Il Fatto Quotidiano

Stavolta a Cortina d’Ampezzo la valanga è di fango

Dissesto sulle Dolomiti La frana ha ucciso una persona In valle 300 punti a rischio, ma si vuole costruire ancora

- F.SA.

La

maledizion­e del 5 agosto: il cielo che ti cade addosso. La montagna che sembra andare in pezzi. Poi il silenzio e una donna scomparsa. A Cortina è successo ancora, proprio come due anni fa (allora le vittime furono tre). La bomba d’acqua ha ucciso una persona. Ha ricordato che la Regina delle Dolomiti vive sotto la minaccia delle frane.

VENERDÌ A CORTINA il termometro segnava trenta gradi. Tanti, troppi. Un sole smagliante, senza tregua. Ma la gente di qui lo sa: più forte è il caldo, più devastanti saranno i temporali. Ecco allora quelle nubi addensarsi intorno al Faloria. No, non un acquazzone estivo come tanti.

Così alla sagra del paese si suonava, si parlava, ma con un occhio verso il cielo. E alle undici è venuto giù tutto: una pioggia che ha cancellato ogni cosa, che non la smet- teva più ed entrava nella terra, la imbeveva. Finché alle undici si è sentito quel rumore sordo: “La frana”.

La terra ha ceduto ancora. Il torrente Gere, che scende giù tra Faloria e Cristallo è esploso. Carla Catturani, 60 anni, medico in pensione, si trovava proprio lì, nella sua auto. Tornava dalla sagra. È stata travolta e uccisa.

Ma i boschi sopra Cortina, verso il passo Tre Croci, sembrano usciti da un bombardame­nto: fango ovunque, massi enormi. “Una tragedia che segna la vita di questa comunità”, ha detto il governator­e veneto Luca Zaia arrivato in valle, “I danni sono ingentissi­mi, massi ciclopici hanno bloccato l’alveo del Gere, bisogna farli saltare. Forse sarà necessario anche evacuare parte della popolazion­e”.

IL FANGO COPRE parte di Cortina. Ma mette a nudo la fragilità idrogeolog­ica di questa valle meraviglio­sa: “Dobbiamo lavorare subito per mettere in sicurezza persone e anche case. Do- menica è prevista un’altra forte perturbazi­one”, racconta il neosindaco Gianpietro Alverà. E poi c’è il futuro: “Cortina è bellissima, ma nata su un terreno franoso. Ci sono centinaia di punti delicati. Ma a preoccupar­e sono soprattutt­o i movi- menti di terra a Socrepes e ovviamente sotto l’An telao”.

Quella frana che uccise tre persone nel 2015. Ai piedi di una vertiginos­a piramide di dolomite alta 3264 metri. Antelao, appunto, che secondo la leggenda piange lacrime di fango dopo essere stato trasformat­o in roccia da una strega. Punito perché amava la sua Pomauria.

Lo raccontò

Gian Antonio Stella sul Co rriere della Sera: lungo la valle del Boite (il fiume di Cortina) sono state riconosciu­te più di 350 colate di detriti, attive o potenziali, che spesso minacciano i centri abitati. E la strada di Alemagna che collega Cortina al Veneto. Eppure nonostante tutto per decenni si è continuato a costruire in paesi come Borca di Cadore (pochi chilometri a valle di Cortina, proprio sotto l’Antelao). Ora è il momento della bonifica. Da due anni ai piedi dell’Antelao le ruspe scavano per mettere in sicurezza la frana in una lotta contro il tempo. Adesso a Cortina si preparano ad arrivare oltre 240 milioni per i mondiali di sci del 2021. “Ma bisogna evitare che finiscano in opere inutili – ha sempre chiesto Luigi Casanova dell’associazio­ne Mountain Wilderness – devono servire anche per mettere in sicurezza Cortina e la sua gente”.

Mondiali di sci Porteranno 240 milioni di euro Gli ecologisti vorrebbero siano utilizzati per la sicurezza

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Ansa Auto rotte Carcasse di veicoli travolti dall’ondata di fango di venerdì sera a Cortina
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