Ma quale audacia, è soltanto un upgrade della volgarità
Hai un bel dire che le sconcezze in giro sono altre e le case ancora diroccate ad Amatrice o le pensioni d’oro dei deputati regionali siciliani o i libroidi degli youtuber battono in oscenità le pecorine en plein air che quest’estate vengono segnalate da Napoli al Friuli. Classico e ormai trito paradosso da corsivisti radical- chic, boutade da illuministi allo spritz che poi a casa stanno ben attenti a cancellare la cronologia del pc perché i figlioletti non sappiano che le loro ricerche notturne non si concentrano esattamente sui vitalizi della Regione Sicilia o s ul l’ultimo libro di LaSabriGamer.
RAGAZZI, non siamo più nel Paradiso terrestre. Il trend della copula in pubblico evoca di tutto tranne innocenza edenica e fanciullesca vitalità, non è erotismo né pornografia né un omaggio ai Beatles eversivi di Why don’t we do it in the road?, ma solo l’upgrade della maleducazione, e non si distingue dagli sfondi degradati in cui si consuma; brutte spiagge, marciapiedi ingombri di rifiuti, giardinetti fetenti. Non tiriamo fuori la storia del “non si sa dove andare”, come se l’unica alternativa al letto, proprio o mercenario, fossero i Fori imperiali in pieno giorno.
Ci sono state epoche ben più povere di questa, ma non capitava di inciampare in duetti e terzetti trombanti mentre si andava a passeggio in centro. Quel che fa incazzare è che sono scomparse le coppiette innamorate che “si baciano in piedi contro le porte della notte” cantate da Prévert, e che se due gay si fanno una carezza o camminano mano nella mano rischiano di essere presi a botte o denunciati, mentre due etero fuori di testa possono scopare di brutto su un marciapiede vicino a piazza Indipendenza senza che nessuno osi intervenire.
E se passavano dei bambini? Salviamo almeno loro, lasciamogli credere che il sesso è una cosa bella, fantasiosa, divertente: facciamoglielo vedere su Pornhub.