Belluscone ritorna dagli inferi e ci spedisce imitatori e nemici
C’è un sirenetto. Appare tra i flutti ed è Silvio Berlusconi. Nello stretto passaggio tra una legislatura e l’altra – t ra Scilla e Cariddi – Silvio rimembra e incanta col suo canto i naufraghi del centrismo tutti delusi da Matteo Renzi ormai senza futuro.
Non la Riforma Costituzionale, né la Legge Elettorale, neppure il Jobs Act malgrado la fuffa e figurarsi la Riforma della Scuola gli sono andati in porto al Rottamatore e così – col Restauratore che ricompare – arretra Maria Elena Boschi, la madonnina di Laterina, e torna splendida, et très charmant, Mara Carfagna.
E con lei, potente avanguardia telegenica, c’è anche Nunzia De Girolamo, c’è Anna Maria Bernini e c’è Stefania Prestigiacomo. Ebbene, sì: il sirenetto è anche uno Stregatto. E in un soffio – oplà – esce di scena la quadriglia renziana: Alessia Morani, Simona Malpezzi, Alessia Rotta e Pina Picierno.
L’AFFONDAMENTO è in atto. Massimo Cassano, sottosegretario al Lavoro, assapora il richiamo d’Arcore tra i marosi e si dimette dall’esecutivo di Paolo Gentiloni. Do r in a Bianchista lì per là e Maurizio Sacconi coglie l’attimo per tramite di Stefano Parisi che, se non proprio federatore del centrodestra, è catalizzatore di particelle utili al dante causa di sempre: il Cavaliere.
L’inabissamento del renzismo è compiuto e così Enrico Costa, ministro per gli Affari Regionali, lascia il governo e nuota verso quel sorriso cui ogni agnellino guarda per trovarvi approdo di tenerezza e certezza di biberon.
Tutti gli scappati di casa – gli uomini e le donne al seguito di Denis Verdini, e così i Flavio Tosi, i Rocco Buttiglione, i Lorenzo Cesa – sognano di approdare a riva. Ma è su quegli scogli che Berlusconi attrae i naufraghi e li ammazza. E forse anche li salva.
Silvio – il Presidente – simile a un Minosse erto sul bordeggiare dell’Acheronte, giudica i dannati, avvolge intorno a sé la coda e, per ogni giro, decide il destino dei redenti: se l’oblio, come quello riservato ad Alessandra Mussolini e Daniela Santanchè, considerate eccessive ne’tempi nuovi; se il vitello grasso, come per Maurizio Lupi, capo centuria di Comunione e Liberazione, quanto prima assegnato ancora in ruolo tra i beati; se una battuta, come per l’irascibile Renato Brunetta – “È il no-