Voglia di sperimentare con uno sguardo al passato
L’esordio del quintetto under 30
UNA FRONTLINE di matrice jazz (Paolo Malacarne, tromba; Andrea Catagnoli, sax contralto; Andrea Baronchelli, trombone) in confronto continuo con una sezione ritmica dall’energia marcatamente rock (Michele Bonifati chitarra, Filippo Sala percussioni e batteria), questa l’essenza dei Clock’s Pointer Dance. Musicalità con al centro voglia di sperimentare e sperimentarsi. La si ritrova intatta nell’album (8 brani originali) che è l’esordio discografico di questo quintetto under 30 – la formazione debutta nel 2015 in occasione del primo JAZZ(s)RA Forum di Annecy –, ma con già alle spalle importanti collaborazioni, da Dave Liebman a Stefano Battaglia, da Giovanni Falzone a Tino Tracanna, solo per citarne alcuni. Da tutti hanno “rubato” qualcosa, qui un modo di vivere la nota, là la capacità di guardarsi attorno senza troppo badare a vincoli di genere per poi trarne musica viva. A suggerire la chiave per comprenderne meglio il lavoro Tino Tracanna: “Suggestioni del passato, profonda contemporaneità, groove, ironia, astrazione, sono intessute qui in un solido impianto formale e compositivo dando luogo ad un’opera unitaria che ripropone il senso profondo del jazz; respirare la complessità del reale per plasmarla in un nuovo e concreto oggetto sonoro dalle infinite suggestioni e rimandi”.