Ve lo compro ’sto pallone L’Opa ostile dell’Emirato
QATAR “SOFT POWER” Amici dell’Occidente e del fondamentalismo islamico. Lo sport è la carta principale che il ricchissimo stato arabo si gioca per mantenere questo ruolo ambiguo. Il caso Neymar è solo l’ultimo capitolo
LPubblichiamo un estratto de “I veri padroni del calcio. Così il potere e la finanza hanno conquistato il calcio mondiale” ( Feltrinelli, 2017) di Marco Bellinazzo, giornalista del gruppo Sole24Ore
a domanda che si pone l’Occidente in questo tragico scenario geopolitico è se sia giusto premiare il mondo islamico e concedere a un paese come il Qatar (2,2 milioni di abitanti, di cui solo poco più di trecentomila qatarioti) di ospitare un Mondiale di calcio. Il clima internazionale è tutt’altro che favorevole. Dalle reiterate denunce di organizzazioni del lavoro e di Amnesty International relative agli abusi sugli stranieri impiegati nei cantieri alle perduranti insinuazioni sui brogli architettati per ottenere l’assegnazione.
Nel febbraio 2016 la dirigenza qatariota del Paris Saint-Germain e il presidente al- Khelaifi vengono accolti con bordate di fischi dai tifosi del Saint-Etienne, i quali durante la partita allo stadio Geoffroy-Guichard espongono striscioni come questo: “Il Parc è diventato un cimitero, i vostri soldi non li porterete in paradiso. Pray for Paris”.
Il vero nodo da sciogliere riguarda le ambivalenze e le contraddizioni del Qatar che, da un lato, ha scommesso sull’amicizia con l’Occidente, ritagliandosi un ruolo da mediatore e pacificatore, ma da ll’altro lato non ha mai troncato i legami con l’estremismo islamico. Il Qatar è un sostenitore dei Fratelli musulmani e delle loro articolazioni territoriali, dall’Egitto ai palestinesi di Hamas.
NON SOLO LA SQUADRA PARIGINA
In poco più di 10 anni Doha è diventata la mecca dei campioni globale e nel 2022 aspetta i Mondiali di calcio
I SOLDI PER BATTERE TUTTI
Qatar Sport Investment e Qatar Investment Authority Fondi quasi illimitati, grazie a queste casseforti statali Il club PARIS SAINT GERMAINE
LA FRATELLANZA per diversi governi arabi, tra i quali Bahrein, Arabia Saudita ed Emirati Arabi, è né più né meno di un’organizzazione terroristica. (...). Nell’agosto 2014 l’ex ambasciatore israeliano all’Onu Ron Prosor ammoniva dalle colonne del New York Times: “È tempo che il mondo si svegli e senta da dove viene la puzza di fumo. Il Qatar non ha lesinato risorse nel tentativo di presentarsi come paese liberale e progressista, quando in realtà questa micromonarchia finanzia aggressivamente l’Islam radicale”. In questo senso, è ritenuta centrale la figura di Al-Nu’aymi, storico delle religioni e soprattutto ex presidente della Qatar Football Association. In carcere dal 1988 al 1991 per la sua opposizione alle riforme sui diritti delle donne, Al-Nu’aymi, tra il 2013 e il 2014, è stato iscritto nelle black listdi Usa, Ue e Onu per aver versato ingenti somme ad al-Qaeda, ai jihadisti somali di al-Shabaab e a quelli di Aqap in Yemen.
Il Qatar, d’altro canto, ha Il Paris Saint Germaine è stao fondato nel 1970 in seguito alla fusione tra lo Stade SaintGermain (fondato nel 1904) e l’F.C. Paris. Fino all’arrivo degli Emiri (nel 2011) aveva vinto due titoli francesi e otto coppe di Francia Passato in mani qatariote ha vinto quattro campionati consecutivi e altre tre coppe di Francia, ma ancora manca il successo europeo
È il secondo club più tifato di Francia, alle spalle dell’Olympique Marsiglia appoggiato o partecipato con le proprie forze armate alle principali missioni militari della Nato degli ultimi anni. Ospita la più grande base area americana in Medio Oriente, oltre che lo Us Combat Air Operations Center, ed è un ottimo cliente per l’industria militare statunitense.
L’emirato, inoltre, ha potenziato le relazioni con l’Occidente reinvestendo i ricavi delle esportazioni energetiche in altri comparti, dalla tecnologia al turismo, e in grandi compagnie occidentali. Qatar Investment Authority, il fondo sovrano istituito nel 2005 dall’emiro Hamad bin Khalifa al-Thani ha acquisito quote di rilievo, tra le altre, in Airbus, London Stock Exchange e Volkswagen.
Questa strategia di soft power (...) ha nello sport e nei media due capisaldi. A supportarne l’evoluzione è il Qatar Sport I nv es tm en ts ( Qsi), braccio della Qatar Investment Authority. In poco più di dieci anni, dal 2006, quando ha ospitato i Giochi asiatici, il Qatar è diventato la nuova mecca dello sport globale. A Doha si svolgono tornei di tennis dell’Atp e della Wta e una tappa del motomondiale. Nel 2018 si terranno i Mondiali di ginnastica e nel 2019 quelli di atletica, per i quali il Qatar ha battuto la candidatura di Barcellona, scatenando l’ira di José María Odriozola, presidente della Federazione spagnola: “Con i soldi non si può comprare tutto”.
L’INVESTIMENTO principe è in ogni caso, quello nel Paris Saint-Germain, comprato dal Qatar Sport Investments nel maggio 2011 e potenziato con campagne di mercato faraoniche. Spese per oltre 600 milioni che hanno spinto il Psg al vertice del calcio europeo.
Prima degli sceicchi i ricavi del Psg raggiungevano a malapena i 100 milioni all’anno, oggi viaggiano sopra il mezzo miliardo. Un incremento al quale Doha ha contribuito soprattutto attraverso l’accordo con la Qatar Tourism Authority che prevede il riconoscimento di premi tra i 150 e i 200 milioni di euro all’anno. L’opa sul calcio europeo della famiglia regnante qatariota si è estesa alla Spagna. Il Qatar Sport Investments sigla nel 2010, per la cifra record di 150 milioni di euro per cinque anni, uno storico contratto con il Barcellona che fino ad allora aveva sempre rifiutato le sponsorizzazioni. In una prima fase sulle maglie blaugrana appare il marchio “Qatar Foundation”, ma dalla stagione 2013- 2014 il main sponsor è “Qatar Airways”, compagnia aerea qatariota. All’inizio del 2015, dopo gli attentati a Parigi, il presidente del Barcellona Bartomeu aveva lasciato intendere che il contratto avrebbe potuto essere non rinnovato.
In casa blaugrana destavano apprensione i presunti rapporti del Qatar con il terrorismo islamico. A novembre 2016 la dirigenza catalana ha così sostituito il partner commerciale con i giapponesi di Rakuten. Una mossa che a Doha non hanno certo gradito….