Ong, la Cei sta col Viminale: “Le leggi vanno rispettate”
L’omelia Il capo dei vescovi, fedelissimo del Papa, porta la Chiesa sulle posizioni governative: “Mai fornire il pretesto di collaborare coi trafficanti di carne umana”
Il codice per le Organizzazioni non governative del ministero degli Interni, l’inchiesta di Trapani sulla Ong tedesca e i contatti ravvicinati con gli scafisti, l’operazione in Libia con navi e mezzi, dopo le parole del Vaticano attraverso il Segretario di Stato, arriva anche l’approvazione del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Conferenza episcopale italiana, da sempre vicino a papa Francesco. E dunque, durante l’omelia in cui ha fatto un riferimento indiretto alla vicenda Ong, Bassetti cita Jorge Mario Bergoglio e benedice le iniziativa del Viminale: “Ribadisco ancora oggi, di fronte alla piaga aberrante della tratta di esseri umani, come l’ha definita papa Francesco, il più netto rifiuto a ogni forma di schiavitù moderna. Ma rivendico, con altrettanto vigore, la necessità di un’etica della responsabilità e del rispetto della legge. Proprio per difendere l’interesse del più debole, non possiamo correre il rischio – neanche per pura idealità che si trasforma drammaticamente in ingenuità – di fornire il pretesto, anche se falso, di collaborare con i trafficanti di carne umana”.
LA CHIESA e il Vaticano si schierano al fianco del ministro Marco Minniti, mentre nel governo ci sono ancora diversità di vedute e di approcci, innescate dai contrasti tra Graziano Delrio, supportato da Renzi, e il titolare del Viminale. Delrio ha più volte ripetuto che l’aspetto umano prevale sul codice imposto alle Ong: “Sono impegnato per stroncare il traffico odioso dei clandestini, in questa nostra guerra contro gli scafisti. Ma se c’è una nave di una Ong vicina a gente da soccorrere, non posso escluderla. Anche se non ha firmato il codice di autoregolamentazione, sono obbligato a usarla”. Senza impegnarsi in dichiarazioni pubbliche, a differenza del viceministro agli Esteri Mario Giro, anche la ministra Marianna Madia e il sottosegretario Maria Elena Boschi hanno aderito alla battaglia politica di Delrio. Minniti ha minacciato le dimissioni, il Quirinale prima e il presidente Gentiloni poi l’hanno difeso. Il governo è agitato sulla questione, ma la Chiesa – a parte Avvenire e la Caritas “La priorità è il salvataggio” – ha assunto un’unica e solida posizione, puntellata sul versante italiano dal cardinale Bassetti, che non per casualità s’è espresso dopo il Vaticano e dopo che il governo ha temuto una presa di distanza. Tra l’altro c’è un retroscena, di cui si è discusso in questi giorni. Il ministro degli Interni si era risentito per alcune accuse, soprattutto per il titolo di Avvenire (quotidiano della Cei) sul “reato umanitario” (dopo l’indagine di Trapani) e per l’editoriale di Marco Impagliazzo, presidente della comunità di Sant’Egidio. Minniti ha cercato e trovato conforto nelle gerarchie vaticane e ha letto come un sostegno la dichiarazione di Pietro Parolin: “Occorre compiere ogni sforzo per coniugare il dovere prima- rio dell’accoglienza con quello di un’incisiva e coordinata azione volta a regolare il fenomeno, in modo che la generosa accoglienza possa trasformarsi in integrazione senza generare gravi squilibri”.
A CHIUDERE il cerchio, ieri, sono arrivate le parole di Bassetti, indicato lo scorso maggio da Bergoglio al vertice dei vescovi italiani e quindi suo fedelissimo. Quello che pensano Bassetti e Parolin, senza timore di smentita, corrisponde esattamente a quello che pensa papa Francesco.
Cambi di linea Mentre l’Avvenire, la Caritas e i cattolici al governo protestano, il Vaticano approva