Omicidio Hamer, “niente oblio per l’erede Savoia”
Cassazione Benché assolto, Vittorio Emanuele è responsabile per la morte del giovane, ed è rilevante per l’opinione pubblica
Non solo gli hanno negato il diritto all’oblio (il diritto alla cancellazione di alcuni risultati sui motori di ricerca online) ma hanno anche decretato che, nonostante l’assoluzione, Vittorio Emanuele non sia esente da responsabilità “civilistiche ed etiche” per la morte di Dirk Hamer: a stabilirlo, ieri, i giudici della Cassazione che hanno confermato il diritto della collettività ad essere informata e aggiornata “sui fatti da cui dipende la formazione dei propri convincimenti”, anche quando ne derivi discredito alla persona titolare di quel diritto.
“SICCHÉ - spiegano i giudici - non può dolersi Savoia della riesumazione di un fatto certamente idoneo alla formazione della pubblica opinione”. Il riferimento è alla morte di Dirk Hamer nel 1978, dopo una sparatoria avvenuta, il 18 agosto di quell’anno, sull’Isola di Cavallo (in Corsica). Vittorio Emanuele sparò due colpi di carabina dopo essersi accorto del furto del gommone del suo yacht. L’ipotesi dell’accusa fu che uno dei proiettili avesse colpito lo studente tedesco e 19enne che dormiva in una barca vicina e che morì dopo molti mesi di agonia.
Il fatto che i giudici francesi lo abbiano assolto dall’accusa di omicidio volontario “non significa però che sia esente da responsabilità sotto ogni altro profilo, giacché assume pur sempre rilievo civilistico ed anche etico” che quella morte “avvenne nel corso di una sparatoria a cui partecipò Savoia, al di fuori di ogni ipotesi di legittima difesa”. I supremi giudici ricordano anche che Savoia, in un’in t e rc e t ta z i on e (pubblicata nel 2011 dal Fatto Quotidiano) e captata quando era detenuto a Potenza per un’inchiesta sul gioco d’azzardo - per cui è stato poi assolto - aveva di fatto reso una confessione: “Il processo, anche se io avevo torto … torto… Devo dire che li ho fregati… Il Procuratore aveva chiesto 5 anni e 6 mesi. Ero sicuro di vincere. Ero più che sicuro…”.
“Pertanto – scrive la Cassazione, confermando anche l’assoluzione dell’ex direttore di Repubblica Ezio Mauro e di un giornalista accusato di dif- famazione per aver definito Savoia come ‘quello che usò con disinvoltura il fucile all’isola di Cavallo, uccidendo un uomo’ - se la conclusione, nel 1991, della vicenda giudiziaria, iniziata con l’accusa di omicidio volontario, non consentì alle autorità francesi di muovere contestazioni ad altro titolo, non per questo risulta illegittimo, e quindi diffamatorio, ogni collegamento del Savoia, dato che questo collegamento è pacifico nella sua materialità”.
I GIUDICI hanno poi esaminato anche la sparatoria. “Gli elementi indiziari utilizzati nella sentenza dell’appello (gli accertamenti svolti dalla gendarmeria francese, la soluzione data al caso dalla Corte parigina e le intercettazioni ef- fettuate nel carcere di Potenza) costituiscono, effettivamente, un compendio indiziario più che sufficiente a suffragare l’opinione che Savoia sia stato assolto dal reato di omicidio volontario, ma non che sia stata esclusa ogni sua responsabilità nel tragico evento di cui egli porta, invece, un carico di responsabilità”. I giudici francesi, si ricorda, hanno escluso “l’atto volontario” ma non è chiaro se l’assoluzione è riferita all’omicidio volontario o anche a quello colposo e il Savoia “si è ben guardato dal produrre” in causa “la sentenza dell’autorità giudiziaria francese e si è ben guardato dal confortare la sua tesi dell’estraneità al fatto, testimoniando sotto giuramento”.