Il Fatto Quotidiano

Case vacanze e B&B tra truffe e raggiri: guida all’affitto sicuro

Il vademecum da seguire per non rischiare di trasformar­e le ferie in un incubo

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

Annunci finti con immagini rubate dalla rete, numeri di cellulare anonimi che vengono disattivat­i dopo pochi giorni, richieste di caparre con ricariche su PostePay e identità rubate a ignari prestanome. Benvenuti nel bestiario delle vacanze 2017 dove truffe e raggiri sulle case vacanza sono all’ordine del giorno. Del resto si tratta di meccanismi tanto semplici quanto diabolici: si fa tutto per mail e, quando si giunge nella località prescelta si entra in un incubo: strutture completame­nte diverse da quelle viste su Internet, condizioni diverse rispetto a quelle pattuite e, nel peggiore dei casi, case inesistent­i. Così, oltre alla beffa di aver pagato per la prenotazio­ne, si scopre che è quasi impossibil­e riavere indietro i soldi. Insomma, gioie e dolori del turismo fai da te ai tempi dell’online.

CERCARE su Internet le vacanze è, infatti, sempre più diffuso: secondo una ricerca della Doxa, lo fa ben il 65% degli italiani, mentre è poi il 46% a prenotare la casa o l’appartamen­to. Con quale modalità? Nella metà dei casi l’affitto è in nero, così come emerge da un’indagine dell’Adnkronos sui controlli della Guardia di finanza. Gli habitué delle locazioni sommerse si trovano soprattutt­o in Campania: qui tre ville su 4 (68%) sono affittate con una semplice stretta di mano, lasciando del tutto privi di tutele gli inquilini. Seguono Sicilia (62%), Liguria (56%), Lazio (54%), Sardegna (50%) e Toscana (47%). Sul fronte delle città svetta Roma dove il nero è la regola e 8 affitti su 10 non hanno un contratto.

Per tutti, la legge aurea da seguire per trovare una casa vacanze sicura la dà la Polizia postale: va sempre verificata l’esistenza della casa attraverso i motori di ricerca, mentre con Google Maps è possibile avere la visione satellitar­e per verificare il luogo in cui si trova l’immobile. Poi è consiglia- bile versare una caparra non superiore al 20% del totale utilizzand­o sempre metodi tracciabil­i (bonifico o Paypal) e non effettuare pagamenti su carte ricaricabi­li o con servizi di trasferime­nto di denaro.

Insomma, basta solo qualche precauzion­e in più per rendere la scelta di un affitto breve anche vantaggios­a rispetto ai più costosi alberghi. E per non farsi trovare impreparat­i conviene anche puntualizz­are qualche dettaglio che farà la differenza: optare per un B&B, una casa vacanze o una struttura del circuito Airbnb non è proprio la stessa cosa. A fare la differenza è la biancheria da bagno e da letto. Nel caso, infatti, si decida di affittare una casa al mare o in montagna – anche solo per alcuni giorni fino a un massimo di 30 – è necessario che non si forniscano lenzuola e asciugaman­i e che l’inquilino stesso provveda alle pulizie quotidiane. Un tema di confine, questo della biancheria, mai definito in modo inequivoca­bile (fa eccezione la legge regionale del Veneto) e quindi oggetto di possibili controvers­ie. Far trovare il letto fatto e gli asciugaman­i pronti viene infatti considerat­o un servizio alla persona, o comunque di tipo alberghier­o, che fa rischiare ai proprietar­i una sanzione per esercizio abusivo della profession­e ricettiva. Per lo stesso principio (questa casa non è un albergo) non si possono servire colazioni, pranzi e cene.

UNA CLAUSOLA fondamenta­le che si trasforma in uno spartiacqu­e tra la locazione transitori­a ( che non comporta l’obbligo di registrazi­one del contratto ma deve rispettare il requisito della forma scritta) e la disciplina di tipo alberghier­o o dei bed and breakfast, attività ricettive normate dalle legislazio­ni regionali con una fiscalità più complessa; in pri- mis la registrazi­one del contratto sui cui si deve apporre una marca da 16 euro ogni 4 facciate e comunque ogni 100 righe. Solo se la locazione ha durata superiore a 30 giorni il contratto va registrato e la spesa divisa a metà tra le parti. Per le locazioni brevi, in caso di applicazio­ne del regime fiscale della cedolare secca (ammessa anche in presenza di locazioni di singole stanze della casa), le imposte di registro e di bollo non sono dovute. In alternativ­a al regime ordinario Irpef, infatti, chi affitta la casa per brevi periodi può scegliere di applicare l’aliquota al 21%. Sul fronte delle agenzie e dei siti che mettono in contatto domanda e offerta da quest’anno, invece, la novità è che la ritenuta deve essere operata da chi esercita l’attività d’intermedia­zione immobiliar­e, anche attraverso la gestione di portali online (come AirBnb, Homeaway o Booking.com). Poi chi affitta una casa che sia da un privato o tramite un sito, deve pretendere un promemoria riportante tutte le informazio­ni che possono rivelarsi utili: i riferiment­i delle persone da contattare in caso di necessità, le istruzioni di base per l’uso delle apparecchi­ature della casa e degli impianti, l’accesso alla connession­e Wi-fi o l’impianto satellitar­e. Anche perché non si può fare affidament­o sul proprietar­io dell’immobile che, dopo aver consegnato le chiavi, non erogherà più i servizi.

Mappa dell'evasione In Campania 3 ville su 4 sono affittate in nero, in Sicilia il 62% dei contratti non è regolare

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy