“MILLENNIUM” E LA GENERAZIONE INGANNATA
L’inchiesta su una generazione ingannata. Il nuovo numero di Fq Millennium, in edicola domani con il Fatto, racconta il mondo degli under 30, e per farlo si affida alla penna di giornalisti sotto i trent’anni. Una narrazione senza filtri che descrive il presente ma soprattutto il futuro del nostro Paese in cui, per nove milioni di persone tra i 15 e i 29 anni, le lancette del progresso girano in senso contrario. Rispetto alla generazione precedente, quella del Dopoguerra, dove vi erano le condizioni favorevoli per migliorare la propria posizione e il benessere. “Ai giovani dobbiamo delle scuse” scrive nel suo editoriale il direttore della rivista, Peter Gomez, “noi che siamo più vecchi, i giovani li abbiamo traditi e ingannati”.
AI MILLENNIALS, infatti, in questi ultimi venti anni è stato detto che per trovare lavoro sarebbe bastato studiare, imparare le lingue e laurearsi. Ma non era vero. Poi si è consigliato di partire per l’Erasmus, di fare dottorati di ricerca e master. Ma la situazione non cambiava. “A questi giovani abbiamo parlato di meritocrazia ma non siamo stati in grado di applicarla”, spiega Gomez. Da qui nasce l’idea di un viaggio tra i ragazzi di oggi, alla scoperta delle loro abitudini, dei loro gusti, del loro modo di informarsi e intendere il mondo, la sessualità, la politica. Senza tralasciare il feno- meno degli youtuber e l’esplosione dei rapper di seconda generazione che – mentre in Parlamento si arena la legge sullo Ius Soli – spopolano online. A guidarci nella lunga inchiesta sono anche gli idoli dei millennials. Fedez ad esempio viene intervistato da J-Ax. La pop star più social e virale del momento spiega il segreto del suo successo e di come ha fatto a guadagnare “come un calciatore investendo nella musica”. Non tralascia anche l’impegno sociale: “De- stra e sinistra sono morte”. E i 5 Stelle? “Nonostante le cagate che fanno, restano l’alternativa migliore. Rimangono gli unici a cercare di vederci chiaro su tanta merda che c’è in Parlamento” confessa Fedez al suo amico e socio in affari. Il nuovo numero di Fq Millennium, dal titolo Summer of love, è anche il racconto dell’estate del 1967, in cui esplodono i figli dei fiori. Joan Didion ci porta sulle strade della San Francisco di allora, all’incrocio Haight-Ashbury. Sono gli anni degli acidi, delle anfetamine, della psichedelia, dei giovani che arrivano nella città californiana da tutto il mondo per dar vita alla “rivoluzione” della pace nel cuore di un Paese che ogni giorno perde deci- ne di ragazzi in Vietnam. Da noi, nel 1967, Adriano Celentano attacca la beat generation (gesto di cui si pentirà nel 2005 durante Rockpolitik) con la canzone Tre passi avanti e fa imbufalire mezza Italia con Chi non lavora non fa l’amore che gli costa l’appellativo di fascista. Il nipote del “molleggiato”, Bruno Perini, nel nuovo numero della rivista ricorda quel periodo caldo. “Mi dicevano, ‘Bruno, sai che tuo zio è davvero uno stronzo! Hai sentito bene cosa dice in quella canzone che i fascisti hanno preso come loro bandiera?’”.
A FARE DA CERNIERA tra i ventenni di oggi e quelli di allora, le interviste a Erri De Luca e Loretta Valtz. Lo scrittore partenopeo si definisce “un altoparlante, perché quel che faccio è solo amplificare la voce di chi lotta per una causa giusta”. E sulla generazione dei millennials ha una idea precisa: “I giovani sono minoranza. Oggi, ad esempio, è stata abolita la parola ‘vecchio’. Al massimo si concede ‘ a nz i an o’. Questo è il problema: c’è una sudditanza psicologica verso quella che è una coriacea maggioranza in Europa. I ragazzi – aggiunge De Luca nell’intervista – sono così compressi, sparuti, disarticolati. L’astenia è il frutto di questo isolamento, e proprio la sudditanza è un segno aritmetico della minoranza. I giovani, infatti, non sognano un lavoro ma la pensione”.
IL MENSILE
Domani in edicola il nuovo numero, dedicato al mondo degli under 30; i 50 anni dalla “Summer of love” e Fedez intervistato da J-Ax