Guerra delle pensioni, il mistero del diktat Bce
Sindacati contro Boeri (Inps) e la Ragioneria per gli allarmi sul rinvio dell’età pensionabile
Dal
2011 quello delle pensioni è soprattutto un racconto “tecnico”. A volte però capita che incroci la politica. E a quel punto emergono storie incredibili. Come quella di questi giorni.
LE RIFORME previdenziali partite nel 2004 (governo B.) e concluse con la riforma Fornero di fine 2011 comporteranno un risparmio di “960 miliardi di euro al 2060” stando ai dati della Ragioneria dello Stato. Che però ora lancia allarmi, prefigurando scenari apocalittici. A far paura è l’ipotesi di alleggerire l’adeguamento de ll ’ età di pensionamento all’aspettativa di vita calcolata dall’Istat, che è cresciuta. La riforma Fornero porterà l’uscita dal lavoro a 67 anni già a partire dal gennaio 2019 (si arriva a 70 anni nel 2051). Per i presidenti delle commissioni Lavoro, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi è una progressione “ir r agionevole” e hanno suggerito almeno di rallentare il meccanismo. In un rapporto pubblicato martedì, la Ragioneria ha spiegato che toccare gli adeguamenti “determinerebbe un sostanziale indebolimento del sistema”, con il rischio di ritornare “nella sfera della discrezionalità politica”. Non sia mai. Per la Rgs il blocco comporterebbe “una maggiore spesa di cir- ca 0,8 punti di Pil nel 2033”. Secondo il presidente dell’Inps Tito Boeri il “buco” sarebbe addirittura di “141 miliardi”, quindi “l’ipotesi del blocco è pe rico losi ssim a”. “Nume ri campati in aria”, secondo Damiano, visto che non si chiede il blocco totale degli scatti ma solo uno scalino più dolce, che coinvolge migliaia di lavoratori usurati. Contro Boeri e la Rgs si sono schierati i sindacati. Stando ai dati della Commis- sione Ue, le riforme approvate porteranno l’Italia ad avere la quarta età media di pensionamento più alta d’Europa nel 2060. In Germania, per dire, si arriverà al requisito di 67 anni solo nel 2029.
MA LA RAGIONERIAè così spaventata da svelare anche un retroscena inedito: qualunque cosa accada, l’età della pensione di vecchiaia verrà “comunque portata a 67 anni nel 2021 in applicazione della clausola di salvaguardia introdotta su specifica richiesta della Commissione e della Bce”. È l’articolo 24, comma 9 del famoso “decreto Salva Italia” di dicembre 2011. Problema: la stessa ministra del Welfare del governo Monti nega l’episodio. “Non ricordo affatto questa norma – spiega al FattoElsa Fornero – né mai ho trattato clausole con l’Ue o la Bce, che non avrebbero nessuna prerogativa per chiederla. Con la Bce ci parlavano Monti e il ministro del Tesoro Vittorio Grili, ma questa norma non ha neanche senso: se l’aspettativa di vita calasse, è giusto che cali anche l’età pensionabile. Non si può farla salire a priori per legge”. L’adeguamento alla speranza di vita risale alla riforma del 2010, che però prevedeva di arrivare a 67 anni nel 2026. “La Bce non disse nulla e la Commissione Ue ci elogiò – ricorda il ministro dell’Econo- mia di allora Giulio Tremonti – Le ‘clausole’ della Bce arrivarono dopo la lettera di agosto 2011...”. È successo anche questo in quei fatidici mesi: una norma che riguarda milioni di persone, ma senza padre.
La “clausola”
La Ragioneria: si sale a 67 anni nel 2021 in ogni caso: lo imposero Ue e Bce. Fornero: “Non ne so nulla”