“Non un set ma un suk: avanti così e a Roma non girerò più”
CINEMA CAPITALECarlo Verdone racconta il suo ultimo film, “Benedetta follia”, uno dei tanti in lavorazione nella torrida estate, da “The Place” di Genovese a “Made in Italy” di Ligabue
Adagiate straccamente sotto l’ombrellone, in un vicolo del centro di Roma, stanno pizzette e frutta assortite: ci sono 39 gradi – 40 percepiti –, eppure loro non fanno una piega. D’altronde, su un set cinematografico, anche alle vettovaglie è chiesto di recitare (bene) la parte del catering perfetto.
Benedetta follia: dietro piazza della Minerva si sta girando l’ultimo film di Carlo Verdone, scritto insieme a Nicola Guaglianone e Menotti, prodotto da Aurelio e Luigi De Laurentiis e in sala da gennaio 2018.
COME suggerisce il titolo, vagamente ossimorico, protagonista è una strana coppia di “c ol le gh i”: lui, Guglielmo (Verdone), è “un uomo noioso e grigio, molto attento al giudizio degli altri”, alti prelati soprattutto, dal momento che gestisce un negozio di paramenti sacri, articoli religiosi e abiti di “alta moda” per vescovi et similia. Lei, Luna (interpretata dalla deliziosa Ilenia Pastorelli), è l’impr obab ile nuova commessa, borgatara, sfacciata e travolgente, assun- ta in prova per un mese “con una preghiera: di essere meno dialettale”. Tra i due sboccia un’inaspettata amicizia, ai limiti del rapporto padre-figlia, poiché entrambi sono stati lasciati dai partner e decidono, insieme, di riprendersi la vita e la dignità.
Pastorelli, già Miglior attrice ai David per Lo chiamavano Jeeg Robot, non nasconde, come Luna, le sue “origini semplici. Sono cresciuta alla Magliana, per me girare con Carlo è un sogno… Ho fatto lavori di tutti i tipi: cameriera a Ostia; agente immobiliare alla Garbatella – sono durata tre giorni –; rappresentate di vestiti... più i mesi al Grande Fratello, durante i quali sono stata notata da Guaglianone”, che l’ha poi caldeggiata a Verdone.
“Volevo tornare a fare un film con le donne, duettare con un bel gruppo di attrici”, ha spiegato il regista ieri. “Penso che i miei film migliori siano quelli ‘femminili’: sul set le donne mi mettono all’angolo, e io più sono in difficoltà più rendo”. La commedia vuole rispecchiare l’Italia di oggi: confusa e smarrita. “Non abbiamo più riferimenti, nemmeno climatici. Siamo terremotati in tutto, ogni giorno”.
Benedetta follia non è l’unico set di questa torrida estate romana: due settimane fa il I Municipio ha proposto di tassare ulteriormente le location cinematografiche lamentando che sono troppe, soprattutto in centro. “È assurdo – replica Verdone – noi abbiamo già duemila difficoltà. Ad esempio, quest’anno non abbiamo potuto fare la rassegna davanti a casa di Sordi proprio a causa di problemi burocratici. L’occupazione di suolo pubblico costa moltissimo, senza contare tutti quei negozianti che ci mettono i bastoni tra le ruote o i passanti ‘pistoni’ che intralciano le riprese e chiedono pure soldi per spostarsi dall’inquadratura. Di notte lavoro benissimo, di giorno sono malvisto”.
RINCARA Verdone: “Il cinema rende un grandissimo servizio a questa città, proprio perché le dà un’immagine finta: io sono costretto a girare alle cinque del mattino prima che il Pantheon diventi un suk. E quando credete abbia fatto le riprese Sorrentino? Come ha fatto a restituire laGrande Bellezza? Girando prestissimo o tardissimo... E se Roma non ci vuole più, ce ne andremo altrove: ci sono tantissime città italiane pronte a ospitarci, che ci invitano ogni anno”.
Questo è il primo film verdoniano che “si spinge fin nel centro più elegante, ma ci sono scene anche in periferia e fuori città, da Sperlonga a Ostia, e ritorno nel centrale Ghetto, un’isola felice, in cui tutti sono stati collaborativi e ospitali: lì abbiamo lavorato benissimo”. Intanto, a Villa Celimontana terminano oggi le riprese (in loco) de La mafia uccide solo d’estate, la seconda serie tv con Claudio Gioè, mentre nei giorni scorsi hanno chiuso i set cittadini dei Delitti del BarLume, altra serie (la quinta) tratta dai romanzi di Marco Malvaldi e diretta da Roan Johnson, e di Made in Italy, terza pellicola di Luciano Ligabue, avvistato di notte col suo prim’attore Stefano Accorsi nei pressi di Castel San’Angelo e piazzale Socrate a Monte Mario. Si è spostata infine da un noto locale di via Gallia la carovana di Paolo Genovese, che dirige, tra gli altri, Valerio Mastandrea, Marco Giallini e Sabrina Ferilli. Il film si intitola The Place: Roma, manco a dirlo.
Siamo ostacolati da troppa burocrazia, negozianti e passanti “pistoni” che intralciano le riprese