Basta comizi, ora le prediche Hillary, l’ennesima “convertita”
Ci dice che questi sono tempi bui, privi di aneliti religiosi, di sussulti mistici e di sentimenti celestiali? Dio, sosteneva Franca Rame, c’è eccome: sarebbe persino di sinistra, anzi comunista, e donna. Tant’è che la folgore divina sulla via di Damasco stavolta è andata a colpire la pecorella smarrita Hillary Clinton, ma poi mica tanto smarrita: “È una fedelissima della Chiesa Unita Metodista di New York”, afferma Bill Shillady, suo pastore da una vita.
Deve essere stata una scossa davvero potente e convincente se la due volte candidata alla presidenza degli Stati Uniti ha deciso di diventare addirittura una predicatrice metodista. “Un suo grande sogno – continua l’indiscreto Shillady – perché ha una profonda conoscenza delle Sacre Scritture e una comprovata esperienza nella cura delle persone, secondo me sarebbe un grande pastore”, ha riferito a The Atlantic, testata mensile prestigiosa e indipendente che si vanta di lavorare “a favore della libertà, del progresso nazionale e dell’onore, sia pubblici sia privati”.
Insomma, Hillary ha elaborato la brutale sconfitta dello scorso novembre trovando conforto e rifugio nella parola di Dio, dopo aver tentato di persuadere gli americani che lei era una donna sincera, affidabile, autentica, fondamentalmente morale.
“CHE COSAha da guadagnarci?” da questo pio lifting, si domanda The Atlantic. Coi leader politici un minimo di diffidenza giornalistica è fisiologica, non a caso arriva l’autorevole supporto di Kenneth Woodword, ex direttore di Newsweek, il quale opportunamente ricorda come nel 1994 Hillary Clinton gli avesse confidato che il suo desiderio fosse “da sempre” ( all the time) quello di diventare predicatrice Metodista (strano: a noi pareva invece fosse quello di conquistare la Casa Bianca...). “Hillary mi chiese però di non scriverlo, perché l’avrebbe fatta sembrare troppo zelante”.
Il sospetto è che in questo modo così radicale la Clinton cerchi di riabilitare la sua immagine pubblica, assegnando alla religione un ruolo centrale. D’altra parte non ci sono più elettori da perdere. Ma lettori da conquistare. Questione di vocale... Infatti, in libreria stanno per appro- dare due saggi che la riguardano, il primo s’intitola evangelicamente What happened , “cos’è successo”, resoconto personale sulle elezioni perdute, mentre il secondo ( Strong for a Moment Like This, “Forte per un momento come questo”) è una raccolta di preghiere e prediche del reverendo Shillady.
I DEMOCRATICI e, in genere, il mondo della sinistra americana, hanno sempre avuto un grosso problema religioso. In verità, sulla via di Damasco, le saette del paradiso sono state globali negli ultimi tempi. Hanno mirato inaspettati personaggi della politica internazionale. Putin, per esempio.
Dall’Unione Sovietica al santuario di Valaam, dove va spesso per meditare, il cammino deve essere stato impervio, visto i suoi precedenti: fedele servitore dell’Urss comunista e tenente colonnello del famigerato Kgb.
Il buon Dio, si sa, perdona i grandi peccatori. Ne sollecita il ravvedimento. Il presidente russo non ostenta la sua fede, coltiva con una certa discrezione la sua pratica religiosa. Bada al sodo. Si è prodigato moltissimo per riportare le spoglie di san Nicola a Mosca, da Bari. Ha finanziato il restauro del monastero russo di san Panteleimon al monte Athos. Ha inaugurato all’Avana la Catedral Ortodoxa Nuestra Señora de Kazan e pure la nuova maestosa (e criticata) cattedrale della Santissima Trinità nel cuore di Parigi.
Pure Tony Blair confessò a ll ’ Osservatore Romano (14-15 settembre 2009) la genesi della sua conversione al cattolicesimo, un viaggio spirituale durato 25 anni, “quando ho iniziato ad andare a messa con mia moglie”, l’attivista cattolica Cherie Booth, “e abbiamo poi deciso di battezzare i miei figli nella fede cattolica”.
DA NOIparecchi politici e intellettuali sono passati da una religiosità, diciamo così, “laica” a un laico recupero della religiosità. Emblematico, in questo senso, fu Marco Pannella: una vita a combattere per l’aborto, il divorzio, la droga libera, Cicciolina in Parlamento. Poi, conosce papa Francesco. L’angoscia esistenziale del leader radicale trova conforto nel “riaffermarsi grande e grosso della spiritualità”.
Tormento ed estasi di Fausto Bertinotti, il capo di Rifondazione Comunista (in origine, di matrice stalinista), che ha più volte ammesso di frequentare vescovi e cardinali e di sentire “soffiare forte il vento della fede”. Con qualche “ritocco” ideologico: per lui Cristo non è “maestro”, ma “compagno” degli apostoli...
Dal Kgb ai santuari Putin si è prodigato anche per riportare le spoglie di San Nicola a Mosca da Bari