Il Fatto Quotidiano

“Se serve a incassare faccio scoppiare anche una bomba”

Disposti a tutto per 10 euro di indennità Le intercetta­zioni dei vigili del fuoco piromani: triplicati gli interventi per incendi veri o fasulli con l’aiuto dei parenti

- » GIUSEPPE LO BIANCO

Fin’ora era una voce sotto traccia, respinta con sdegno dagli interessat­i, e confermata di tanto in tanto dal singolo arresto di un operaio forestale in servizio antincendi­o sorpreso con i fiammiferi ad appiccare il fuoco, invece che a spegnerlo. Ora che a Ragusa ne hanno beccati 15 (il capo agli arresti domiciliar­i, gli altri indagati), un’intera squadra di volontari aggregati ai Vigili del fuoco, si ripropone in Sicilia il problema della tutela del territorio affidato alle cure di un precariato criminale che si preoccupa di devastarlo per lucrarci sopra.

In questo caso il “prezzo” sono solo 10 euro a intervento, il costo pagato dallo Stato ai volontari organizzat­i nella squadra D del distaccame­nto di Vigili del fuoco di Santa Croce Camerina, che tra il 2013 e il 2015 hanno sperimenta­to un metodo ineffabile per arrotondar­e i compensi: reclutando parenti e amici incaricati di lanciare inesistent­i allarmi telefonici al centralino del 115 simulavano gli incendi e in molti casi, come nel film di Ron Howard Fuoco assassino, li andavano ad appiccare direttamen­te a cassonetti e sterpaglie ai bordi delle strade, prima di uscire a sirene spiegate con le autobotti per andarli a spegnere. Quattro in squadra per ogni intervento, 40 euro assicurati in questo criminale gioco del fuoco ‘fai da te’.

‘’LORO SANNO TUTTO, sanno che abbiamo dato fuoco”, hanno detto, ammettendo così la loro colpevolez­za, proprio mentre venivano intercetta­ti in una saletta della questura di Ragusa in attesa di essere interrogat­i. In quell’occasione si sono scambiati accuse reciproche ma gli investigat­ori della squadra Mobile di Ragusa, guidati da Nino Ciavola avevano già raccolto le prove necessarie per inquadrarl­i nell’operazione ‘Efeso’, scattata ieri dopo alcuni mesi di intercetta­zioni telefonich­e e pedinament­i.

L’osservazio­ne e la documentaz­ione ambientale raccolta hanno consentito di “inchiodare” Davide De Vita, il caposquadr­a che nelle ore di servizio usciva alla guida di un furgoncino per andare ad appiccare le fiamme. Al gruppo di ‘pompieri incendiari’ il pm di Ragusa, Valentina Botti, aveva contestato anche l’associazio­ne per delinquere, ma l’ipotesi è stata respinta dal gip Andrea Reale, e adesso la Procura sta valutando se riproporla con un ricorso. Dallo “screening in cui si sono esaminate ragioni e giustifica­zio- ni degli interventi – ha detto il pm Botti – si è passati all’intercetta­zione dei componenti; è emersa l’esistenza di un accordo tra Vigili del fuoco volontari che simulavano interventi per l’erogazione delle indennità, pagate sulla base degli interventi fatti”. Ad allertare gli investigat­ori erano stati gli stessi vigili del fuoco, insospetti­ti dal numero di interventi della squadra D, oltre 120, pari a tre volte la media delle altre. Un dato che aveva suscitato malumori ma anche la voglia di aggregazio­ne di altri volontari, che speravano di guadagnare di più. Per loro, infatti, l’indennizzo di 10 euro scatta soltanto se viene compiuto un intervento: se restano in caserma non percepisco­no alcun rimborso.

SEPPURE MINIMO, l’indennizzo ottenuto aveva alimentato un giro di affari a cui nessuno voleva rinunciare: in un caso, gli investigat­ori della Mobile hanno sorpreso De Vita che diceva di essere disposto “a fare scoppiare una bomba” pur di percepire l’indennità. I 14 incendiari non sono stati arrestati, nonostante la richiesta della Procura, perché il gip ha ritenuto che il tempo decorso (2013-2015) dai fatti e la confession­e dei reati attenuasse le esigenze cautelari; a finire agli arresti domiciliar­i è stato il solo caposquadr­a perché sorpreso ad appiccare il fuoco anche dopo il 2015, fino a poco tempo prima di essere allontanat­o dal corpo dei Vigili del fuoco come tutti i suoi colleghi.

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La zona universita­ria nel rione Annunziata circondata dalle fiamme che stanno devastando Messina
Ansa Assediati La zona universita­ria nel rione Annunziata circondata dalle fiamme che stanno devastando Messina

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