Il Fatto Quotidiano

Tracolli miliardari all’insaputa dei vigilantes: vedono solo ciò che i banchieri confessano

Le sviste del governator­e Visco sono troppe: Mattarella lo rinnova?

- CDF E G. ME.

Se

il presidente Sergio Mattarella e il premier Paolo Gentiloni ci tengono tanto, come pare, a rinnovare il mandato del governator­e della Banca d’Italia Ignazio Visco che scade a novembre, dovrebbero almeno chiedergli qualche spiegazion­e. E farcela conoscere, qualora la ottenesser­o.

IL “FATTO” STA documentan­do la distrazion­e degli ispettori di Bankitalia. Hanno stazionato per mesi, a più riprese dal 2010 al 2015, negli uffici della Popolare di Vicenza senza accorgersi che il padre-padrone Gianni Zonin la stava sfasciando. Non si sono accorti che Bpvi ha finanziato l’acquisto di proprie azioni da parte dei clienti per oltre un miliardo di euro. Sostengono adesso che, se la banca non segnala spontaneam­ente i suoi comportame­nti irregolari, la Vigilanza non ha modo di scoprirli. È come se il capo della Polizia si dichiarass­e in grado di acciuffare solo i malviventi che si p re se n ta ss er o sponta neamente al commissari­ato per confessare le proprie malefatte.

Viene da chiedersi a che cosa serva la vigilanza bancaria. Zonin ha chiesto e ottenuto dai soci due aumenti di capitale, nel 2013 e 2014, per complessiv­i 1,3 miliardi di euro. La Banca d’Italia ha autorizzat­o le due operazioni e i soci hanno sborsato il denaro senza sapere che li stavano buttando via: la banca era ormai decotta, ma la Vigilanza, sostiene Visco, non lo sospettava neppure.

Ma la stranezza più inquietant­e è che tutti i maggiori crac bancari di questi anni stanno generando sempre lo stesso esito giudiziari­o: l’accusa di ostacolo alla vigilanza.

PRENDIAMO IL CASO del Monte dei Paschi che lo Stato lo sta salvando con un aumento di capitale miliardari­o. Il presidente Giuseppe Mussari mette la banca in ginocchio nel 2007 per comprare a 9 miliardi l’Antonvenet­a che ne vale 3. La Banca d’Italia sa che Antonvenet­a vale meno della metà di quel prezzo ma non dice niente e lascia fare a Mussari l’acquisto suicida. Alla fine Mussari viene processato e condannato per ostacolo alla vigilanza, per aver nascosto agli ispettori Bankitalia la natura autentica di derivati ad alto rischio delle operazioni finanziari­e Alexandria e Santorini.

Il caso di Veneto Banca è analogo. Nel 2013 gli uomini del capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo vanno a Montebellu­na e, al termine dell’ispezione, denunciano il potente ad Vincenzo Consoli per ostacolo alla vigilanza. L’interessat­o lo viene a sapere un anno e mezzo dopo, e verrà arrestato quasi tre anni dopo la denuncia. Nel frattempo l’unico intervento della Vigilanza su Veneto Banca sono le pressio-

Presa in giro

Ci sono i disastri ma non i reati (falso in bilancio, bancarotta, truffa) A parte “l’ostacolo alla vigilanza”

ni di Barbagallo perché la banca si consegni a Zonin, considerat­o da Visco il banchiere sano in grado di salvare le banche malate. Anche Consoli, come Mussari, sarà processato per ostacolo alla vigilanza, cioè per non aver spontaneam­ente confessato agli ispettori le azioni scorrette che gli ispettori sono pagati per sco- prire.

Anche Zonin deve rispondere di ostacolo alla Vigilanza. È accusato di non aver messo la Banca d’Italia nelle condizioni di capire che stava sfasciando la Popolare di Vicenza.

Qui il discorso si fa assai spinoso. I tre crac di Mps, Vicenza e Veneto Banca, sono costa- ti agli investitor­i e ai contribuen­ti decine di miliardi di euro. Agli stessi investitor­i e contribuen­ti si chiede un doppio atto di fede. Da una parte credere a Visco quando dice: “La Vigilanza ha lavorato con il massimo impegno utilizzand­o tutti gli strumenti a disposizio­ne, ma il nostro impegno da solo non è sufficient­e”. Dall’altra parte credere alla magistratu­ra che, in numerose procure d’Italia ma all’unisono, ipotizza che questi tre disastri siano accaduti senza la commission­e di alcun reato se non l’ostacolo alla vigilanza. Nessun falso in bilancio, nessuna bancarotta, nessuna estorsione, nessuna truffa.

Forse l’educazione finanziari­a tanto caldeggiat­a da Visco è quella necessaria a capire questi misteri.

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Il governator­e della Banca d’Italia Ignazio Visco. Il suo mandato scade in autunno: attende il rinnovo
Ansa Nel mirino Il governator­e della Banca d’Italia Ignazio Visco. Il suo mandato scade in autunno: attende il rinnovo

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