LE FOLLI UTOPIE CHE AFFAMANO IL VENEZUELA
Il chavismo ha seguito una parabola inversa a quella del fascismo: Mussolini passò dal socialismo alla marcia su Roma, mentre Chavez esordì in politica con un colpo di Stato prima di capire quanto sia più facile assurgere al potere e mantenerlo grazie a retorica e spese clientelari. L’epilogo è analogo: la guerra civile e la rovina del Paese.
I DATI MACROECONOMICI pe r quanto edulcorati, compongono un mosaico sconvolgente. Il Pil reale tra il 2015 e il 2016 è crollato del 18%. E nel 2016 il Pil era del 35% inferiore a quello del 2013 (l’ultimo anno di vacche ben pasciute nel mercato petrolifero che alimentava la giostra chavista). Il Fondo Monetario Internazionale prevede che nel 2017 il Pil risulterà quasi dimezzato rispetto al 2013. Il reddito pro capite ha subìto un tonfo ancora più drastico: nel 2016 è sceso del 41% rispetto al 2013. Nel 2017 si abbasserà di un altro 10%. Sono ordini di grandezza paragonabili al crollo dell’URSS.
Per la vasta fascia di popolazione che in Venezuela vive del salario minimo il crollo è persino peggiore: il loro reddito reale in bolivar è crollato di oltre il 75% dalla metà del 2012, e convertendolo in dollari al tasso di cambio del mercato nero, il crollo supera il 95%. Secondo il sito dolartoday.com, il dollaro a inizio 2017 valeva 3.164 bolivar (contro i dieci del cambio ufficiale) il 28 luglio ne valeva 8.820, il 3 agosto era schizzato a 10.389 e oggi ha superato i 13.000 bolivar.
In un tale collasso economico perde di senso persino la nozione di tasso di inflazione visto che per raccogliere i dati su prezzi che cambiano di ora in ora occorrerebbe un esercito di rilevatori. Nel 2015, comunque, il tasso di inflazione ufficiale risultava al 280%. Per il 2017 le stime variano dal 720% al 1600%. L’anno venturo si prevede il 2000% Il Venezuela è gravato dal maggior debito estero in rapporto al Pil e dal maggior peso per interessi in rapporto alle esportazioni (al 95% petrolio, la cui estrazione diminuisce inesorabilmente). Quest’anno il Paese deve pagare cinque miliardi di dollari ai detentori dei titoli di Stato per non parlare dei fondi da rimborsare a russi, cinesi, compagnie aeree e creditori vari. Le riserve della Banca centrale sono ridotte a 10 miliardi di dollari dai 30 del 2011. Per il 2018 incombe la bancarotta.
Cosa succede nella vita di tutti i giorni? Il salario minimo nel 2012 consentiva di acquistare 52.854 calorie (scegliendo il paniere di cibi meno costosi), oggi meno di 7000. Milioni di derelitti, come in Urss, fanno la fila per ore fuori dagli spacci governativi nella speranza di trovare qualche derrata a prezzi politici. La delinquenza brutale, i sequestri e gli omicidi non trovano ostacoli.
MARGARET THATCHER affermò che il socialismo finisce quando finiscono i soldi degli altri, ma la versione autodefinitasi bolivariana non riesce nemmeno a utilizzare le immense ricchezze di cui pure disporrebbe. Eppure la congrega di incompetenti al potere è riuscita a ridurla in uno stato di miseria senza precedenti, mentre orde di parassiti incistati nel regime ammassano ricchezze tra tangenti e borsa nera. La famosa lista Falciani sui conti segreti in Svizzera, rivelò che Alejandro Andrade, ministro del Tesoro dal 2007 al 2010, paladino dei diseredati, aveva depositato nella banca HSBC circa 11,2 miliardi di dollari.
Ciononostante il totalitarismo caraibico continua a esercitare un fascino sugli orfani del Paradiso dei Lavoratori, da Stiglitz a Corbyn, da Bernie Sanders a Mélenchon, passando per Bergoglio, fino a Maradona e Di Maio. Invece il Venezuela oggi dovrebbe evocare le scene di Alien, quando il Dna alieno impiantato in un corpo umano, lo invade fino a procreare un mostriciattolo devastante che balza fuori squassando le viscere del malcapitato. La creatura chavista sta squassando quel popolo che l’ha nutrita, inebetito dalle utopie dell’ennesima schiatta di caudilli.
EFFETTO MADURO
Il Paese è al disastro, la sua élite corrotta si arricchisce mentre l’inflazione marcia al 2000% e i più poveri non hanno soldi per il cibo