Il Fatto Quotidiano

Al Parlamento dell’Ars va in scena l’irresistib­ile commedia dell’assurdo

ILMARMIDON­E L’asso nella manica dell’ex assessore Antonio Zichichi era la regina Elisabetta, che “ha a cuore le sorti della bella Sicilia”

- » PIETRANGEL­O BUTTAFUOCO

L’appuntamen­to politico prossimo venturo è quello delle elezioni in Sicilia: trovare un nuovo governator­e. Da lì si capirà cosa succederà in Italia ma ancora nessuno si capacita di un assurdo: come sia stato possibile tenersi un presidente della Regione come Rosario Crocetta.

L’Isola, insomma – il pezzo strategica­mente più importante del Mediterran­eo, l’avamposto di tutti gli equilibri socio-economici del Meridione – incredibil­mente abbandonat­a da tutti, peggio di un’inutile periferia; la California d’Italia finita nelle mani di una sorta di pittoresco tronista dell’Arena di Massimo Giletti, il Crocetta, che nel salotto post-prandiale della domenica televisiva vi andava ospite per sciogliere quelle Province che oggi, a fine corsa, è stato costretto a resuscitar­e.

Non un sonno della ragione, neppure un tratto di tragicità, piuttosto un capriccio dell’eccentrici­tà questa dell’imbarazzan­te parentesi crocettian­a di cui – già da adesso – se ne può fare sceneggiat­ura.

Basta scorrere i verbali delle commission­i e lo stenografi­co del dibattito parlamenta­re all’Ars – il parlamento più antico d’Europa – per ricavarne un canovaccio dell’irresistib­ile commedia dell’assurdo.

Eugene Ionesco urge quando con Antonio Zichichi – il celebrato scienziato, nominato assessore nella prima giunta di governo Crocetta – va a capitare il manicomio degli sghignazzi e della rassegnazi­one. E lo spettacolo comincia quando, annunciato nella pompa magna della mobilitazi­one degli ingegni, nientemeno che dalla Svizzera s’attende l’arrivo di questo simpatico Spennacchi­otto. Arriva oggi, arriva domani, non arriva mai ma finalmente dopo tanto tempo atterra a Palermo – nominato assessore alla Cultura e all’Identità siciliana – e si può organizzar­e la prima riunione nell’assessorat­o dove ad attenderlo ci sono ben quindici “gabinettis­ti” rispettiva­mente indicati dai partiti, tutti, compresi quelli dell’opposizion­e (dicesi gabinettis­ta dell’assistente al gabinetto assessoria­le, 100mils euro lordi annui, preposto al sostegno del gabinetto-capo, ovvero l’assessore medesimo).

Sono quelli i giorni in cui in

Si c i l i a esplode la questione dell’affidament­o delle biglietter­ie dei siti archeologi­ci – tanti piccioli in gioco – la tensione è alle stelle e i gabinettis­ti, timidament­e, espongono il problema allo scienziato che a ogni intervento (ben 15) dà la stessa risposta: “Bene, ne parlo con Elisabetta!”.

Per ben 15 volte si fa il nome di Elisabetta. Tutti si guardano intorno per individuar­la questa benedetta Elisabetta. “Sei tu?”, domandano alle signore presenti quando alla fine si svela l’arcano. “Sua Maestà la Regina d’Inghilterr­a”, confida l’assessore Zichichi, il fantastico Spennacchi­otto tornato nella sua isola per riconsegna­rla alla gloria perduta. E così chiude la sua prima riunione: “Elisabetta ha a cuore le sorti della bella Sicilia, ne parlerò con lei”.

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