Trump non trova le parole adatte neppure per condannare i nazisti
Gli scontri innescati dai “suprematisti”
La tensione aveva cominciato a salire già venerdì sera, quando, tra slogan nazisti, grida “Heil Hitler“e cori antisemiti, i suprematisti bianchi, movimento di estrema destra che con la presidenza Trump ha rialzato la testa, avevano cominciato a invadere in gruppi Charlottesville, piccola cittadina della Virginia. L’appuntamento era per sabato mattina, per la maggiore manifestazione da decenni, contro l’annunciata rimozione di una statua del generale Robert E. Lee, eroe sudista della guerra di Secessione. L’epilogo è stato una giornata di scontri culminati con un’auto lanciata sulla folla di contro - manifestanti. Una donna è morta, 19 i feriti. A fine giornata si contavano tre morti, compresi due agenti di polizia a bordo di un elicottero precipitato, e almeno 35 feriti. Ma, oltre alla violenza neonazista, gran parte del mondo politico americano ieri ha condannato la reazione tiepida del presidente Trump.
I SUPREMATISTIbianchi sono un fenomeno che ha radici nella cosiddetta “A me ri ca profonda” reazionaria. Gli eredi del Ku Clux Clan (ormai un gruppo di poche migliaia di vecchi nostalgici) prendono di mira ebrei, immigrati e minoranze, con atti di vandalismo che ultimamente si sono moltiplicati. Nei primi mesi di quest’’anno, nei cimiteri di St. Louis e di Philadelphia sono state profanate centi- naia di tombe ebraiche e segnalati diversi allarmi-bomba in centri di cultura ebraica.
Sabato hanno iniziato ad attaccare il presidio di manifestanti anti razzisti, accorsi da tutto lo Stato e anche da altre aree del Paese, ancor prima che la manifestazione iniziasse. La situazione è poi ulteriormente precipitata, tan- to da indurre il governatore della Virginia, Terry McAuliffe a dichiarare lo stato di emergenza, mettere in allerta la Guardia Nazionale. Iniziative che non sono riuscite a sedare gli scontri. L’auto che nel pomeriggio si è scagliata contro il corteo anti razzista, era guidata dal ventenne James Alex Fields, di Maumee, in Ohio, subito arrestato.
Equidistanza ipocrita Trump ha detto solo “in Usa non c’è posto per la violenza”. L’estrema destra l’aveva votato
IL MONDO POLITICO americano si è affrettato nella condanna. Un coro quasi unanime, dai democratici ai repubblicani, compreso lo speaker della Camera, Paul Ryan, passando per Barack Obama fino ad Anthony Scaramucci, portavoce per una decina di gior- ni dello stesso Trump.
La Casa Bianca invece si è fatta attendere. La prima a commentare è stata la first lady, Melania Trump, dicendo che la violenza “non porta nulla di buono”. Il commento di Trump è arrivato dopo ore, con un tweet: “Non c'è posto per questo tipo di violenza in America”. La reazione ha suscitato polemiche, sia per i tempi di reazione lenti, sia per il contenuto vago. Circostanza che si spiega anche con l’appoggio degli estremisti di destra a Trump durante la campagna elettorale. Critiche che sono aumentate ieri, quando il presidente ha parlato alla televisione dicendo: “Condanniamo nei termini più duri l’intolleranza e la violenza arrivata da più parti”, senza citare l’estrema destra razzista. Una critica, peraltro, è arrivata al presidente anche dall’ex leader del Ku Klux Klan, David Duke: “Trump, guardati allo specchio e ricordati che sono stati i bianchi americani a regalarti la presidenza”, ha affermato riferendosi all’invito del presidente a “unirsi” per opporsi all’odio.
Più esplicita del padre è stata Ivanka Trump, ieri mattina su Twitter ha scritto “non c’è posto nella società per il razzismo, la supremazia bianca e i neonazisti”.