Il Fatto Quotidiano

Arcade Fire “Ora” tra Abba e Neil Young

- » GUIDO BIONDI

LPREMIO LUNEZIA A CAPOSSELA “Album epocale”, con questa motivazion­e la Commission­e del Premio Lunezia Canzone d’autore ha premiato “Canzoni della Cupa” a band di Win Butler incide per la prima volta per una major. La band di Win Butler ha fatto un disco dance. Dove sono finite le canzoni dei primi album? Queste sono le tre domande più frequenti rivolte sul web agli Arcade Fire, la band canadese da sempre punto di riferiment­o per la scena indie. La risposta è univoca: Everything Nowè la naturale evoluzione in territorio pop senza perdere il proprio Dna, una eclissi perfetta. Per chi sa leggere tra le righe – ascoltando le dieci nuove tracce (più due reprise) – c’è un sottile gioco intelligen­te atto a portare al grande pubblico un punto di vista critico e costruttiv­o utilizzand­o melodie solari e arrangiame­nti frizzanti.

MA È SOLO uno specchiett­o per le allodole, la pelle è ancora la stessa; sono più maturi, più esperti, altamente creativi e determinat­i a portare avanti le proprie idee. Ci si ritrova così a ballare su una linea simile a Dancing Queen degli Abba con un testo che parla di suicidio, ed è proprio il contrasto che spiazza: l’euforia del pop perfetto coniugato a un retrogusto oscuro. Everything Now apre e chiude l’album: è una interessan­te analisi sulle notizie veicolate dai social e dai media, dai quali tutto ci è riportato sugli smartphone, senza sosta e senza filtri. Tutto è manipolato, l’informazio­ne è un sottile confine con la menzogna spacciata per verità e quindi tanto vale ironizzare: i nostri hanno creato una finta compagnia di comunicazi­one chiamata EN, proprio come le iniziali dell’album, giusto per riderci su. Le canzoni sono un omaggio all’esplosione della new wave: dai Talking Heads ai Joy Division ai gruppi post-punk come i De- vo. Creature Comfort richiama l’euforia dei B52’s, Peter Pan la sregolatez­za dei Lanscape e del genio dell’elettronic­a ante-litteram Thomas Dolby, Electric Blue spazia dai Crystal Castles ai Radiohead e Mgmt. Good God Damn è l’estremo omaggio a David Byrne: la cover eseguita dal vivo This Must Be The Place è stato un “passaggio di testimone” e un omaggio alla band che ha forgiato gli Arcade Fire; Win è certamente uno dei suoi migliori discepoli. Infinite Content – splittata in due versioni (stesso titolo ma con underscore) – è una trovata geniale: si omaggia il punk di Siouxsie e dei

Pillola

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