Il passato ritorna sulle note di un classico americano
Citazionista e anche nostalgico
LANA DEL REYha talento. È una brava storyteller, è bella e ha carisma, e si è imposta senza cafonerie, carne esposta, vocoder. È perché appartiene alla nostra era, ma al tempo stesso suona da classico americano. Vintage, per alcuni, anche se in realtà è contemporanea, essendo la “retromania” che la Winehouse ha ben rappresentato – come la celebrazione hipster del vinile – una parte integrante dello spirito dei tempi.
Lust for life è il 5o album dell'artista di NY. A parte il giro della strofa di Love – solito plagio di With or without you degli U2 – il cd scorre piacevole e fresco, sicuramente non (solo?) citazionista, passatista o nostalgico. I suoni “nuovi” ci sono – vedi la title-track, il quasi tripop di Cherry; le collaborazioni con rapper ASAP Rocky, quella con Stevie Nicks in Beautiful People Beautiful Problemse con Sean Ono Lennon in Tomorrow never came.
Le idee anche sono presenti, sia nelle semplici e sognanti melodie che nei testi – che aprono all'ironia, alla riflessione politica, a quella esistenziale. Molto piano, campionamenti, drum-machine; poco pervenute chitarre che fanno indie – ma la Del Rey è equidistante dai mondi alternative e pop: è altrove. Un buon cd meditativo o per momenti tranquilli/riflessivi. Pollice su.