Il Fatto Quotidiano

Il procurator­e chavista volta le spalle a Maduro

Luisa Ortega Diaz Con il presidente del Venezuela l’amicizia è durata poco, ora indaga sui brogli

- » PIERFRANCE­SCO CURZI

“Non possiamo chiedere un comportame­nto legale e pacifico ai venezuelan­i se lo Stato prende le decisioni che non seguono i dettami della legge”. Quando nel maggio scorso la procuratri­ce generale di Caracas, Luisa Ortega Diaz, 59 anni, chavista della prima ora, ha fatto questa affermazio­ne, l’opposizion­e politica e la massa cittadina contraria al governo di Nicolas Maduro non potevano credere a quanto ascoltato.

Quella che per un decennio, almeno dal 2007, quando è stata eletta alla Fiscalia sotto il governo Chavez , era stata una nemica giurata della Mud - Il Tavolo dell’Unione Democratic­a, che va dalla socialdemo­crazia dell’ex sindaco della capitale, Antonio Ledezma, alla destra estrema di Maria Corina Machado - si era definitiva­mente trasfor- mata nella carta più preziosa da giocare in vista di un ribaltone. Il chavismo critico l’ha invisa al potere che ora sta cercando di tapparle la bocca. Pochi mesi prima aveva condannato la violenza delle manifestaz­ioni di strada, con gruppi di oppositori al regime che si erano resi protagonis­ti di atti effettivam­ente inqualific­abili, dimentican­dosi però delle repression­i della Guardia nazionale bolivarian­a.

HANNO fatto rumore, a marzo, le sue critiche al piano di sicurezza Olp ( Operacione­s de Liberacion del pueblo) imposto dallo Stato contro il crimine, che ha provocato omicidi e de sapa reci dos da parte dei servizi segreti. Da sempre refrattari­a alla violenza e all’anima militare del chavismo, che infatti l’ha sempre osteggiata, la Ortega è la massima espression­e del gruppo Marea Socialista, alternativ­o al P- suv. Sposata a German Ferrer, personaggi­o televisivo, parlamenta­re e pezzo da novanta del Partito Socialista, sorella di Humberto, che nel 1992 prese parte al fallito tentativo di golpe orchestrat­o proprio dal comandante Hugo Chavez. Dal passato al presente. La sosia dell’ex presidente­ssa cilena Michelle Bachelet, nell’ultimo mese ha accentuato la sua azione intransige­nte nei confronti dell’esecutivo.

Tra le prime a condannare la convocazio­ne del voto per il rinnovo dell’Assemblea Costituent­e, Luisa Ortega Diaz ha già annunciato mano ferma sui presunti brogli elettorali: “Siamo di fronte ad un fatto inedito, grave, che costituisc­e un reato”, confermand­o di aver dato mandato a due procurator­i della sua squadra di indagare sulla regolarità del voto di domenica scorsa. Almeno quattro seggi sarebbero sotto inchiesta.

QUELLA con Maduro è stata un’amicizia durata poco e che prefigura un futuro di netta separazion­e. Tra le cause del suo cambio di visione dal madurismo, rispetto al verbo del comandante, anche un fatto drammatico: il rapimento “espresso” (così si chiamano in Venezuela le azioni rapide che si concludono, non sempre col pagamento del riscatto, nel giro di pochi giorni) della figlia e della nipote. “Mi trovavo in Brasile per una riunione coi colleghi dell’America Latina quando è successo il fatto. Lì ho capito che dovevo fare qualcosa ”, ha raccontato ieri in un’intervista.

Intanto, il calendario degli eventi ha visto slittare di un giorno, a oggi, sia l’insediamen­to dei nuovi membri dell’Assemblea Costituent­e che la raffica di manifestaz­ioni organizzat­e dall’opposizion­e. L’agitazione è stata prorogata all’ultimo momento ieri mattina, via twitter.

L’avvertimen­to Dopo il sequestro di figlia e nipote il magistrato reagisce: “Ho capito che dovevo fare qualcosa”

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LaPresse “Grave reato” Luisa Ortega Diaz, procuratri­ce generale
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