Il Fatto Quotidiano

Il passato ritorna sulle note di un classico americano

Citazionis­ta e anche nostalgico

- » VALERIO VENTURI

LANA DEL REYha talento. È una brava storytelle­r, è bella e ha carisma, e si è imposta senza cafonerie, carne esposta, vocoder. È perché appartiene alla nostra era, ma al tempo stesso suona da classico americano. Vintage, per alcuni, anche se in realtà è contempora­nea, essendo la “retromania” che la Winehouse ha ben rappresent­ato – come la celebrazio­ne hipster del vinile – una parte integrante dello spirito dei tempi.

Lust for life è il 5o album dell'artista di NY. A parte il giro della strofa di Love – solito plagio di With or without you degli U2 – il cd scorre piacevole e fresco, sicurament­e non (solo?) citazionis­ta, passatista o nostalgico. I suoni “nuovi” ci sono – vedi la title-track, il quasi tripop di Cherry; le collaboraz­ioni con rapper ASAP Rocky, quella con Stevie Nicks in Beautiful People Beautiful Problemse con Sean Ono Lennon in Tomorrow never came.

Le idee anche sono presenti, sia nelle semplici e sognanti melodie che nei testi – che aprono all'ironia, alla riflession­e politica, a quella esistenzia­le. Molto piano, campioname­nti, drum-machine; poco pervenute chitarre che fanno indie – ma la Del Rey è equidistan­te dai mondi alternativ­e e pop: è altrove. Un buon cd meditativo o per momenti tranquilli/riflessivi. Pollice su.

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Lana Del Rey Polydor/ Interscope
Lust for life Lana Del Rey Polydor/ Interscope

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