I contadini freddati forse parte della faida tra clan
A48 ore dalla strage di mafia di San Marco in Lamis, con l'omicidio di Mario Luciano Romito ( nella foto) a capo dell' omonimo clan, suo cognato Matteo De Palma e due contadini incensurati, i fratelli Luciani, le indagini dei Carabinieri proseguono vagliando tutte le ipotesi. Non ultima, quella sul traffico di marijuana, che potrebbe essere tra i moventi dell'agguato. All’attenzione degli investigatori anche un omicidio, avvenuto il 16 ottobre 2012, quando fu ucciso Carmine Rendina, allevatore di San Marco in Lamis. L’uomo fu trovato senza vita vicino all’azienda agricola e una fonte, che il Fatto protegge con l'anonimato, riferisce che “all’epoca dei fatti, i due fratelli Luciani, furono oggetto di indagini riservate, perché coinvolti nella cura della masseria in cui avvenne l’ omicidio ”. Erano anche loro, l’altro ieri, nel mirino dei killer? Di certo c’è solo che il sindaco di San marco in Lamis li ha ricordati come persone“assolutamente per bene”. Fonti provenienti dalla famiglia e dal paese escludono però ogni coinvolgimento, anche perché, secondo alcune ricostruzioni, quel fatto di cronaca è avvenuto ancor prima che i fratelli Luciani acquistassero la masseria. Non si tratta peraltro dell’unico omicidio consumato nei loro paraggi. Altre indiscrezioni riferiscono di una vicenda risalente a 10 anni fa che vide due appartenenti alle cosche locali ammazzati all'interno di un podere confinante con la masseria dei due fratelli. Circostanza che aveva in un primo momento fatto indagare gli inquirenti in quella direzione. Per il momento, quindi, l’ipotesi più probabile resta un’altra: a causa del loro pick up, molto simile a uno usato da alcuni affiliati del clan Romito, potrebbero essere stati scambiati per la scorta del boss. La notte scorsa sono state effettuate una decina di perquisizioni. Un killer del clan rivale ai Romito, i Libergolis, risulta irreperibile.