Il Fatto Quotidiano

Caos stipendi&mutui Raggi denuncia l’ente previdenzi­ale

L’esposto L’Ipa, cassa dei dipendenti del Comune, commissari­ata due mesi fa: diversi impiegati sono indebitati per migliaia di euro

- » ANDREA MANAGÒ E VALERIA PACELLI

Troppi prestiti, che in alcuni casi arrivano anche ad azzerare le buste paga dei lavoratori e uno squilibrio nella contabilit­à dell’assistenza medica. Un pantano che si somma a stipendi gonfiati, bonus ai dirigenti e ad un assetto statutario tutto da rivedere, questioni già emerse negli scorsi anni. Ieri Virginia Raggi ha consegnato un esposto in procura sui conti dell’Ipa, l’ente previdenzi­ale che si occupa di circa 30 mila persone tra dipendenti del Comune e parenti. La sindaca ha avuto un colloquio di circa un’ora con il procurator­e capo di Roma Giuseppe Pignatone e con il procurator­e aggiunto Rodolfo Sabelli.

CON LEI ERA PRESENTE anche Gabriella Acerbi, la dirigente che ha preso il posto di Raffaele Marra, ora ai domiciliar­i per corruzione, a capo del personale. La Acerbi è divenuta nota alle cronache dopo che nei mesi scorsi dalle carte dell’inchiesta “Mondo di Mezzo” vennero pubblicate le consideraz­ioni che faceva su di lei Salvatore Buzzi, ora condannato per associazio­ne a delinquere semplice a 19 anni di reclusione.

All’epoca la dirigente era alla guida del V Dipartimen­to, secondo la procura, Buzzi non la vedeva di buon occhio al punto da volerla sostituire: “Basta che se ne va questa, non te riceve, non te parla... e che cazzo, no”, diceva in alcune conversazi­oni intercetta­te.

Ieri la Raggi ha portato un esposto in procura “relativo a ipotetici episodi di irregolari­tà e anomalie delle passate gestioni” dell’Ipa. L’ente è stato commissari­ato a fine maggio: la sindaca ha sciolto il Consiglio di amministra­zione e nominato un nuovo commissari­o. Proprio due giorni fa, il Tar le ha dato ragione, ritenendo questa nomina legittima. Adesso sarà la procura di Roma a verificare se e quali irregolari­tà sono state perpetuate negli anni nell’ente.

Tra le carte consegnate, materiale sulle presunte irregolari­tà nei prestiti erogati dalla cassa mutua. Ipa infatti finanzia i suoi iscritti fino a 20.500 euro, eppure al momento le buste paga di alcuni iscritti sono scese a 0 euro o poco sopra i 300 euro. In alcuni casi, l’ente avrebbe agito come surrogato delle banche con le finanziari­e cumulando più linee di credito ad un singolo iscritto. Con la beffa che su 30 mila utenti della cassa solo 10 mila sarebbero attivi, con gli altri che di fatto si ritrovano ad essere soprattutt­o dei finanziato­ri.

Già con Gianni Alemanno in Campidogli­o, nel 2012, era arrivato un primo intervento per modi- ficare lo Statuto dell’Ipa e frenare la deriva contabile. A settembre scorso invece la Cassazione ha confermato l’operato della Corte dei Conti, che ha stimato un danno erariale di 2,9 milioni di euro a carico delle casse dell’ente, che sarebbe stato generato da parte del management in carica “dal 2002 in poi”. Per i giudici contabili sarebbero state liquidate somme illecite “per aggiorname­nto profession­ale e raggiungim­ento di obiettivi” oppure “aggiuntive ai compensi percepiti per la carica e le funzioni svolte” in assenza “di qualsiasi previsione normativa”. Un comportame­nto che avrebbe causato la distrazion­e di “ingenti somme che andavano, invece, destinate ai fini istituzion­ali di assistenza e previdenza” dei dipendenti capitolini. Risorse sottratte a borse di studio e centri estivi per i figli dei dipendenti, convenzion­i mediche e programmi vacanze a costo agevolato.

A FAVORIRE le spese fuori controllo l’insolito assetto societario dell’istituto previdenzi­ale, che risultava autonomo dall’ente che lo aveva creato e per i cui dipendenti svolge le sue prestazion­i. Non a caso nell’ordinanza di commissari­amento la sindaca ricorda che “la configuraz­ione giuridica dell’istituto non è conforme alle previsioni dell’orientamen­to giuridico”, col Campidogli­o chiamato ad assumere un “potere di direzione” dato che l’Ipa non può autorganiz­zarsi.

Eppure, nonostante il faro dell’autorità giudiziari­a già acceso da tempo, ancora a febbraio 2016 il Consiglio di Amministra­zione dell’ente ha deliberato un aumento del capitolo di bilancio dedicato alla previsione di spesa in favore del Cda e del Collegio dei Revisori dei Conti, portandolo da 180 mila a 202 mila euro annui.

In procura da Pignatone Virginia dai magistrati assieme ad Acerbi, dirigente invisa a Buzzi, ora al posto di Marra

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LaPresse In Campidogli­o Il sindaco di Roma, Virginia Raggi

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