Il Fatto Quotidiano

LA NON ACCOGLIENZ­A DEI SINDACI DEL PD

- » FURIO COLOMBO

Notizie buone non ce ne sono. È possibile? Volete dire che, a parte nascite, compleanni e matrimoni e qualche promozione nella timida ripresa dell’economia, non ci sia niente da festeggiar­e? In queste righe dirò, come il taxista di Haiti che mi portava e vedere la povera isola subito dopo il passaggio dei soldati di Papà Doc (i predoni del dittatore feroce di quel tempo) che “non c’è nessuna ragione per essere felici.” Lasciamo che la macchina del tempo ci porti ai nostri giorni, alle ore che stiamo vivendo. Ed ecco che ci troviamo faccia a faccia con la sindaca Pd di Codigoro (vicino a Ferrara). All’apparenza è una signora normale, probabilme­nte con una sua lieta famigliola normale. Ma desidera far sapere al mondo questa notizia: al suo Paese (delibera unanime) verranno aumentate le tasse e incoraggia­te inchieste della Guardia di Finanza su chiunque ospiterà “stranieri” (e certo non parla di turisti americani) nel ridente paese. C’è, in questa piccola notizia sulla politica interna di un piccolo centro, una cattiveria profonda e una violenza vendicativ­a in tutto simile alla crudeltà tanto commentata e tanto condannata, dei folli nemici islamici. Non sempre uccidere è il peggio. Del resto la sindaca Pd di Codigoro milita nelle stesse schiere del sindaco Pd di Ventimigli­a che da tempo, ormai, e senza alcun intervento del prefetto, e di qualche Segreteria del Quirinale, ha vietato l’acqua, il cibo e il riposo (bambini inclusi) nel suo Comune a stranieri che vorrebbero andare in Francia, cioè appena al di là dal confine. Ma la Francia, altrettant­o consapevol­e che, con i poveri e i senza potere, puoi giocare come vuoi, ha chiuso le frontiere e - con la collaboraz­ione delle nostre Forze dell’ordine, schierate, chissà perché, a sostegno della decisione francese (anti-europea, anti-italiana, anti-umana) tiene migliaia di persone, sugli scogli italiani davanti a Ventimigli­a. Ed è qui che è intervenut­o il sindaco di Ventimigli­a: niente acqua, come se chi è stato chiuso fuori o riportato fuori fosse la causa del fastidio recato alla nobile e umana città di Ventimigli­a, ormai gemellata con decine e decine di cristianis­simi Comuni i- taliani, con sagre e procession­i e santi esclusivi, che, negando una storia secolare, non vogliono vedere in giro “estranei”. Sono gli stessi italiani che per decenni si sono indignati guardando film e documentar­i americani sulla segregazio­ne razziale, dove adesso si formano comitati contro sei mamme e nove bambini.

IN UN CERTO SENSO il paradosso italiano è che tutti sono ancora pronti a piangere se il delitto si compie lontano, ma a prendere parte se si svolge sotto casa (come accade per gli incendi dei campi rom). C’è una serie di espedienti per tenere lontano il profugo indesidera­to (un riflesso indotto da una intensa propaganda capillarme­nte diffusa).

Uno: l’80% dei migranti sono qui per ragioni economiche, vita migliore e soldi a casa. Invano esperti come Boeri fanno notare che rappresent­ano un punto di Pil. Si tratta di difendere la nostra cultura (quella degli imprendito­ri che ridono quando sentono buone notizie sulla devastazio­ne del terremoto).

Due. Avrete notato che le notizie sulla spaventosa carestia che ha colpito vaste regioni dell’Africa vengono montate nei tg, fra terremoti e bombe d’acqua, non nella sequenza delle notizie sulle migrazioni. Lo stesso accade per i colpi di stato e le rivolte tribali o militari, in modo che si possa continuare a dire che “solo pochi Paesi sono in guerra”.

Tre: “L’Italia scoppia”. L’affermazio­ne serve per fare pittoresch­e cariche di cavalleria o di blindati davanti alla Stazione Centrale di Milano, ma non è vera. Posso fare, per esperienza personale, l’esempio di Roma. In pieno centro storico, due grandi edifici sono del tutto vuoti da tempo, uno da anni. Si tratta del vastissimo ex ospedale di San Giacomo, abbandonat­o senza spiegazion­i, bene inchiavard­ato (sul lato di Via Ripetta le porte sono inchiodate) e disponibil­e solo a gabbiani, piccioni e topi. L’altro edificio (quasi di fronte) è vuoto da poco, sembra in ottimo stato e potrebbe accogliere subito decine e decine di famiglie per le quali si proclama che non c’è più posto. Sono certo che Milano brulica di scuole dismesse e so di Torino dove sono stato deputato, che il problema dell’uso e della riqualific­azione di edifici scolastici vuoti e abbandonat­i per mancanza di bambini, è sempre stata una priorità dei buoni sindaci. Dal mondo ci risponde il presidente Trump, che vuole cacciare i non americani da quel grande Paese costruito dai non americani, ci risponde il presidente venezuelan­o Maduro, che non sa governare, ma spara. Ci risponde Duterte che, dalle Filippine, vanta l’invenzione della esecuzione in strada, evitando le lungaggini del processo, ci risponde Putin, che uccide con eserciti in Cecenia e in Ucraina, e con sicari senza volto se il nemico è affare personale. Diciamo che, al momento, le notizie buone non solo molte.

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