne”. Reato commesso, ha precisato sempre il procurator­e, “per ragioni umanitarie e non per fini di lucro”, almeno allo stato delle indagini attuali condotte anche attraverso intercetta­zioni telefonich­e satellitar­i.

GIUNTA IN PORTOa Lampedusa, la Iuventa è stata perquisita da agenti della squadra mobile di Trapani e da investigat­ori dello Sco che hanno interrogat­o i sedici membri dell’e q u ipaggio: “Siamo stati interrogat­i, ci sono state poste delle domande sia sull’ultima missione che sulle precedenti – ha detto Tommaso Gandini, attivista della campagna #o v e r t h e f o rtress lanciata dai membri del progetto Melting Pot – abbiamo chiesto di nominare un avvocato ma siamo stati informati che l’indagine è nei confronti di ignoti”. “Il codice non segue principi umanitari, la Iuventa non è stata confiscata, l’equipaggio non è stato arrestato. Quello che è successo è una procedura standard. Aspettiamo altre informazio­ni”, fanno sapere dall’ong tedesca.

Dall’esplosione del caso Ong nelle commission­i Schengen e difesa, era noto, e confermato dallo stesso Cartosio, al di là delle sue rassicuran­ti affermazio­ni di principio (“le Ong svolgono un’attività umanitaria preziosa di fronte alla quale tutte le persone civili che hanno senso di umanità devono essere grate”) che oltre alla procura di Catania guidata da Zuccaro, autore di dichiarazi­oni assai esplicite nelle sedi parlamenta­ri con riferiment­i alle fonti di finanziame­nto non chiare di alcune Ong, anche quella di Trapani conduceva un’indagine che andava avanti dall’ottobre scorso. Da quando, cioè, alcuni migranti sbaracati nel porto trapanese avevano messo a verbale presunte intese tra i trafficant­i libici e alcuni membri della organizzaz­ione non governativ­a tedesca. Quelle prime dichiarazi­oni avevano avuto qualche timida conferma nei tabulati satellitar­i, anche se poi i riscontri, evidenteme­nte, non sono stati ancora trovati.

È stata raggiunta, invece, per la procura la prova di tre interventi in mare non finalizzat­i al salvataggi­o di persone in pericolo imminente ma al semplice trasbordo di migranti avvenuto senza un sos dei potenziali naufraghi o una richiesta di intervento delle autorità italiane, che per la legge italiana, in assenza di condizioni di pericolo, si configura come favoreggia­mento all’immigrazio­ne clandestin­a.

L’operazione nella notte L’imbarcazio­ne è stata perquisita da Sco, mobile di Trapani e Guardia costiera Riteniamo fosse possibile la reiterazio­ne del reato, commesso non a fini di lucro ma, a mio parere, per motivi umanitari Escludiamo collegamen­ti tra l’ong e i libici

AMBROGIO CARTOSIO

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Ansa L’intervento della Guardia costiera sulla Iuventa a Lampedusa

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