Il Fatto Quotidiano

Sesso e potere: il vecchio santone e le sue bambine

UNA STORIA SICILIANA Nel paesino etneo l’orco era rispettato

- » PIETRANGEL­O BUTTAFUOCO

Come atto di fede a Dio, ragazzine di un’età compresa tra i 12 e i 15 anni, lavano, vestono e rassettano la casa di Pietro Alfio Capuana, il Santone di Aci Bonaccorsi, che non è una città del degrado, anzi, è un fior di località etnea forte di fosforo e zolfo.

Eccolo, il Santone: si siede sulla sedia e non parla più con la sua voce. Con la lingua di un altro farfuglia qualcosa che non si capisce. “E però s’intuisce da come viene la pelle d’oca a chi l’ascolta”, racconta uno sciagurato devoto, “sono le parole di un angelo di Dio che parla attraverso lui.”

Ecco, lui: camicia a righe larghe, una coroncina del Rosario in plastica al collo, capelli bianchi lisci, scriminatu­ra di lato, ciuffo tirabaci, labbro pendulo per la gioia di Cesare Lombroso (se solo gli potesse misurare il cranio, col compassso…).

Ecco, ecco: si siede, biascica pater e avemaria e però sempre con le mani sul viziaccio porco.

Capuana, 73 anni, noto a tutti come la reincarnaz­ione di San Gabriele Arcangelo, plagia le piccole – secondo l’accusa mossa dalla Procura di Catania – al punto di farsi fare i serviziett­i. Quelli, appunto. Prestazion­i d’opera, queste delle fanciulle, svolte singolarme­nte, o anche in gruppo, e sempre come atto di fede a Dio.

Lui parla, borbotta :“È l’amore dall’alto, è l’amore pulito”. La voce è quella dell’angelo ma, intanto, questa l’accusa, la mano è del santo: costringe le ragazze alle mano- vre nel bassoventr­e, nel modo più sporco.

Se la fosse sbrigata, il Santone, con delle perpetue in età da milf, forse sarebbe finito tra le pagine di un fumetto sexy, gli Squalo degli anni ’70, ma a far commercio con l’innocenza – lui, San Gabriele Arcangelo reincarnat­o nientemeno – ne ricava le manette.

Un Te Deum piegato alla bestemmia, dunque, questo delle bimbe. Figlie di mamma procurate e consegnate al Santone – sempre secondo l’accusa sostenuta dalla formidabil­e Polizia Postale di Catania – da tre procacciat­rici: tre apostole di quell’incubo tutto di fanatismo e d’ignoranza qual è l’associazio­ne cattolica “Cultura e ambiente.”

Un Tantum ergo d’aberrazion­e dove lo strazio delle ragazze non può che raggelare. E l’argomento della Procura etnea è, appunto, uno: associazio­ne a delinquere finalizzat­a alla violenza sessuale aggravata a danno di minori. Le giovincell­e, infatti, come atto di fede, devono sottoscriv­ere una lettera in cui si dichiarano consenzien­ti e perfino innamorate del Santone, accettando­ne – nel caso d’inadempien­ze – multe in denaro (saldate dai genitori) e rimproveri da inghiottir­e davanti a tutti, nel cosiddetto cenacolo dove Pietro Alfio Capuana siede e biascica. E poi cambia voce. Per dettare legge.

UNA VICENDA che dura da venticinqu­e anni, questa della comunità “Cultura e ambi en te ”, un gruppo di preghiera fondato da padre Cavalli e poi trasformat­o – ancora prima che la giustizia ne venga a capo – in una trappola di coercizion­e e fissazioni.

Si chiama “Op e ra z i on e Dodici apostoli”– così nel codice dell’operazione di Polizia – ed è stata, nello svelarsi, come una scheggia sfuggita al pittoresco per entrare nel vivo spavento di un laido segreto, proprio nella terra dove l’eros è la viva gioia dei Liolà, non certo Sade in salsa beghina, giusto in Sicilia dove ogni figlia femmina – per statuto sociale, per obbligo di stile – è il tesoro di tutti i tesori. Come nel più ambito dei paragoni quando del sentimento più profondo, fosse anche per la roba – per la proprietà – si dice: “Se la tiene co- me fosse una figlia femmina.”

E però una mamma consegna alla Polizia Postale lo smartphone della propria figlia e la storiaccia finisce per come la raccontano gli atti: lui, il Santone, è in carcere; le tre signore, invece, ai domiciliar­i.

Ogni danno s’accompagna alla complicità. Come atto di fede. E sono proprio donne – così, l’accusa – quelle che si prodigano a fare carne di altre donne. Eccole, dunque: Katia Concetta Scarpignat­o, Fabiola Raciti e Rosaria Giuffrida. È moglie di Mimmo Rotella, quest’ultimo, deputato eletto al parlamento regionale sotto varie sigle, tutte centriste, tutte approdate a sinistra e il dettaglio è rivelatore perché i 5.000 (!) adepti sottoposti al dominio psicotico di Pietro Alfio Capuana, a quanto pare, oltre ai fattacci consumati dentro il cenacolo spiegano ben altro meretricio. Perfino quello elettorale se si pensa che a beneficiar­ne in termini numerici – senza alcun coinvolgim­ento criminale, ma solo di pacchetti da investire nella costituzio­ne delle liste – ci sono i due figli del Santone.

Eccoli, sono Daniele e Salvo, sempre candidati, sempre presenti nelle assemblee territoria­li: assessore provincial­e, il primo, poi entrambi consiglier­i comunali – ma in momenti diversi – a Catania, sempre centristi e poi approdati nel Pd, con Daniele vice dei cosiddetti “Liberal Pd” di Enzo Bianco.

LA FORMA DEL MALE

73 anni, noto a tutti come la reincarnaz­ione di San Gabriele Arcangelo, plagia le piccole e le punisce

C’è sempre la politica Il suo pacchetto di voti di 5000 adepti veniva speso al centro, i figli erano candidati

DETTAGLI, APPUNTO, e però coerenti in quella preghiera di chi ama Dio e amministra il prossimo. Una variante tutto sommato innocua rispetto a quella ferina e inumana consumata nell’antro dei più abietti cenacoli dove si ama Dio per fottere il prossimo.

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 ?? Ansa ?? Vittime e carneficiA lato Pietro Capuana, Katia Scarpignat­o, Rosaria Giuffrida e Fabiola Raciti. Secondo l’accusa le donne procacciav­ano le bambine
Ansa Vittime e carneficiA lato Pietro Capuana, Katia Scarpignat­o, Rosaria Giuffrida e Fabiola Raciti. Secondo l’accusa le donne procacciav­ano le bambine
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