Ribelli anti-presidente tentano un golpe nel Nord del Paese: due morti, sette arresti
Assalto a una caserma, subito represso
NONOSTANTE i detrattori del presidente Morales – il primo rappresentante degli indigeni nonché dei raccoglitori di coca ad aver ottenuto la massima carica dello Stato – sostengano che non ci volesse poi molto a migliorare la vita dei suoi cittadini essendo i boliviani talmente poveri che qualsiasi minimo ammortizzatore sociale avrebbe prodotto effetti eclatanti, resta il fatto che milioni di persone hanno perlomeno messo fuori la testa dal pozzo di miseria nera in cui erano condannati a rimanere da un’elite corrotta e rapace.
Certo, non basta, ci vuole tempo. E forse sarà per questo che Morales ha indetto lo scorso anno un referendum per chiedere agli elettori di cambiare il dettato costituzionale e permettergli di correre per la quarta volta alle presidenziali che si terranno ▶UNGRUPPO
di ribelli in divisa militare sono entrati ieri all’alba nel forte Paramacy, aValencia, nello Stato di Carabobo, 160 chilometri dalla capitale Caracas. Ma le forze governative hanno avuto in breve tempo la meglio sui rivoltosi. In un video, diffuso dal sito del quotodiano El Nacional, il capo dei rivoltosi, il capitano Juan Caguaripano, che si definisce comandante dell'operazione 'David Carabobo' annuncia: ”Ci dichiariamo in legittima ribellione, uniti più che mai al coraggioso popolo del Venezuela, per disconoscere la tirannia assassina di Nicolas Maduro. Questo non è un colpo di stato. È una azione civica e militare per ripristinare l'ordine costituzionale“. Più tardi in mattinata, il deputato chavista Diosdado Cabello ha detto ai media che la situazione, definita ”attacco terroristico”, era sotto controllo. I media riferiscono però che le forze di sicurezza hanno dovuto usare gas lacrimogeni per disperdere cittadini scesi nelle strade per sostenere la rivolta. Negli scontri con le forze governative ci sarebbero due ribelli morti e sette arrestati. A seguito dell’azione le autorità hanno “attivato piani di difesa e dispiegato truppe, per garantire la sicurezza interna“, ha precisato Cabello.