Sotto inchiesta volontari di “Save the Children”
Già iscritti i primi indagati, ma i pm di Trapani non hanno nel mirino le Ong
Per alcuni casi sono in corso le identificazioni, quindi il fascicolo procede ancora contro ignoti, in altri gli autori dei reati hanno già un nome e un cognome annotati nel registro degli indagati. E l’indagine - oltre Jugend Rettet e Medici Senza Frontiere - coinvolge anche gli operatori di una terza organizzazione non governativa: Save the Children. Non è un caso, infatti, che un poliziotto dello Sco si sia infiltrato per ben 40 giorni proprio sulla loro imbarcazione.
L’INCHIESTA condotta dalla Procura di Trapani, guidata da Ambrogio Cartosio, si concentra su singole condotte di reato - s’ipotizza il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina - e quindi sui singoli operatori. Non sulle Ong in quanto tali. I poliziotti del Servizio centrale operativo hanno messo nel loro mirino soltanto episodi circoscritti e in parte - per quanto emerso nel decreto di sequestro della nave Iuventa - già pienamente identificati. In sostanza: il fascicolo non “criminalizza” le organizzazioni umanitarie, ma si concentra su singole condotte - vedremo quali - e singoli operatori. Precisazione necessaria, data la delicatezza dell’argomento, le sue potenziali strumentalizzazioni politiche, le eventuali ripercussioni sulle vite dei migranti e il fondamentale ruolo svolto sia dalle Ong, sia dalla magistratura.
Per comprendere il senso dell’inchiesta condotta dal pm Andrea Tarondo - e orientarsi nel suo percorso giuridico e investigativo - è necessario ancorarsi a una domanda di base: l’indagato stava aiutando il migrante o il suo aguz-
L’INDAGINE PROSEGUE e sono tre le organizzazioni non governative finite nel mirino dei Pm di Trapani: la Jugend Bettet, Msf e Save the children
ULTIMI SALVATAGGI Sabato notte Medici senza Frontiere ha trasbordato 127 migranti su due motovedette della Guardia Costiera zino? È soltanto nel secondo caso infatti che, nel fascicolo trapanese, scatta l’ipotesi di reato. L’esempio lampante, a giudicare dagli unici atti d’accusa fin qui emersi, è quello offerto dagli operatori della organizzazione Jugend Bettet che, a bordo della nave Iuventa, in più di un’occasione avrebbero restituito ai trafficanti libici le imbarcazioni sulle quali viaggiavano i migranti salvati.
Torniamo alla domanda: restituire le imbarcazioni è un atto che aiuta i migranti o i trafficanti? È questo il discrimine logico che porta la procura trapanese a ipo- tizzare il reato di favoreggiamento d el l’immigrazione clandestina. Nel caso degli operatori della Jugend, dopo le denunce esposte in procura da Cristian Ricci, titolare della Imi Security Service, gli investigatori hanno trovato riscon- tri tali da motivare il sequestro della loro nave. Il punto è che restituire un barcone ai trafficanti è un comportamento - rispetto alla domanda iniziale: chi sto aiutando? - piuttosto semplice da incasellare.
Non sappiamo - l’attività investigativa è ancora coperta dal segreto - se le indagini che riguardano gli operatori delle altre due Ong, Medici Senza Frontiere e Save The Children, abbiano raccolto riscontri altrettanto semplici da incasellare. Di certo c’è che le loro navi erano spesso nel posto giusto al momento giusto - e per fortuna - con il fondato sospetto che le “soffiate” giungessero proprio dai trafficanti. Fin qui, considerata la necessità di salvare vite umane, l’aiuto resta riservato ai migranti.
LO SCENARIO sarebbe diverso, sotto il profilo penale, se i contatti fossero sistematici, ripetuti nel tempo e si fossero trasformati in una - per quanto non voluta, ma di certo immaginabile - sorta di collaborazione con gli scafisti. Una collaborazione tale da indurre i trafficanti a fare affidamento negli operatori umanitari per consolidare i loro affari. E di conseguenza, nell’incrementare il traffico dei migranti stessi, le violenze che gli stessi subiscono. È questo il vero oggetto dell’inchiesta: circoscrivere le condotte che hanno favorito esclusivamente i trafficanti. E individuarne i responsabili.
La scheda Episodi circoscritti
Il reato per cui si procede è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina