Informazioni sugli scafisti, lite tra Msf e Save the Children LACRONOLOGIA
Quattro organizzazioni sotto inchiesta. Le intercettazioni: “Medici senza frontiere non collabora”. “Non siamo indagati”
Intese e saluti con gli scafisti (persino la bandiera libica issata a bordo in un’occasione), ostacolo continuo alle indagini, violazione delle regole di ingaggio, restituzione dei gommoni ai trafficanti: se sulla Iuventa, sequestrata giovedì scorso, e condotta in porto a Trapani senza equipaggio, rimasto a Lampedusa, gli indizi raccolti dalla Procura sono diventati prove vagliate dal gip (che adesso verranno approfondite con il sequestro dei due personal computer di bordo), sarebbero almeno altre tre le Ong nel mirino dello Sco (il servizio centrale operativo della Polizia), che sta analizzando in queste ore il materiale investigativo raccolto sulle procedure di salvataggio adottate. E tra questa Medici senza Frontiere, presente nel Mediterraneo con due navi, Burboun Argos e Prudence.
NEL DECRETO di sequestro, per la Iuventa della Ong tedesca Jugend Rettet all’attenzione degli investigatori, ci sono lunghe conversazioni telefoniche tra il febbraio e il marzo di quest’anno tra due operatori di un’agenzia privata di sicurezza, Imi Security Service, imbarcati sulla Vos Hestia di Save the Children che hanno fornito ai pm trapanesi le prime indicazioni per avviare l’inchiesta e che, intercettati, avrebbero offerto altri spunti di indagine, a carico anche di altre Ong. Impegnati a reclutare informatori a bordo delle navi (“Msf fa del casino, gli ho proposto di mandare uno che ne sappia di polizia giudiziaria’’, dice Gallo) i due si scambiano informazioni, raccontando il clima di conflitto interno alle organizzazioni non governative, in particolare tra Save the Children e Medici senza Frontiere, che hanno assunto posizioni diverse nei confronti delle forze di polizia: più collaborativa la prima, chiusa ad ogni aiuto la seconda.
Conflitto che rispecchia anche il dibattito di questi giorni poi sfociato nell’adesione di alcune Ong (solo tre) al protocollo del Viminale. Parlano di uno “scontro molto violento’’ tra la polizia e una Ong, arrivato al limite di una minaccia di sequestro: “Tra la polizia e loro – dice Gallo - molto violento, si a terra in quel momento loro la volevano sequestrare tutto e non l’hanno potuta sequestrare, quindi, non so se te l’hanno detto’’. E poi, riferendosi a Msf, aggiunge: “Di Msf so molto, sono molto gerarchici’’. “Infatti – replica Ricci - gli ho detto comunque il comandante, mi ha detto,
22 marzo
“Dobbiamo registrare una sorta di scacco che la presenza di Ong provoca all'attività di contrasto degli organizzatori del traffico di migranti” riferisce il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, nella sua audizione davanti la commissione Schengen
3 maggio
Il settimanale “Panorama” rivela l’esistenza di un’inchiesta penale a tutti gli effetti: una organizzazione non governativa - scrive - è ufficialmente indagata dalla procura di Trapani per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina anche se di nascosto deve dare le informazioni e quindi anche se non glielo dicesse a Msf lo fa per conto suo ma lo deve fare. E per convincere il comandante della nave di Msf” Ricci dice di avergli spiegato “che con Msf comunque c’è uno anche uno scontro, insomma, pesante… con Save the Children…’’. “E proprio di là è partito tutto’’, chiosa Gallo.
I DUE MOSTRANO di conoscere bene sia i mezzi economici (“c’hanno i soldi, ce n’hanno proprio tanti’’) che le evoluzioni investigative e arrivano ad ipotizzare che la nave di Medici senza Frontiere Bourbon Argos sia sotto inchiesta: “Perché il Golfo Azzurro (il nome della nave della Ong olandese Boat Refugee, ndr) è sotto inchiesta, e non so se anche quell’altra nave, Borgonau... come si… come hai detto te, è sotto inchiesta pure quella eh! Può darsi che pure quella’’. “Eh, quella m’hanno detto che l’han tenuta ferma, l’han fermata…’’ replica Ricci. “Può darsi pure che quella è sotto inchiesta e quindi hanno cambiato nave… può essere’’, conclude Ricci. Chiamata in causa da un pezzo di Panorama nel maggio scorso, Msf aveva fatto sapere di non a- vere ricevuto alcun avviso di garanzia, posizione confermata anche ieri, “né dalla Procura di Trapani né da altre procure”: “Da allora ci siamo messi a disposizione delle procure per fornire qualunque spiegazione richiesta’’ e “ribadiamo – conclude la nota - questa totale disponibilità insieme all’au- spicio di avere indicazioni precise sugli episodi eventualmente contestati’’. Spiegando infine di non avere firmato il protocollo del Viminale perché “non conteneva elementi indispensabili per garantire l’efficacia dei soccorsi e i principi umanitari’’.
Nelle carte
“Tra loro e la polizia scontro molto violento, volevano sequestrare tutto...”