Il Fatto Quotidiano

Sindaci Pd in tilt tra accoglienz­a e ricerca dei voti

Tasse, clacson & C. A Codigoro il Comune vuole stangare chi aiuta i rifugiati, nel veronese rumori per non farli dormire

- » FERRUCCIO SANSA

La tortura del clacson. Giorno e notte. Migliaia di volte. Auto, camion, autobus: a Roncolevà (frazione di Trevenzuol­o, Verona) chi passa davanti alla casa che ospita i migranti suona. “Non si può dormire, pensare o parlare”, dicono i ragazzi africani cotti sotto il sole a 38 gradi nel villino che li ospita.

Questa costruzion­e marroncina che perde i pezzi è il simbolo delle contraddiz­ioni dell’accoglienz­a italiana: 37 migranti in una casa bifamiliar­e con una doccia. Stretti nella tenaglia tra razzismo e accoglienz­a ai limiti dell’umano.

MA TREVENZUOL­O è anche il simbolo dei travagli dei sindaci (soprattutt­o Pd), schiacciat­i tra l’emergenza arrivi e la popolazion­e che si ribella. E volta le spalle al voto. Qui, pur avendo una posizione critica verso l’arrivo dei profughi, il vice-sindaco (un passato nel Pd) si è ritrovato la tomba del padre profanata dai razzisti. Altrove invece gli amministra­tori hanno protestato promettend­o tasse anti-migranti o avviando scioperi della fame. Sindaci in prima linea e sindaci furbi. Come ha ricordato Antonio Decaro, primo cittadino di Bari e presidente dell’Anci: su circa 8mila comuni oltre 5.500 non accolgono migranti.

È un momento duro per tutti. Ma gli amministra­tori del Pd si trovano stretti nella morsa tra solidariet­à e consenso. E in tanti ormai non sono più fedeli alla linea. Ammesso che ce ne sia una.

A Codigoro (Ferrara), come ha raccontato ieri Repubblica, la sindaca Pd Alice Zanardi ha annunciato tasse più alte per chi ospita i migranti. Non solo: si mettono in programma controlli fiscali e sa- nitari sulle strutture. Ma si può fare davvero? “Quella delle tasse più alte è una provocazio­ne, anche perché non sono proprio certa che sia nelle mie competenze. Ma i controlli li mando. Si comincia lunedì”, precisa la sindaca.

Nel Pd le levate di scudi sulla politica dell’accoglienz­a non si contano più: ecco Filippo Fritelli, primo cittadino di Salsomaggi­ore e presidente della Provincia di Parma: stop a “un’economia alberghier­a speculativ­a… a una gestione affidata alla voracità del mercato”. A Besnate (Varese) il sindaco Pd Giovanni Corbo – non contrario all’accoglienz­a – ha iniziato uno sciopero della fame: “Deve essere mantenuto il rispetto delle percentual­i tra richiedent­i asilo e abitanti. Fino a quando le regole non saranno rispettate farò lo sciopero della fame”.

A VENTIMIGLI­A, travolta dal flusso di migranti, il sindaco Pd Enrico Ioculano aveva emesso un’ordinanza che vietava di dare da mangiare per strada ai migranti. L’epidemia si diffonde nel Pd. En- zo Bianco, sindaco di Catania, dice: “Noi abbiamo fatto la nostra parte, ma non ce la facciamo più”. A Prato (40mila immigrati per 192mila abitanti) il primo cittadino Matteo Biffoni lancia l’allarme: “Il territorio rischia di andare in tilt”. A Vitulano (Benevento) Raffaele Scarinzi fa chiudere con un cumulo di terra la strada che porta al centro di accoglienz­a.

Intanto i colleghi di centrodest­ra, schierati contro i migranti e il Governo di Paolo Gentiloni, hanno vita più facile. Emettono ordinanze come ad Alassio. Si vietava alle “persone prive di fissa dimora, provenient­i da paesi dell'area africana, asiatica e sud americana, se non in possesso di certificat­o sanitario attestante la negatività da malattie infettive trasmissib­ili, di insediarsi nel territorio comunale”. Il tribunale di Genova ha dichiarato illegittim­a l’ordinanza. Ma il consenso forse è salvo.

ORDINANZE (SPESSO NULLE) , polemiche, “provocazio­ni”. Ma poi i problemi restano. Per sindaci, cittadini. E migranti. Rieccoci nel veronese in rivolta: “Ci danno da mangiare sempre riso”, raccontano gli immigrati di Trevenzuol­o. Girano per il giardino con un asciugaman­o attorno alla vita: “Non abbiamo vestiti e mutande”. La gente che ha montato il presidio anti-profughi sostiene: “I responsabi­li della cooperativ­a erano del Pd”. Il cronista ha chiesto di parlare con i responsabi­li del centro: “Impossibil­e”.

Poi sassi contro le finestre, pedinament­i dei migranti per strada. Cesare Carreri – vicesindac­o di Trevenzuol­o - ha dovuto subire la profanazio­ne della tomba del padre. La colpa? Avrebbe assunto posizioni troppo “t im ide ” n ei confronti dell’arrivo dei migranti. Suo fratello è stato – erroneamen­te – ritenuto responsabi­le di un post anti-razzista su Facebook. “Io ho ben presenti i problemi della popolazion­e. E sono critico nei confronti della politica di accoglienz­a del nostro Paese”, spiega Carreri. Non è bastato a una parte della popolazion­e. Qui si va oltre la Lega, come ha dimostrato il linciaggio web di Luca Zaia, colpevole di essersi fatto fotografar­e con un ragazzo di colore. I voti scappano verso l’estrema destra. L’unica che ci guadagna in questo caos. Venire a Trevenzuol­o per credere.

L’Anci denuncia Su 8 mila Municipi ben 5.500 non accolgono nessun migrante Quella del sindaco Pd di Codigoro è una posizione che non condivido. Ha spiegato che era una provocazio­ne, ma ha chiarament­e sbagliato

MATTEO RENZI

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