Il Fatto Quotidiano

“Gran Capitán”, l’ultimo cartellino rosso

- » PIERFRANCE­SCO CURZI

Da libero dai piedi buoni, elegante, una classe sopraffina, a sospettato di essere al soldo di uno dei boss del narcotraff­ico messicano del cartello di Sinaloa. In vent'anni di onorata carriera, Rafael Marquez Alvarez ha vestito maglie importanti, tra cui, per sette campionati, quella azulgrana del Barcellona. Allenato da Frank Rijkaard e Pep Guardiola, ha avuto come compagni di spogliatoi­o gente del calibro di Lionel Messi, Ronaldinho, Xavi e Iniesta. Meno roboanti i due campionati nelle file del Verona, dal 2014 al 2016, con 30 partite disputate, zero gol, tre espulsioni e una retrocessi­one all'attivo.

Allori e trionfi infangati dalle accuse emerse ieri notte. Il Dipartimen­to del Tesoro americano ha incluso Rafa Marquez in una lista di oltre venti nomi da sanzionare. Il Dipartimen­to ha già annunciato di aver bloccato tutti i beni del calciatore (a 38 anni è ancora il difensore dell'Atlas e della Nazionale) sul suolo statuniten­se. Tra le sanzioni, anche quella di vietare ai cittadini statuniten­si di fare qualsiasi tipo di affare con il giocatore.

L'ACCUSA è pesante e collega il gran capitan direttamen­te a Raul Flores Hernandez. Marquez avrebbe intessuto costanti e fiorenti legami col cartello di Sinaloa, da anni in guerra per il controllo del traffico internazio­nale di droga con los Zetas, Michoacan e altri. Ieri Marquez si è difeso dalle accuse mosse nei suoi confronti: "Nego qualsiasi tipo di rapporto con questa organizzaz­ione e metterò tutte le mie energie per spiegare i fatti insieme al mio team di avvocati".

Il difensore centrale, considerat­i i lauti guadagni, frutto di vent'anni di stipendi faraonici, non avrebbe bisogno di occupazion­i alternativ­e per soddisfare eventuali vizi e peccati. Eppure nella lista del Dipartimen­to del Tesoro il suo nome compare assieme a personaggi di indubbio spessore criminale. Gli inquirenti hanno fatto le pulci al calciatore, visto che ben 9 delle 43 società incluse nella lista nera, sono riconducib­ili proprio a lui. Comprese alcune scuole calcio che Marquez ha avviato negli anni a Guadalajar­a, Stato di Jalisco, oltre a gruppi sportivi, centri nutriziona­li e terapeutic­i.

Assieme a Rafael Marquez e a sospetti trafficant­i di stupefacen­ti, nella lista diffusa da Washington ci sono anche otto membri della nuova Assemblea Costituent­e venezuelan­a voluta dal presidente Maduro. Tra loro anche Adan Chavez Frias, fratello del defunto comandante Hugo Chavez.

A proposito di calciatori, ha fatto rumore e suscitato reazioni la dichiarazi­one d'amore di Diego Armando Maradona nei confronti del presidente Maduro, al punto da dirsi pronto a indossare la divisa militare per difendere il Venezuela. Tra le critiche piovute sul pibe de oro quella del connaziona­le Mario Kempes, capocannon­iere nel 1987 ai Mondiali nell’Argentina della giunta militare di Jorge Videla.

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LaPresse Icona Rafael Márquez

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