Maduro se ne frega del Papa: si insedia la sua Costituente
Il Vaticano aveva chiesto di fare un passo indietro: “Così fomenta la tensione”
Non si ferma la fuga di toghe del Tribunale supremo di giustizia (Tsj) del Venezuela. Ieri il ministro degli Esteri di Panama ha concesso asilo politico a Gustavo Sosa Aguirre e Manuel Espinoza Melet “in solidarietà col popolo venezuelano”.
La stessa motivazione che, da una decina di giorni a questa parte, ha spinto l’Ambasciata cilena a Caracas ad ospitare nella sua sede altri colleghi di Aguirre e Melet. Nel complesso sono sei, tra magistrati e politici, in salvo nella sede diplomatica sudamericana.
Una storia che ricorda il ruolo del Consolato italiano a Buenos Aires, e del funzionario Enrico Calamai, al tempo della dittatura dei generali, nella metà degli anni ’70. Quella di ieri è stata una giornata densa di accadimenti, notizie e prese di posizione. Nel primo pomeriggio si è insediata la nuova Assemblea nazionale presiedura dall’ex ministra Delcy Rodriguez.
POLIZIA ed esercito hanno iniziato a bloccare l’accesso alla zona centrale di Caracas all’alba, per evitare manifestazioni nei dintorni della sede dell’Assemblea.
Cortei che, come al solito durissimi, sono stati bloccati sul nascere nella parte est della capitale, mentre i sostenitori di Maduro sfilavano vicino al Parlamento. Tutti, Nicolas Maduro in testa, incuranti del messaggio in arrivo dal Vaticano: “Il presidente Maduro rispetti i diritti umani e fermi la Costituente: fomenta tensione e scontri, non porta pace e ipoteca il futuro”.
Colombia, Panama, Perù, Argentina, Spagna, Messico, Unione Europea e Stati Uniti non riconoscono i risultati del referendum. Ma il regime va avanti, e il ministro delle Relazioni ester- ne del Venezuela, Jorge Arreaza, ha risposto agli Usa: Caracas non accetta “a ggressioni” alla sua “sovranità e indipendenza, ancor meno da un governo impopolare e traballante come quello di Donald Trump”.
Milioni di venezuelani attendevano la presa di posizione della Santa Sede nel giorno dell’in se di a me nt o della nuova Assemblea na-
Cos’è
La nuova assemblea è chiamata a modificare la costituzione varata nel 1999. È composta da 545 membri, un terzo dei quali eletto nell’ambito di alcune categorie sociali (quali sindacati, indigeni, studenti). L’elezione fu indetta da Maduro l’1 maggio, al culmine di proteste di piazza e contenziosi con il Parlamento, dove l’opposizione dal 2015 ha la maggioranza
zionale. Una soddisfazione, per tutti gli oppositori di Maduro che si è andata ad aggiungere alla notizia dell’uscita dal carcere di Antonio Ledezma, tornato ai domiciliari tre giorni dopo essere stato prelevato in piena notte dai militari del Sebin, il servizio segreto.
“LA SANTA SEDE - si legge nel comunicato - esprime la sua profonda preoccupazione per la radicalizzazione e l’aggravamento della crisi nella Repubblica Bolivariana del Venezuela, con l’aumento dei morti, dei feriti e dei detenuti. Il Santo Padre, direttamente e tramite la Segreteria di Stato, segue da vicino tale situazione e i suoi risvolti umanitari, sociali, politici, economici ed anche spirituali. Non possiamo dimenticare le gravi sofferenze del popolo per le difficoltà a procurarsi il cibo e le medicine, e per la mancanza di sicurezza”.
Parole forse tardive, visto che Nicolas Maduro non sembra intenzionato a recedere rispetto ai propositi di instaurare un nuovo parlamento capace di modificare la Costituzione scritta dal suo amato predecessore, Hugo Chavez.
Gli scopi principali della nuova carta costituzionale
Toghe in fuga
Due magistrati del Tribunale supremo hanno trovato asilo a Panama
sono eliminare l’immunità parlamentare dei deputati e assumere il controllo della Procura generale, ad oggi nelle mani della chavista Luisa Ortega Diaz, lo stesso magistrato che ha aperto una inchiesta sui brogli elettorali che ritiene siano stati messi in atto proprio per far passare la nuova legge sull’Assemblea.