Il Fatto Quotidiano

Lo stadio rimandato a settembre: senza ponte sul Tevere salta tutto

In autunno nuova conferenza dei servizi

- » LORENZO VENDEMIALE

Asettembre

la Regione Lazio convocherà una nuova conferenza dei servizi: 180 giorni (al massimo) per decidere se il nuovo stadio della Roma s’ha da fare o meno. Comune e proponenti, legati ormai a doppio filo dopo l’accordo stretto in Campidogli­o a febbraio, si giocano tutto sulla viabilità: dovranno dimostrare che un solo ponte sul Tevere (quello dei Congressi) sia sufficient­e. E garantire la sua realizzazi­one.

IL FUTUROdi Tor di Valle ruota ormai tutto intorno a un ponte, dopo che dal governo è arrivata una netta bocciatura sulla mobilità. Il ragionamen­to del ministero dei Trasporti è chiaro: l’area ha già problemi di traffico, il ponte dei Congressi non è alternativ­o a quello di Traiano (che l’amministra­zione M5S ha deciso di tagliare) e comunque non può essere dato per scontato, visto che si tratta di un progetto autonomo. La conferenza dei servizi potrebbe avere lo stesso un esito positivo, ma sembra difficile che la Regione si prenda una simile responsabi­lità. Per il momento l’assessore Michele Civita si limita a sottolinea­re che “molte amministra­zioni segnalano con forza la necessità di rivedere opere e interventi sulla viabilità”. Risultato: lo stadio è di nuovo in bilico.

Ieri Luca Lotti e Graziano Delrio si sono affrettati a gettare acqua sul fuoco, smentendo se stessi e parlando di “parere positivo del go ve rno ”. In realtà nella relazione si legge chiaro e tondo che “il parere del ministero dei Trasporti è negativo”. E non si tratta di una prescrizio­ne come tante, ma di una variante struttural­e del progetto, da 90 e passa milioni di euro: tutto l’accordo tra Comune e società poggia sull’eliminazio­ne del ponte di Traiano, da cui viene la quasi totalità dei milioni di euro di opere pubbliche risparmiat­i per sforbiciar­e le cubature di cemento (come voleva il M5S).

Ridiscuter­e il dossier non è nep- pure un’opzione, così in Campidogli­o puntano a superare il rilievo con uno studio di fattibilit­à: anche in Comune, però, sono consapevol­i che almeno un ponte sul Tevere sia indispensa­bile per servire la zona. A questo dovrebbe servire il Ponte dei Congressi, che però fa storia a sé: è finanziato dallo Stato, e non sarà pronto prima del 2022. Un’ipotesi a questo punto potrebbe essere armonizzar­e i due lavori in un’unica conferenza. La soluzione di tutti i problemi, con un’incognita: legare un progetto privato, che il presidente gialloross­o James Pallotta pretende di concludere entro il 2020, a uno pubblico di cui si parla da 15 anni e che non ha mai visto la luce.

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Ansa Il modello L’area di Tor di Valle a Roma

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