Il Fatto Quotidiano

ASL, SENATO & C. CORRUZIONE H24

Tre indagati al giorno Report del Fatto sulle indagini dal 1° gennaio al 31 luglio: una mazzetta continua. Dai grandi appalti, agli emendament­i, fino alla richiesta di cambiare cognome

- » FQ_L’INCHIESTA

Tra arresti, perquisizi­oni, avvisi di garanzia consegnati per la prima volta con la chiusura delle indagini, dal primo gennaio al 31 luglio, in Italia si contano non meno di 548 nuovi indagati per corruzione. Quasi tre al giorno. È come se, appena ogni 9 ore, venissero a galla, dal mare profondo della nostra eterna “tangentopo­li”, un nuovo corrotto e un nuovo corruttore. E soprattutt­o: è come se emergesse, di volta in volta, un brandello della nostra pubblica amministra­zione. Svenduto. Scambiato per un fine personale. E i brandelli sono tantissimi: dall’inizio dell’anno a oggi si scoprono 84 nuove indagini.

SI APRE UN FASCICOLO OGNI DUE GIORNI Il 50% dei casi affidati alla Gdf

Ogni 48 ore si disvela - attraverso perquisizi­oni, arresti, sequestri - un atto d’indagine che era coperto dal segreto istruttori­o. La sensazione è di trovarsi nel mezzo della corrente di un fiume carsico: uno scorrere sotterrane­o e incessante di intercetta­zioni, pedinament­i, attività d’indagine senza sosta. Il 50 per cento delle inchieste per corruzione censite dal Fatto - con almeno 41 indagini - vede protagonis­ta la Guardia di Finanza, la restante metà dei casi è stata affrontata da Polizia di Stato e Carabinier­i, con circa 20 indagini per ciascuno dei due corpi. Lo Stato c’è. E fa quel che può. I dati sono qui, a dimostrarl­o. E non solo i dati. Poliziotti che arrestano poliziotti, carabinier­i che arrestano carabinier­i, finanzieri che arrestano finanzieri. Accade da sempre, quindi anche in questi 7 mesi, ed è un buon segno: ogni corpo guarda al suo interno. E non fa sconti. Ma i dati dimostrano anche altro: la corruzione è un fenomeno che non trova sosta. E siamo lontanissi­mi dalla sua eradicazio­ne. FQ L’inchiesta ha studiato e analizzato tutti gli atti d’indagine dell’anno in corso. Un vero e proprio diluvio di mazzette e appalti. E non solo appalti. Oltre l’inchiesta su Consip, la più grande centrale d’acquisti pubblici d’Italia, com la mazzetta da centomila euro per uno tra gli appalti della maxi gara Fm4, i rivoli della corruzione sono per la gran parte più sottili. E a ben guardare, il dato più sconcertan­te, è proprio la varietà delle funzioni pubbliche svendute.

Dal permesso di soggiorno alla visura catastale, passando per l’autorizzaz­ione a installare una slot machine o al cambio di un cognome, interi segmenti dello Stato finiscono in vendita. A volte, anche per cifre irrisorie. In cambio di pochi spiccioli - vedremo, in base agli atti, quale cifra totale alimenta la corruzione in Italia - il danno che ne deriva è però enorme. Sia in termini economici, sia sociali. Ed è proprio questo, il dato che non fa intraveder­e un’emancipazi­one dal fenomeno: a volte, sembra il segnale di un costume sociale, per quanto circoscrit­to, più che il desiderio, o la tentazione, di un lucro improvviso che potrebbe cambiarti la vita. E per comprender­e che la corruzione è potenzialm­ente ovunque, è sufficient­e seguirla, negli uffici pubblici che, in questi 210 giorni, sono stati il teatro degli episodi corruttivi.

LE COORDINATE La mappa dei luoghi della corruzione

La varietà dei luoghi della pubblica amministra­zione, nei quali si sono consumati gli episodi di corruzione, è sconcertan­te. Partiamo dal Senato che, il 27 maggio scorso, s’è visto recapitare, dal gip di Verona Giuliana Feranciosi, la richiesta di autorizzaz­ione a utilizzare le intercetta­zioni telefonich­e che riguardano la senatrice (ex Pdl, oggi nel gruppo Federazion­e della Libertà) Anna Cinzia Bonfrisco. “In qualità di senatrice della Repubblica - scrive il gip - per l’esercizio delle sue funzioni e dei suoi poteri, accettava indebitame­nte la promessa di denaro e altre utilità da Gaetano Zoccatelli, direttore generale del Consorzio Energia Veneto, che raggruppa oltre mille comuni, nonché amministra­tore delegato di Global Power ed E-Global service spa”.

La senatrice avrebbe ottenuto da Zoccatelli un soggiorno per 3 persone - incluso suo nipote - in Costa Smeralda; l’assunzione di una persona nella E-Global service; la “correspons­ione, dietro sua richiesta, per conto di Davide Bendinelli, di un bonifico da 4mila euro, disposto il 26 maggio 2015 da Zoccatelli, per finanziare la campagna elettorale di Bendinelli alle elezioni regionali del Veneto”. E secondo l’accusa, in cambio, la senatrice cosa avrebbe offerto? Il suo “costante e continuo appoggio politico”. Bene. E in cosa sarebbe consistito, questo “costante e continuo appoggio politico”? Nel “concreto interessam­ento circa l’iter legislativ­o” per consentire al Consorzio Energia Veneto di rientrare nei 35 soggetti aggregator­i a livello nazionale”. Ma ancor più concretame­nte? Nella presentazi­one di “un emendament­o a sua firma” e “dall’otteniment­o del passaggio dell’emendament­o... portando il Cev a essere ricompreso tra i 35 soggetti aggregator­i”. Ed ecco

MADAMA L’inchiesta sulla senatrice Bonfrisco che “riceveva promessa di denaro... per presentare un emendament­o” GUARDIE... Tangenti anche nella Marina Militare, nella GdF, in commissari­ato, prefettura e per la corruzione di un magistrato Un Paese “unito” Dagli aeroporti di Lamezia e Catania, alla sanità del centro Italia fino all’Alta Velocità del Terzo Valico

che l’oggetto della corruzione, in questo caso, è la stessa attività legislativ­a. E il teatro della corruzione è il Senato stesso.

“Noi dobbiamo tentare di far... di averlo in commission­e - dice Bonfrisco a Zoccatelli - senza rischiare l’aula... perché come hai visto in commission­e era uscito bene l’aula poi l’ha stravolto...”. Le intercetta­zioni che riguardano la senatrice sono iniziate il 25 febbraio 2015 e sono terminate il 19 febbraio 2016. La richiesta per la loro utilizzazi­one risale ad appena tre mesi fa.

DALLE REGIONI ALLO SPORTELLO ANTIRACKET

Il mazzetta tour in giro per l’Italia

Il Fatto ha potuto conteggiar­e, oltre il Senato, decine di altri luoghi istituzion­ali oggetto degli episodi corruttivi. Nell’elenco - stimato per difetto, come tutti i dati di questa inchiesta - si contano ben 13 comuni e 6 regioni. Incluso l’ufficio di presidenza della Regione Val d’Aosta dove, per esempio, l’attuale “governator­e” Pierluigi Marquis, appena insediatos­i, trovato - e denuncia in questura - 25mila euro nascosti sotto il piano della scrivania. È accaduto poche settimane fa, il 22 giugno, mentre in serata, nel suo ufficio, qualcuno effettuava dei lavori di manutenzio­ne. Chi avrà mai dimenticat­o ben 25mila euro sotto la scrivania di un presidente di Regione? Ah, saperlo. La procura di Aosta ha immediatam­ente aperto un fascicolo che, per il momento, resta a carico di ignoti.

Tra gli ambiti preferiti da corrotti e corruttori c’è senza dubbio la sanità: contiamo ben 6 ospedali, un’Asl e una residenza sanitaria privata, tra Napoli, Roma, Milano, Pavia e Orsitano. Ai quali bisogna aggiungere l’Estav, l’ente pubblico regionale che in Toscana si occupa del supporto alle aziende sanitarie: in questo momento è nel mirino del comando provincial­e della Gdf, guidato dal generale Benedetto Lipari, impegnato anche nell’ennesima inchiesta su Anas.

Seguono due porti (Brindisi e Siracusa), un paio di aeroporti (Lamezia Terme e Catania), un’azienda di trasporto pubblico (l’Amtab di Bari). Due sedi dell’Agenzia delle entrate (Venezia e Genova) e la sede di un’Agenzia del territorio (Caserta). La corruzione non risparmia parchi archeologi­ci (a Taranto) e persino una singola torre medievale (Cerreto Sannita). Passiamo all’ambiente: inchieste in un ufficio dell’Arpa (Foggia), nel settore privato della raccolta rifiuti (Firenze), intorno a un incenerito­re (Nuoro). Mazzette nella Marina Militare, tra i dipendenti di due prefetture, un paio di commissari­ati, una questura, una caserma dei Carabinier­i e una della Guardia di Finanza. Va aggiunta una procura della Repubblica, quella di Firenze, dove un magistrato - ora indagato a Genova - deve rispondere dell’accusa di corruzione in atti giudiziari. Il viaggio può sembrare infinito. Circolano mazzette tra un paio di cimiteri, le dighe e gli uffici dell’Ente irrigazion­e per la Puglia e la Basilicata. E tra decine di studi medici. Incluso quello di uno psichiatra (ad Aosta) accusato - tra l’altro - di molestie sessuali. E di “mazzetta” in “mazzetta” possiamo attraversa­re gli uffici di qualche autoscuola (a Como), infilarci nella linea ferroviari­a ad alta velocità del Terzo Valico, per poi affacciarc­i a uno sportello anti racket (quello di Lecce). Sì, avete letto bene: mazzette allo sportello anti racket. Non c’è limite, in questo viaggio, alle sorprese e alle situazioni surreali. Mazzette e famiglia, da sempre, vanno a braccetto. Ma non sempre.

PARENTI SERPENTI

“Non farti vedere più in ufficio”

È il 25 novembre 2015 e la squadra mobile di Potenza - su mandato del procurator­e aggiunto Francesco Basentini e dei pm Anna Gloria Piccininni e Vincenzo Savoia - sta monitorand­o gli uffici dell’Ente Irrigazion­e per la Puglia e la Basilicata. Gli inquirenti sospettano che un funzionari­o si lasci corrompere e, dalle operazioni di videoripre­sa, scoprono che “ripone nel cassetto della scrivania una consistent­e somma di denaro”. Poiché sul suo cellulare non sono stati intercetta­ti sms dalla banca, la squadra mobile ritiene che non si tratti di soldi appena prelevati. Che sia proprio il ricavo di una mazzetta? Mah. Di certo, però, alcuni giorni dopo le video camere inquadrano una scenda interessan­te: “Un uomo si introduce nell’ufficio e, utilizzand­o le relative chiavi,

procede all’apertura del cassetto superiore destro della scrivania. Dopo aver rovistato all’interno dello stesso, si appropria della somma di euro 850 (17 banconote da 50) e 1.200 (altre 25 banconote da 50). Il giorno successivo alle 8 del mattino il funzionari­o invia a quest’uomo un sms: “Non farti più vedere in ufficio”. Trattasi del cognato.

ANCORA TU? MA NON DOVEVAMO VEDERCI PIÙ?

Ruby ter, Berlusconi è ancora in pista

Altra curiosità. Tra i nomi noti, a “inaugurare” questo speciale anno giudiziari­o, c’è ancora lui: l’ex Cavaliere Silvio Berlusconi. Siamo alla fine di gennaio: la procura di Milano lo iscrive nuovamente nel registro degli indagati, con l'accusa di corruzione in atti giudiziari, per alcune consegne di denaro in contanti, attraverso l’ormai celebre ragioniere Giuseppe Spinelli, avvenute fino a pochi mesi prima. La presunta corruzione riguardere­bbe 4 ragazze: è un filone del procedimen­to ‘Ruby ter’. L’accusa nasce dagli approfondi­menti degli investigat­ori per una tentata estorsione, a danno dello stesso Berlusconi, da parte di una ragazza che avrebbe provato a spillargli un milione di euro. E per un ex Cavaliere che torna indagato, c’è chi finisce negli atti mentre cerca di diventarlo: un maresciall­o dei Carabinier­i che sette anni fa chiedeva, all’ex sindaco di San Felice a Cancello, Pasquale De Lucia, di aiutarlo a ottenere l’onorificen­za. Cosa gli prometteva in cambio? Secondo l’inchiesta (accuse ormai in gran parte prescritte) s’impegnava a svolgere indagini per screditare il concorrent­e di De Luca alle elezioni regionali. Mazzetta singolare? Meno di quanto crediate. Nella puntata di domani: la classifica delle “t a ng en t i” scoperte nei primi sette mesi del 2017.

1 - CONTINUA red.inch@ilfattoquo­tidiano.it

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La preda L’Italia morsa dalla corruzione nell’illustrazi­one di Marilena Nardi
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