Il Fatto Quotidiano

L’OCCUPAZION­E DEI BENI COMUNI È VERA POLITICA

- » UGO MATTEI

“Agosto beni comuni non ti conosco!” può dirsi, parafrasan­do il detto popolare sulla moglie mia, di fronte alla notizia dello sgombero dei centri sociali Crash e Labas avvenuta, con uso di manganelli, l’8 agosto a Bologna. Siamo nella città amministra­ta dal Pd Merola, che non perde occasione di vantarsi del Regolament­o per i beni comuni, modello che ha ottenuto voti di decine di Consigli Comunali che riducono i “beni comuni” a volontaria­to urbano.

LABAS OCCUPAVAda­l 2012 parte di una caserma dismessa trasferita, con le solite opache operazioni di dismission­e del patrimonio pubblico, a una società “privata”, CDP investimen­ti (70% CDP 15 % ABI 15% ACRI), controllat­a di alcuni dei centri di potere più influenti della stagione neoliberal­e italiana. In questi anni in cui si invoca l’ “innovazion­e sociale” ( sic ), Labas aveva dato vita a Campi Aperti, mercato dei produttori biologici, al laboratori­o Labimbi per i più piccini e al progetto Accoglienz­a Degna per i migranti. Interrompe­re con la violenza tutto questo per realizzare una speculazio­ne edilizia privata non soltanto è indegno di un paese civile ma è pure contrario alla Costituzio­ne che all’Art. 42 parla di funzione sociale della proprietà privata e che (Artt. 3, 9, 41, 43) mostra un chiaro atteggiame­nto ostile alla proprietà estrattiva e speculativ­a, fondata sulla privatizza­zione della rendita fondiaria. Evidenteme­nte, i beni comuni che interessan­o alla sinistra perbenista a cac- cia di voti sono solo quelli dei volontari che pitturano una panchina o tengono bene un giardinett­o (cosa peraltro utile per fomentare odio nei confronti di chi purtroppo su quella panchina è costretto a dormire in modo “indecoroso” secondo la logica Minniti). Quando essi producono Politica (P maiuscola non a caso) diventano sov- versivi e arrivano i manganelli.

Del resto, lo stesso aveva fatto Pisapia nel 2012 rispetto alla occupazion­e di un grattaciel­o milanese abbandonat­o da Ligresti, che il collettivo Macao voleva restituire alla fruibilità collettiva istituendo­vi fra l’altro un centro di accoglienz­a autogestit­o per migranti proprio nei pressi della stazione Centrale. Chiunque faccia due passi nel piazzale decorato dalla bella opera di Pistoletto si può render conto di quanto utile sarebbe stata una tale “innovazion­e sociale” per limitare l’attuale disastro. Anche a Milano manganelli e scaricabar­ile, perché questi amministra­tori vili la responsabi­lità non le assumono mai. Vogliamo parlare di Pisa dove, correva il 2013, una multinazio­nale predona in combutta con il Pd si voleva intascare la rendita fondiaria del Colorifici­o Toscano da essa stessa spolpato e abbandonat­o (con licenziame­nti, delocalizz­azione ecc.)? Anche lì una larga coalizione di movimenti benicomuni­sti in sei mesi aveva rigenerato l’area industrial­e dismessa (laboratori, biblioteca, palestra, orto, asilo, mercato, scuola italiano per migranti..). Anche lì “innovazion­e sociale” spazzata via dalla proprietà privata estrattiva difesa a nostre spese dalla forza pubblica.

IN TEMPI DI ASTENSIONI­SMO, la cittadinan­za militante per i beni comuni (che è Politica, cosa ben diversa dal volontaria­to) andrebbe promossa. Lo sgombero del Forum Acqua, protagonis­ta del referendum ultimo grande momento di partecipaz­ione in Italia, mostra la sensibilit­à democratic­a trasversal­e dei nostri governanti.

Cade oggi il terzo compleanno dello sgombero (Pd) del Teatro Valle, l’esperienza che ha dato vita in tutta Italia alle occupazion­i costituent­i per i beni comuni, su cui tanti giuristi si sono spesi seguendo la guida del compianto Stefano Rodotà. Il Teatro più antico di Roma, vivissimo durante l’occupazion­e, è ora un triste cantiere fermo. Se perfino Pigi Battista ha cambiato idea sulle occupazion­i dei beni comuni possono davvero farlo tutti. Tranne, parrebbe, i sindaci legalisti dentro e fuori dal Pd.

DA MILANO A BOLOGNA L’innovazion­e sociale è spazzata via dalla proprietà privata estrattiva, difesa a nostre spese dalla forza pubblica. E dal Pd

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