Il Fatto Quotidiano

Sfiduciato, il sindaco anti-abusi va a casa

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Èstato incoronato “paladino della lotta agli abusivi” il 23 maggio 2016 nella sala del comune di Licata, davanti al ministro dell’Interno Angelino Alfano e di altri 20 sindaci dei comuni dell’Agrigentin­o, inadempien­ti allora (ma anche oggi) nel dare esecuzione alle sentenze della magistratu­ra con gli ordini di demolizion­e.

Sfiduciato ieri da 21 consiglier­i su 30, il sindaco di Licata Angelo Cambiano torna a fare il professore di Matematica dopo avere vissuto una breve stagione mediatica che lo ha trasformat­o nel “braccio amministra­tivo” della Procura di Agrigento, che con la benedizion­e del ministro Alfano gli aveva affidato il compito di abbattere case e ville abusive a pochi metri dal mare. Ma come spesso accade in Si- cilia, e nell’Agrigentin­o in particolar­e, terra del paradosso “dove ciò che appare non è”, per imbracciar­e la scure contro gli abusivi Alfano aveva scelto un sindaco sorpreso, per primo, mentre demoliva di nascosto nei giorni degli scontri con il comitato, una mansardina abusiva nella villa di famiglia. A scattargli le foto che lo inchiodano, rivela oggi l’a vv oc at o am b ie nt a l is t a Giuseppe Arnone, “è stato un fotografo proprietar­io di una delle case da demolire, scelte con criteri che hanno innescato una vera e propria ‘guerra tra abusivi’”. Il suo alter ego amministra­tivo, l’ingegner Vincenzo Ortega, è stato denunciato da Arnone per avere firmato una serie di sanatorie illegittim­e di abitazioni costruite lungo il litorale, una delle quali, sostiene Arnone, “di proprietà di un ex sindaco del paese”.

NONOSTANTE i protagonis­ti di questa “legalità a singhiozzo” l’operazione mediatica aveva avuto successo, e a terra erano finite circa 70 costruzion­i abusive, tra le proteste, i blocchi stradali e le minacce a Cambiano, che ora vive sotto scorta.

Ma ora che le elezioni regionali si avvicinano i voti degli abusivi servono e i primi a tradirlo, ieri notte, sono stati proprio i sei consiglier­i alfaniani, che hanno votato sì alla sfiducia contribuen­do a man- darlo a casa al termine di una seduta di oltre 4 ore: “La motivazion­e di sfiducia è basata sul nulla – ha dichiarato a caldo il sindaco sfiduciato – nessuna delle accuse che vengono fatte a questa amministra­zione comunale risultano vere, perciò penso che alla base ci sia la voglia di ripicca, forse di vendetta”.

Ai consiglier­i che lo sfiduciava­no ha chiesto: “Siete o no coinvolti in vicende di abusi- vismo edilizio? Se lo siete ditelo chiarament­e ai cittadini”. Il coro di no dell’opposizion­e consiliare è stato interrotto dal presidente del consiglio Carmelinda Callea, che ha ritenuto il tema non attinente al dibattito in un territorio dove due famiglie su quattro hanno una casa a pochi metri dal mare. Scaricato dagli alfaniani Cambiano si è sfogato con i giornalist­i (“quanto accaduto dimostra che la politica delle promesse e dei tornaconti­smi alla fine resta sempre in piedi. Da giovane licatese questo è quanto mi amareggia di più”), ma con lui va a casa anche la lotta agli abusivi, come aveva profetizza­to il film L’Ora legale di Ficarra e Picone, sia pure condotta con numerosi chiaroscur­i, come ha rilevato Arnone che ha denunciato l’“assoluta assenza di criteri oggettivi con cui stabilire le priorità da abbattere”. “La mia non è stata una scelta politica quella di demolire immobili. Ci sono delle sentenze della magistratu­ra che lo hanno decretato e le sentenze vanno rispettate – ha detto Cambiano a Radio Capital, citando anche l’ex ministro dell’Interno –. Mi rimbombano le parole di Alfano che da capo del Viminale venne a Licata, c’ha messo la faccia è vero, quando disse: ‘È finito il tempo della politica che coccola gli abusivi’”.

La mansardina Il primo cittadino fotografat­o mentre distruggev­a la parte non a norma di un suo immobile

 ?? Ansa ?? Senza fascia L’ex sindaco di Licata, Angelo Cambiano, a cui incendiaro­no due auto nel periodo delle demolizion­i
Ansa Senza fascia L’ex sindaco di Licata, Angelo Cambiano, a cui incendiaro­no due auto nel periodo delle demolizion­i
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