“Parlano tutti di sicurezza, sarà il tema decisivo”
“La svolta a destra dei dem? Dice la stessa cosa degli altri, ma è poco credibile”
Adestra
e a sinistra, in televisione e sui giornali: parlano tutti di immigrazione. È diventato il tema principale del dibattito politico, dopo che le ultime elezioni amministrative hanno dimostrato quanto la questione sicurezza possa influire sul risultato finale. E ormai dicono tutti la stessa cosa, visto che anche il Pd di Matteo Renzi pare intenzionato a riposizionarsi, con la svolta a destra su Ong e migranti.
Affrontare il tema dell’immigrazione da sinistra, tramite un vocabolario di destra, però, rischia di non portare alcun vantaggio in ter- mini di consenso elettorale. Perché il tentativo di frenare una perdita di voti può scatenare la fuga del proprio elettorato più progressista.
A SOSTENERLO sono alcuni dei principali istituti di rilevazione, a cui il Fatto ha chiesto di analizzare le ricadute elettorali del dibattito sui migranti, viste anche le campagne di stampo securitario lanciate da alcuni sindaci. “Il problema è che non si vede un progetto chiaro sull’i m m igrazione né da parte del governo, né del Pd”, ragiona Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing. “In una situazione di questo tipo le opinioni più estreme vengono condivise anche da una parte dell’e- lettorato di centrosinistra”.
Un’analisi condivisa dal direttore di YouTrend, Lorenzo Pregliasco: “Si tratta di posizioni già occupate, soprattutto dalla Lega, che su sicurezza e immigrazione ha una linea chiara e facilmente riconoscibile”. Per questo “il Pd si espone, senza avere una sua credibilità su questi temi, e rischia di lasciare per strada il suo elettorato più riformi- sta”. Mentre i 5 Stelle “rimangono ambigui sui temi polarizzanti”, vista la composizione del loro elettorato “diviso tra ex di sinistra, spesso quella radicale, e una parte più populista, di centro destra, specie al Sud”.
QUANTIFICARE il valore del dibattito sull’immigrazione nelle prossime elezioni resta così troppo difficile, almeno per il momento. Di una cosa, però, Nicola Piepoli, presidente dell’omonimo Istituto, è certo: “Più che il valore assoluto del tema, è importante lo spostamento marginale, riferito al distacco tra le varie forze in campo. E in un contesto elettorale molto incerto, in cui il distacco tra vittoria e sconfitta sarà minimo, è verosimile che le posizioni sui migranti saranno decisive”. L’hanno capito in molti, dopo le ultime amministrative. E hanno adottato una strategia ben precisa: “Ormai assistiamo a un dibattito in cui tutti propongono una tesi più o meno uguale, compreso il Partito Democratico che in teoria dovrebbe rappresentare altre idee ”, prosegue Piepoli. “È la classica mossa di chi gioca in difesa: dire la stessa cosa degli altri, per provare a neutralizzare il valore della questione”.
Un’operazione, però, che non è detto vada a buon fine: “Su questo campo la Lega, e anche il Movimento 5 stelle partono troppo più avvantaggiati. Il Pd deve soprattutto sperare che cambi il contesto, e che quando si andrà a votare il tema immigrazione conterà meno di ora”.
Il parere di Youtrend ”È un pezzo di mercato elettorale presidiato già dalla Lega Nord e, in parte, dal M5s”